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martedì 16 ottobre 2012

Il mondo dei cattivi ufficialmente è uno stronzo

The Peacemaker - Julia Kelly (Nicole Kidman) e Tom Devoe (George Clooney)
Nella miglior tradizione dei film bellici, reali o di fantasia che siano, anche The Peacemaker (1997, di Mimi Leder) con George Clooney e Nicole Kidman, offre spunti su cui riflettere

di Luca Ferrari

Elezioni = sospetti di brogli elettorali. Ovunque. Russia, Iran, Stati Uniti (qualcuno s’è dimenticato della vittoria rubata ad Al Gore da parte di George W. Bush e la sua combriccola di guerrafondai da strapazzo?). A chi possiamo davvero affidarci al giorno d’oggi? Quante guerre, evidenti e silenziose, scoppiano per capricci di commercianti di vite umane? Quanti incidenti sulla testa della gente esplodono per mero orgoglio di qualche burocrate che si è dimenticato di togliersi il cappello da cowboy o elmetto modello Guerra Fredda?

Un po’ invidio il colonnello Thomas "Tom" Devoe (George Clooney), agguerrito peacemaker su e giù tra elicotteri e uffici, ancora convinto che il mondo sia solo bianco o nero. Perché nella realtà anche chi vorrebbe impedire a qualche pazzo di scatenare un incidente nucleare, dovrebbe conoscere il perché un uomo possa commettere simili azioni, e cosa ci sia stato prima. E cosa magari il suo stesso governo ha fatto alle case altrui con gli applausi di una parte di globo.

E un po’ invidio anche la dottoressa Julia Kelly (Nicole Kidman) che prima di agire, preferisce studiare le persone piuttosto che accettare la più pratica e drastica visione di Devoe che appella il generale Aleksandr Kodoroff (Aleksandr Baluev), in viaggio con testate nucleari solo per fare soldi e diventare ricco sfondato, semplicemente come asshole (stronzo).  

The Peacemaker (1997, di Mimi Leder), aldilà di mettere nello stesso film quelle che all’epoca erano due delle più lanciate e fotogeniche superstar cinematografiche (lui lo è ancora adesso), tentò di riaccendere qualche riflettore sul dramma ignorato della Guerra dei Balcani (1991-95). 

Una tragica pagina contemporanea che l’Europa, insipiegabilmente "coccardata" con il Premio Nobel per la Pace 2012, ha avuto molta fretta di chiudere e soprattutto dimenticare, salvo qualche insignificante celebrazione di facciata. A distanza di vent'anni dal conflitto, sarebbe interessante chiedere alla gente di Sarajevo, Tuzla e Srebrenica cosa ne pensano di questo recente conferimento alla nobile UE.

Che facciamo con questo schifo che dilaga in ogni latitudine? Chi ha scritto certe storie o leggende? Sono esisitite davvero persone che hanno agito o agiscono nel nome dell'umanità senza badare al proprio tornaconto? Mi viene in mente che si, è probabile ci vorrebbero meno palazzi, di cristallo o sabbia che siano. 

Ci vorrebbero meno strette di mano ipocrite e telefonate di scuse. Ci vorrebbero molti meno confini. Ci vorrebbe un po’ più di chiarezza. Ci vorrebbero un po’ più di parole dirette, pensando che qualcuno oggi non debba morire per colpa di un altro. Bisognerebbe che i pacificatori intervenissero prima, e non dopo. Non si dovrebbe arrivare a un genocidio di massa prima che qualcuno si accorga che qualcosa sta succedendo. 

Perché tanto lo sappiamo già come come andrà a finire. Il sangue chiama sangue. Oggi, come allora. La Bosnia e il Ruanda a metà anni '90, fino al dramma contemporaneo della Siria dove nessuno fa niente. Che domani sarà? Forse sarebbe il caso di cominciare ad agire subito.

The Peacemaker - Thomas Devoe (George Clooney)

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