!-- Codice per accettazione cookie - Inizio -->

mercoledì 16 maggio 2012

Fottuti Oltre Limiti Accettabili, adesso basta

Tango & Cash - Ray Tango (Sylvester Stallone) e Gabriel Cash (Kurt Russel)
Gabriel Cash (Kurt Russel) e Ray Tango (Sylvester Stallone) si erano davvero stancati di essere F.O.L.A. (Fottuti Oltre limiti accettabili)! E noi?

di Luca Ferrari

Era il 1989 e sul grande schermo arrivò l’action di Tango & Cash, di Andrej Koncalovskij. Mandati in galera grazie alla polizia e la politica corrotta, i valorosi e onesti difensori della legge Ray Tango (Sylvester Stallone) e Gabriel Cash (Kurt Russel) se la passano in gattabuia a suon di botte prese da quei criminali che loro stessi avevano messo dentro. Ed è lì che un esausto Cash, gli dice alo compare di sventure di non poterne più di sentirsi FOLA, Fottuto Oltre Limiti Accettabili, e pensa di fuggire dal carcere per rimettere le cose a posto.

Vi faccio leva all’esordio. Quello che mi dici è l’irrealizzabile. Il resto non lo so. Oggi, non lo so. Tutto, non lo so. Questa è solo la narrazione di qualcuno che non ha più pagine del proprio futuro. E il passato si ribella alla prevendita del proprio destino. E nella migliore delle ipotesi, se siamo stati bravi e fortunati, il passato sarà un suppellettile da poter coccolare sperando che il suo stringerci non ci faccia troppo male. La memoria degli eroi viene gestita solo per aggiungere qualche lacrima di circostanza a chi ha consolidato un ulteriore pezzo di marmo alle loro lapidi. Credo proprio che non dormirò nemmeno un secondo questa notte. Sono sempre troppo FOLA. Siamo tutti troppo F.O.L.A. – Fottuti Oltre Limiti Accettabili.

1989, la fine della Guerra Fredda. Il mondo sembrava poter cambiare. Dopo le menzogne post II Guerra Mondiale, rivoluzioni non violente sembravano poter scrivere una nuova pagina della Storia. Ennesima illusione. Ennesima disillusione. Nuovi orrori sarebbero iniziati di lì a poco. Qui. Là. Qua. Ovunque. Con i veri prodi sempre sacrificati. Con i poteri a schiacciare gli altri. Allora come oggi. Qui. Là. Qua. Ovunque. Sembriamo narcotizzati da questo schifo. Anche quando le cose degenerano. Anche quando si passa il segno.

È  quello che pensavo. È quello che immaginavo non potesse sopperire. Cercano perfino di coprire le mie cicatrici ma è tutto quello che mi rimane. Non sono nemmeno riuscito a incontrare una vecchia amica negli ultimi tre anni. Disillusioni come crateri attivi e semiattivi. Ora sono rintanato nel buio addominale della vita che non cambia. Non riesco nemmeno a raggiungere di corsa l’altro lato della strada.

Un anno prima di Tango & Cash, fu il turno di Rambo III (1988, di Peter McDonald). Dopo l’ennesimo brutale attacco sovietico, uno dei capi Mujaheddin si rivolge a John Rambo (Sly) dicendogli: In qualche modo in guerra ci dovrebbe essere onore. Dov’è l’onore qui? Dove? Va via finché puoi. Questa non è tua guerra” – “Ora lo è” risponde l’ex-berretto verde deciso a liberare l’amico imprigionato, il colonnello Samuel Trautman (Richard Crenna).

Ecco, questo è il problema. Siamo tutti in guerra. Un conflitto silenzioso che continua a sopprimere lo spirito dell’uomo. Una guerra che costruisce solo edifici di massima sicurezza. Una guerra dove le caste impongono la loro logorante dittatura. Una guerra dove l’ispirazione dell’essere umano viene seppellita da promesse di venditori ambulanti di pentole bruciate e senza fondo.

Oggi non sono attraversato da nessun pensiero impassibile. Qualcuno farà a meno di me questa notte. E almeno per oggi i miei sogni segneranno uno spartiacque. E anche oggi mi addormenterò senza avere la certezza di sapere quello che proverò domani. E ancora per oggi mi sentirò  influenzato dal mio destino che non si è compiuto. E anche per oggi mi sentirò recalcitrante a qualsiasi tipo di commedia a cui poter  invogliare le mie membra. Le porte siano ben sigillate. Le porte restino anche aperte. Non busserò a nessuno di voi che siete rimasti chiusi dentro.

Rambo III - John Rambo (Sylvester Stallone)

Nessun commento:

Posta un commento