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martedì 22 maggio 2012

The Rise before The Dark

The Dark Knight Rises (di Christopher Nolan)
Finalmente il giorno è arrivato. Il mio giorno di Dark Shadows. Ma prima di addentrarmi, voglio presentare qualcosa d'altro.

di Luca Ferrari

Innamorato follemente di Beetlejuice (1988), Edward mani di forbice (1990), Il mistero di Sleepy Hollow (1999) e Big Fish (2003). Fiero sostenitore di Ed Wood (1994), Mars Attacks! (1996) e Alice in Wonderland (2010). Dopo essere riuscito nella miracolosa impresa di dimenticarmi quanto appurato sull’ultima fatica cinematografica di Tim Burton, arriva il colpo che non mi aspetto, anche se trattasi della fase del cinema che adoro. 

Sprofondato in una comoda poltrona, scattano loro. I trailer. Ma questa volta ci vanno giù pesante. Per la prima volta vedo sul grande schermo The Amazing Spider-Man (2012, di Marc Webb), e soprattutto The Dark Knight Rises (2012, di Christopher Nolan) che mi farà bruciare di attesa fino al 29 agosto, ossia il giorno d’inizio della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

Inizia il viaggio. Sarà dunque la fine dell’eroe-pipistrello? Sono qui che aspetto. Il tremendo Bane (Tom Hardy) non è che l’emblema di un qualsiasi nemico apparentemente insuperabile, mentre il paladino Bruce Wayne (Christian Bale) è intrappolato nei suoi stessi incubi. A scontare le pene per aver fatto qualcosa di unico per la gente. Lui come altri. 

Non tutta la fantasia è un viaggio a senso unico lontana dalla realtà. Batman è lì fuori a fare quello che altri non hanno mai fatto, o non sono capaci. O hanno interesse a non farlo. Molti di quelli che oggi inneggiano ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, lo fanno solo perché non ci sono più. E chissà dov'erano e con chi erano vent'anni fa.

Tanto oggi, con il loro coraggio non possono più creargli problemi. Partecipano a impomatate commemorazioni che gli servono solo per farsi belli dinnanzi alle nostre coscienze. No. Qui non è finito nulla. Non è tutto finzione ciò che vedete. Ciao oscurità, ti sei divertita abbastanza? Non m’interessa. Non sono più io quello che si deve preoccupare...

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