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giovedì 21 giugno 2012

The Amazing Spider-Man, figlio di Facebook

The Amazing Spider-Man
Nel boom dei supereroi mascherati ecco la nuova saga di Spider-man, in perfetta linea con la cultura imperante di Facebook e gli altri social network.

 di Luca Ferrari

Da un grande potere deriva una grande responsabilità”. È un po’ il leitmotiv di Peter Parker/Spider Man. Ma quello che si leggeva nello sguardo malinconico di Tobey Maguire, ora è già il passato. Ad appena  cinque anni dall’ultima volta che indossò la tuta rosso-blu diretto da Sam Raimi, è già tempo di una nuova (presumibile) saga con protagonista il giovane Andrew Garfield nella parte dell’eroe mascherato in The Amazing Spider-Man (2012, di Marc Webb).

Prima ancora che esca, questa versione tridimensionale appare differente. Più simile al fumetto originale, facendo emergere il lato più ironico del protagonista. Fin qua tutto bene. Quello che colpisce è come venga molto ampliato il fattore “maschera”, tutta variopinta capace di cancellare le proprie insicurezze, incarnando così al meglio l’era dei social network, in particolar modo Facebook, dove anche il meno cuor di leone si può spacciare per un gladiatore senza macchia.

Voci di corridoio parlano che la maggior parte dei profili femminili siano in realtà uomini, con tutte le logiche conseguenze del caso. Qualcosa di molto simile visto accadere in tempi non sospetti in Closer (2004, di Mike Nichols) dove il debole di Dan (Jude Law) si spacciava via chat con Larry (Clive Owen) per Anna (Julia Roberts).

Spider-Man è sempre l’Uomo Ragno, certo. Un essere umano che improvvisamente dotato di super poteri, decide di metterli al servizio della giustizia. Ma la domanda che continua ad azzannarmi le meningi è: perché c’è sempre più bisogno di un qualcosa d’altro per fare del bene? Ed è sempre stato così. Senza una divisa o una religione da impugnare, l’essere umano è incapace di aiutare i deboli e gl’indifesi. E ce ne sono. Ce ne saranno assai. Aumenteranno sempre di più.

E sotto questo punto di vista la cinematografia aiuta poco, proponendo eroi che non esisteranno mai. Personalmente adoro le pellicole tratte dal genere Marvel ma questa improvvisa sovraesposizione del genere indica chiaramente la mancanza di idee da una parte, e dall’altra, cosa assai peggiore, la volontà di non voler investire in storie e sceneggiature che non garantiscano nel primo weekend di programmazione incassi da milioni di dollari.

E perché poi un eroe mascherato che fa del bene deve essere sempre ostacolato da chi dovrebbe stare dalla sua parte? Pensare di trovare persone intelligenti come il sergente James Gordon (sponda Batman) è un’impresa pressoché impossibile. Finché continueremo a mostrare solo personaggi con poteri improponibili, il mondo continuerà a credere di non potere fare nulla e si affiderà a sogni di interventi soprannaturali che mai esisteranno. Il cinema non dovrebbe limitarsi solo a far sognare. Dovrebbe essere una fonte d'ispirazione per modificare le tante lacune del presente.

Perché Peter Parker è costretto a essere Spider-Man? Non potrebbe agire senza maschera? La risposta è no. Diventerebbe un fenomeno da baraccone. Verrebbe usato come cavia per clonare il suo sangue e fare un esercito di indistruttibili. Sognare un mondo migliore, è bello. Crearne uno, sarebbe fantastico. Aspetto tutte le vostre maschere nella mia cassetta della posta.

The Amazing Spider-Man - il nuovo Spider-Man (Andrew Garfield)
Spider-Man 2 - il vecchio Spider-Man (Tobey Maguire)

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