!-- Codice per accettazione cookie - Inizio -->

martedì 4 settembre 2012

Io sono LIBERO di vivere, morire e suicidarmi

Bella addormentata - Rossa (Maya Sansa) e Pallido (Pier Giorgio Bellocchio)
Venezia 69. Eutanasia. Eluana Englaro. Marco Bellocchio. Bella addormentata. Dì ciò che ti pare, ma nessuno dovrà decidere per me la vita e la morte.
di Luca Ferrari

Italia bigotta. Ancora e morbosamente legata ai capricci ideologici del Vaticano & co. Incapace di vivere la spiritualità senza doversi prostrare a logiche istituzionali di chi detiene un mero potere temporale. E come una facinorosa massa obbediente, il fido annuisce. Lo ha sempre fatto. E nel tuo prostrarti a una qualsiasi ideaologia che ti sta negando il libero arbitrio, evita di fare due cose se mai m’incontrassi sul tuo cammino: dirmi come devo vivere o peggio, provare a impedirmi di farlo. Mi diventeresti antipatico.

Adesso poi siamo già in clima elettorale, e la fetta della silente democrazia cristiana fa gola ai due maggiori partiti (…) d’Italia. E immagino già i cronisti e la stampa di parte. Pronta a crocifiggere Marco Bellocchio, regista di Bella Addormentata (2012), film la cui vicenda si snoda attorno i sei giorni che precedettero la morte per eutanasia di Eluana Englaro (1970-2009), e che vede protagonisti Toni Servillo, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Isabelle Huppert e Maya Sansa. La pellicola sarà presentata in anteprima mercoledì 5 settembre alla Mostra del Cinema di Venezia.

Suicidio assistito e omicidio da una parte, accanimento terapeutico dall’altra. Un turbine di parole che ha già riempito colonne di giornali dove moralizzatori da quattro soldi si lanciano in Savonarolesche crociate, mostrandoci inesorabilmente, e tragicamente, come nel 2012 l’essere umano non venga ancora ritenuto abbastanza cresciuto per decidere per se stesso. Secondo “qualcuno” la sola strada per il Paradiso è nella sofferenza. Un sentimento che altri, ipoteticamente diversi, galantuomini trovano perfino il modo di realizzare lasciandosi scie di zolfo alle spalle.

La Storia dimostra che sono sempre stati (troppo) pochi gli episodi ribellione alla morale dominante: meglio dunque accontentarsi di quello che c’è già piuttosto che mettere in discussione uno status quo che sia macro, istituzionale e religioso, o micro, familiare e lavorativo.

Un po' di rock d'Irlanda per chiudere questa pagina: “It's not worth anything/ More than this at all/ I'll live as I choose/, Or I will not live at all … Libera di decidere/ Non c'è proprio nulla che valga più di questo/ Vivrò come scelgo/ O non vivrò affatto” Free to Decide (1996), The Cranberries.
libertà di pensiero, libertà di decisione

Nessun commento:

Posta un commento