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domenica 2 settembre 2012

Mostra del Cinema, giornalisti cafoni

Mostra del Cinema - giornalisti in coda per entrare in sala stampa
Ogni persona che lavora va trattata con rispetto. Nessuno vale più degli altri. Vale anche per quei "colleghi" cafoni che lasciano a casa le buone maniere.
 
di Luca Ferrari

Correva l’anno 1997 e per la prima volta mi apprestavo a lavorare come “maschera” alla Mostra del Cinema di Venezia. Un’esperienza che non dimenticherò mai soprattutto per la cafonaggine talvolta ostentata dai giornalisti, arrivata perfino a cercare di sfondare l’ingresso con conseguente intervento delle Forze dell’Ordine.

La ragione di un simile comportamento? Per quella specifica proiezione veniva data la priorità al pubblico, e solo una volta entrati tutti questi, si lasciava passare i suddetti press-accrediti ma la cosa evidentemente non piacque e di conseguenza scattò l’ira della pelide stampa di cui qualche nobile esponente si distinse dalla massa arrivando a etichettare una mia collega come "donna dai facili costumi" e dimostrando così tutta la propria volgarità.

Sono passati 15 anni da allora e ora mi ritrovo dall’altra parte della barricata. La giornata odierna è iniziata con la visione della nuova opera di Terrence Malick, To the Wonder (2012, con Ben Affleck, Rachel McAdams, Olga Kurylenko e Javier Bardem). Terminata la proiezione in Sala Darsena, non c’è stato tempo per il personale di spiegare che bisognava pazientare un attimo prima di poter aprire le porte che subito sono cominciati a volare paroloni, come se tutto ciò fosse un fatale disegno ordito nei confronti della libera informazione.

Ma evidentemente certe persone si credono chissà chi solo perché possono ostentare un pass, quando nei fatti sono solo dei gran maleducati. “La stessa persona che oggi ha protestato mi ha spintonata ieri per uscire”, racconta ancora un po’ scossa una ragazza impiegata come maschera all'interno della sala. Il personale incaricato non può certo iniziare una lite e questo i giornalisti lo sanno bene, quindi si permettono di dire e avere atteggiamenti alquanto antipatici. Personalmente ho sempre mal sopportato i prepotenti. Facciamo allora una partita ad armi pari?

Mi chiamo Luca Ferrari e sono un giornalista regolarmente iscritto all’Ordine dei Giornalisti/Pubblicisti del Veneto. Ho fatto reportage internazionali in Europa, Stati Uniti e Asia. Ho scritto su quotidiani e riviste online. Sono fondatore autore di cinque blog magazine tematici (il suddetto, Back in Net, Belly Roads e The Way of the Miles). Ho vinto un premio sul giornalismo per i diritti umani. E allora? Avere esperienza nel proprio campo equivale a essere accreditati per essere bifolchi?

Nessuno mi autorizza a trattare male il resto dell'umanità solo perché non è un eletto come evidentemente qualcuno si crede. Non lavora solo chi va a vedersi un film pagato/spesato per poi scrivere un articolo. Lavora ed è meritevole di rispetto anche chi deve stare in piedi ore e ore perché altri possano svolgere al meglio i propri compiti.

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