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venerdì 28 settembre 2012

Canidato a sorpresa (2012), il macello della politica

Candidato a sorpresa - Cam Brady (Will Ferrell) e Marty Huggins (Zach Galifianakis)
Ladri, truffatori, approfittatori. Alla fine comunque li votate sempre i politici. Un candidato a sorpresa (2012 di Jay Roach).

Sono intelligenti. Affabili. Spregiudicati. Calcolatori. Ma soprattutto, sono convincenti. Sono i politici. Destra. Sinistra. Centro. È lo stesso. L’arte delle parole all’ennesima potenza. Approfittatori. Corrotti. Fanfaroni. Marionette delle grandi lobby economiche. Sono loro, i politici. Nessuna invenzione, tutto ispirato dalla realtà. Un candidato a sorpresa (The Campaign, 2012 di Jay Roach).

Nell’anno della sfida presidenziale tra Barack Obama e Mitt Romney, la verve comica della regia di Jay Roach s'insinua nella (tragi)commedia per eccellenza. La farsa smerciata come impegno per la comunità. Roach, che si è fatto le ossa dirigendo Mike Myers in Austin Powers, ha inventato la coppia Stiller/De Niro nella saga familiare dei Fockers e ha ullteriomente valorizzato Steve Carell in A cena con un cretino (2010), trasporta senza eccessiva difficoltà il grottesco e lo scurrile nella sfida per un posto a Washington.

Nulla da inventare. A fornire la materia prima, la categoria stessa. Tra dichiarazioni ai media, pubblicità e talk garbage show, ecco Un candidato a sorpresa (The Campaign, 2012) con protagonista Will Ferrell nella parte dell’aitante Cam Brady e Zach Galifianakis, lo sfidante Marty Huggins.

Nella placida North Carolina, Cam Brady è sicuro di essere rieletto nel suo distretto per la quinta volta consecutiva. Nemmeno di fronte a una figuraccia (telefonata hard a una giovincella) pensa di fare marcia indietro. Nessuno si mette mai contro di lui. Nessuno fino a quando qualcuno ancora più in alto non decida che Brady ha fatto il suo tempo e che un altro possa essere pilotato meglio di lui per portare a termine certi loschi affari.

Quest’uomo è l’ingenua guida turistica Marty Huggins. Grassottello e trattato a pesci in faccia dal classico padre macho americano (Brian Cox) che stravede per l’altro figlio, donnaiolo e amante del football. Burattinai del forzato ingresso del timido Huggins, i fratelli Wade (Dan Aykroyd) e (John Lithgow) degni eredi degli immortali Randolph e Mortimer Duke (Ralph Bellamy e Don Ameche) di Una poltrona per due (1983, di John  Landis).

Lo sprovveduto viene così affiancato dall'agguerrito Tim Wattley (Dylan McDermott), specializzato in campagne elettorali vincenti e soprattutto nel non fargli fare più figure di merda. Inizia la guerra. Senza esclusione di colpi. Facendo perfino a gara a chi bacia per primo un neonato tenuto in braccio da una mamma venuta ad ascoltare un loro comizio, ma finendo poi con un zigomo incrinato (il piccolo intendo).

Ma se dal navigato e senza troppa morale Brady ci si aspetta di tutto e di più (inclusa la cornificazione del suo avversario), col tempo anche Huggins inizierà a servirsi di mezzi poco leciti, mettendo a repentaglio la sua stessa vita coniugale e l’amor proprio.

Ferrell non è certo una scoperta. Dal guru della moda Mugatu in Zoolander (2001) all’insopportabile bamboccione Chazz che vive con mamma e capace di architettare le più infime tecniche per sedurre donne, funerali inclusi, in Due single a nozze (2004). E anche in questa pellicola dimostra tutto il suo potenziale comico presentandosi come il più patinato e classico fanfarone che le spara sempre più grosse per imbonire l’elettorato, ricorrendo a luoghi comuni e ostentando sentimentalismi di facciata senza mai scordarsi le parole chiave come "America" e "Libertà".

Analogo discorso per Galifianakis, che dopo essersi fatto conoscere nel doppio Una notte da leoni (2009, 2011) e come compagno di viaggio di Robert Downey Jr. in Parto col folle (2010), ormai anch’esso è garanzia di risate. Ci sono film da cui nascono spin-off mal riusciti, di cui uno dei più deludenti è stato il Gatto con gli stivali tratto da Shrek. Terrei d’occhio la coppia Aykroyd/Lithgow. Rivederli insieme in ruoli simili sa di scommessa già vinta.

E ora, cosa volete che vi dica. Vorreste una bella strigliata a quei signori dei piani alti? Vorreste che vi dicessi che la politica americana la fanno solo i ricchi? Lo sappiamo già. Vorreste vedermi scrivere parole spietate sui nostri politici, imperversante massa di facinorosi (...) che pensano solo al loro tornaconto? Lo sappiamo già. Vorreste che calcassi la mano sul fatto che grazie alle performance di certe infime figure della politica nostrana, l’Italia ha ancora una reputazione penosa in giro per il mondo? Perché dovei farlo? Sappiamo tutto questo, ma continuiamo a votarli. Volevo dire, continuate a votarli.

Voi credeteci allora. Credete pure in questi politici e nei loro eguali successori. Io mi faccio due risate al cinema. Nessuno di noi tanto sta cambiando né cambierà mai nulla.

Il trailer di Candidato a sorpresa

Candidato a sorpresa - Cam Brady (Will Ferrell) & family
Canidato a sorpresa - Glenn Motch (John Lithgow) e Wade Motch (Dan Aykroyd)
Canidato a sorpresa - Tim Wattley (Dylan McDermott)

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