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lunedì 17 dicembre 2012

Christopher Nolan, l’attacco dei cloni

L’invasione dei Cinecomics inizia a farsi ossessionante. Fino a una decina d’anni fa ne usciva qualcuno, adesso ne stanno già programmando per tutto il decennio. 

di Luca Ferrari

Il rischio è un overdose, la noia e soprattutto sceneggiature non all’altezza (come si è già visto). L’aspetto però più sorprendente, e sconcertante, di questa caccia al personaggio coi superpoteri, sono i costanti riferimenti che registi e attori fanno su riviste specializzate dei loro prossimi film all’atmosfera oscura in stile The Dark Knight di Christopher Nolan, come se fosse un vanto copiare o quanto meno garanzia di facili incassi. 

Il nuovo nemico di Tony Stark nel terzo capitolo di Iron Man (2013, di Shane Black) è il Mandarino (Ben Kingsley), paragonato al Bane (Tom Hardy) di The Dark Knight Rises (2012, di Christopher Nolan). Lo stesso Nolan, cavalcando evidentemente una linea che paga, ha già lanciato il nuovo Superman in veste di produttore, L’uomo d’acciaio (2013) che in inglese lo si potrebbe cambiare in Dark Man of Steel, affidandosi alla regia a Zack Snyder (300, Watchmen).

Oltre alle suddette pellicole, sono in arrivo altre clonazioni di atmosfere "vagamente" già sentite, come per il secondo capitolo del dio del tuono (2013, Thor - The Dark Word), The Lone Ranger (2013, di Gore Verbinski con Johnny Depp e Armie Hammer) e avanti di questo passo, ipotizzo un prequel di Legally Blonde, magari con Elle Fanning nella parte di una giovanissima Elle Woods (Reese Whiterspoon) che si scopre avere avuto un’adolescenza da punk totally black dressed prima del rosa.

Che l’omologazione sia la chiave del successo e della popolarità, è palese e non solo nel campo cinematografico. Ma ultimamente la cosa sta diventando ridicola. L’esercito di prequel, sequel, remake è impressionante. Per non parlare delle stesse versioni in 3D. 

Rivedere un film di 30 anni fa al cinema (vedi il recente Ritorno al Futuro) ha il suo fascino. Rivederne uno di tre anni fa semplicemente traboccante di (…) effetti visivi è mero sciacallaggio. E pollo il pubblico, che apre il portafogli alimentando questo esercito dei cloni, lasciando poi le sale vuote per pellicole che meriterebbero ben più attenzione.

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