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mercoledì 12 dicembre 2012

Twin Peaks, tornerò a uccidere

I segreti di Twin Peaks - Bob (Frank Silva)
Il mistero s'infittisce sempre più a Twin Peaks. Cercare indizi nella realtà non basta. A sostegno dell'agente Cooper intanto, arriva un team di impeccabili ma freddi esperti.


Sospese rivelazioni oniriche. Montagna dopo sassolino, il lento sfarinare di segreti si fa percettibile a sempre più convergenze. I confini di Twin Peaks si allargano con parentesi ricurve dove nemmeno la notte è più capace di dormire. David Lynch non sa che farsene delle paure altrui. Anche lì dove una serena cenetta familiare prova a ricomporre fili impercettibili di verità, qualcosa di maligno sta brillando nascosta. Batte potente e sferzante. 

Le lezioni all’aria aperta dell’agente Cooper, scandite come sempre dall’odore delle paste, puntano a togliere sempre più fronde dalla matassa. Ci vuole applicazione e deduzione. Qualcuno intanto ha iniziato a correre. Se ne sente l’affanno. Lo si guarda dal di dietro una canna di fucile. E l’odore delle unghie senza più smalto allarga la collettiva tinozza di sangue. La minaccia/promessa è stata giurata. L’assassino è pronto a essere rivelato.

Come prosegue adesso la storia, Laura Sogos? Lo zen oppure l'abilità di catturare un killer

“Sconfinamento. Andare oltre. A livello fisico e metafisico. La puntata si apre sul ritorno di Jerry Horne (David Patrick Kelly), fratello di Benjamin e sulla loro fame. Sono due viziosi per eccellenza. I fratellini Horne, voraci nell'addentare specialità culinarie francesi così come nel “provare” una nuova arrivata all'ambiguo One Eyed Jack. Seguendone gli appetiti, si oltrepassa un confine fisico, perché il rinomato bordello sta in territorio canadese, e nel contempo uno morale, lasciando intendere la loro assidua presenza a casinò e case di tolleranza. 

Ma c’è chi, pur con modi ancora poco chiari o univocamente interpretabili, sta sentendo che c'è qualcosa di strano nel ricco Horne, ed è la figlia Audrey, che getta il seme di quello che sarà un sodalizio investigativo. Parlando con Dana e rivelandole un particolare, cioè che Laura e suo padre cantavano spesso assieme. Perché?

Lo sconfinamento incalza, penetrando nel territorio dell'onirico e quindi nella dimensione più oscura dell'inconscio. Ed è ovviamente l'agente speciale Dale Cooper a essere il protagonista in questo campo. La vida es sueno, diceva il drammaturgo spagnolo Pedro Calderon de la Barca (1600-1681), ma in questo caso è molto più calzante l'interrogativo marzulliano, la vita è sogno, o sono i sogni che aiutano a vivere meglio? In questo caso sono i sogni che dirigono l'attività investigativa e che porteranno, se bene interpretati, alla risposta tanto agognata: chi ha ucciso Laura Palmer?

È grazie a un sogno sul Tibet che l'agente Cooper dichiara di aver acquisito i fondamenti di una tecnica deduttiva di coordinazione mente-corpo che nell'insieme agisce a un più profondo livello di intuizione, e come sempre avrà ragione. Seppur non evidentemente. “Sono nervosa, incontrerò J stanotte” scriveva nel diario Laura la sera della morte. Ma chi è questa J? La sua vita è piena di questa lettera, eppure solo una spaccherà la famosa bottiglia: Leo Johnson, l'unica J di cui non si possa specificare in quale rapporti fosse con Laura.

Lo spettatore odia questo losco figuro, e come se non bastasse il fatto di essere un violento, lo ritroviamo nel bosco con Mike e Bobby a risolvere questioni di droga. Proprio là, in quel contesto avulso dal discorso, dirà: Laura era una ragazza imprudente. Ma come può dirlo? Che cosa sa? Nel frattempo a Twin Peaks è arrivato l'agente dell'FBI, Albert Rosenfield (Miguel Ferrer, il Bob Morton di Robocop), poco incline alla gentilezza, arrivando perfino a definire senza la piccola cittadina, "un merdaio". 

Le vite degli abitanti intanto continuano sempre più a incrinarsi, e a sfuocarsi. Come non dire della follia pervadente la casa dei Palmer, con quella scena struggente dove il padre Leeland balla con la foto della figlia tra le urla della moglie Sarah, o delle guide per tende di Nadine (Wendy Robie), personaggio che avrà sviluppi davvero incredibili. E infine del matrimonio retto solo dalla diffidenza tra Pete e Cathrine, la scoperta dei doppi registri tenuti da quest'ultima ai danni dell'odiata cognata Josie.

Calo il sipario su una giornata. Dale dorme, ma a un tratto un lampo, e si entra nel sogno dell'agente. Un uomo senza un braccio, forse quello di cui parlava l'agente Hawk, narra di come abbia conosciuto il maligno. Di come abbia sacrificato il suo arto piuttosto di farsi possedere. Rivela di chiamarsi Mike e lui, il demonio, Bob (Frank Silva), quell'essere che la madre di Laura vede in casa sua e che a gran voce grida la sua sete di sangue. 

Ci si ritrova così in una red room, con delle pesanti tende rosse immerse in una luce del medesimo colore. Una sorta di spazio scenico ben definito, con il pavimento a scacchi. Un dettaglio? Assolutamente no. Si capirà poi, in compagnia dell'agente Cooper di molto invecchiato, ma soprattutto di un nano (Michael J. Anderson). Anch'esso vestito di rosso e di Laura, forse.

Il nano, personaggio straordinario, chiave di volta dell'indagine, ma criptico. Viviamo in un posto dove gli uccelli cantano un radioso motivo e c'è sempre musica nell'aria, e poi lei è piena di segreti, rivolto alla look like Laura, dice. E mentre si allontana danzando, Laura bacia Dale e gli svela all'orecchio i suoi segreti, o almeno così pare...

So chi ha ucciso Laura. So, let's rock agente Cooper"...

Lo zen oppure l'abilità di catturare un killer - l'agente Dale Cooper (Kyle MacLachlan)
i fratelli Jerry (David Patrick Kelly) e Benjamin Horne (Richard Beymer) all'One Eyed Jacks
Benjamin Horne (Richard Beymer) all'One Eyed Jacks
Bobby (Dana Ashbrook) terrorizzato da Leo (Eric Da Re)
lo sprezzante agente FBI, Albert Rosenfield (Miguel Ferrer)
l'agente Dale Cooper (Kyle MacLachlan) dorme...
l'agente Dale Cooper (Kyle MacLachlan) e il nano (Michael J. Anderson)

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