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giovedì 26 settembre 2013

Ultimo abuso a Parigi

Ultimo tango a Parigi - Jeanne (Maria Schneider) e Paul (Marlon Brando)
Ha senso parlare di un grande film come Ultimo tango a Parigi quando di mezzo ci fu una violenza reale? A comunicarlo sereno e senza nessuna conseguenza, il regista stesso Bernardo Bertolucci.

di Luca Ferrari

Dopo secoli di silenzio si è cominciato a parlare di femminicidio anche nell'evoluto Occidente. Lo scandalo legato all'ormai ex-produttore Harvey Wenstein ha scoperchiato un vaso di Pandora. Il problema però, e come sempre, lo si affronta in modo alquanto discutibile. Nei mesi scorsi Bernardo Bertolucci ha ammesso sereno e beato, di aver sodomizzato Maria Schneider senza il suo consenso durante la celebre scena hard con Marlon Brando nel film Ultimo tango a Parigi (1972).

Potere del nome. Potere dell’intoccabilità di cui evidentemente il regista italiano si sente investito. “Forse sono stato colpevole ma non potranno portarmi in tribunale per questo” ha dichiarato sprezzante il cineasta Bernardo Bertolucci, premio Oscar per L’ultimo imperatore (1987) e presidente di giuria alla 70° Mostra del Cinema di Venezia.

La notizia ha fatto il giro del globo. Durante la lavorazione di Ultimo tango a Parigi (1972), l’allora ventenne Maria Schneider (1952-2011) fu costretta a girare con Marlon Brando (Il selvaggio, Il padrino, Apocalypse Now) una scena di sodomia della quale la giovane attrice francese era totalmente all’oscuro. Non era presente nella sceneggiatura e ne avevano parlato solo regista e attore protaginista.

Ma la cosa a dir poco sorprendente (e a dir poco vomitevole, ndr) è come Bertolucci abbia spiegato questa decisione: “Sono cose gravi ma è anche così che si fanno i film: le provocazioni a volte sono più importanti delle spiegazioni. È anche in questo modo che si ottiene un certo clima”. Una dichiarazione raccapricciante che non ha trovato indifferenza e qualunquismo tra le pagine della maggioranza della stampa specializzata.

Forse un fatto del genere oggi non accadrebbe più. Forse. Oggi un’attrice si ribellerebbe, come è accaduto di recente alla giovane Lucia Lavia durante le prove dello spettacolo teatrale Otello, quando il protagonista Alessandro Haber tentò di baciarla e lei gli replicò con uno schiaffo. A dispetto di rivoluzioni culturali e sensibilizzazioni però, in Italia come altrove, la donna ha solo sulla carta gli stessi diritti dell’uomo.

La gente potrà anche manifestare. Potrà allestire spettacoli teatrali sotto Montecitorio. Potrà insistere (a ragione) con campagne di sensibilizzazione ma finché “esimi” personaggi se ne possono uscire con simili dichiarazioni, tronfi del proprio operato e senza la minima conseguenza penale, poi non c’è da sorprendersi se l’amica o la vicina che incontriamo al lavoro con un occhio tumefatto, ti dice che è caduta dalle scale e poi se ne torna a casa sola. Sola e abbandonata al proprio destino.

(da sx) Il regista Bernardo Bertolucci, Marlon Brando e Maria Schneider

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