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mercoledì 5 febbraio 2014

Gli estenuanti rancori di Osage County

I segreti di Osage County - Ivy (Julianne Nicholson), Violet (Meryl Streep) e Barbara (Julia Roberts)
L’improvviso suicidio del vecchio Weston spalanca l’inferno di ruggini familiari e livori mai sopiti. I segreti di Osage County schizzano fuori afosi e presenti.

di Luca Ferrari

Abbandoni. Tradimenti. Recriminazioni. La famiglia Weston si divide tra segreti, astio, accuse, risentimenti e soprattutto silenzio. Tutto cova. Tutto resiste /coesiste al prezzo di lontananze, alcol e pillole. Un giorno d’improvviso qualcosa cambia. L’ormai anziano Beverly (Sam Shepard) si suicida. La famiglia si ricongiunge. L’equilibrio è allo stremo.

Il regista John Wells (E.R., The Company Men) dirige I segreti di Osage County (2013), basato sull’omonima pièce teatrale di Tracy Letts, August: Osage County (titolo anche del film in lingua originale). A intrepretare i protagonisti, un cast di grandissimi attori che aggiungono ulteriore drama & poetry alla già intensa storia.

Scomparso il marito, Violet (Meryl Streep), malata di cancro alla bocca, chiama a raccolta tutta la famiglia. La sorella Mattie Fae (Margo Martindale), quindi le tre figlie Barbara (Julia Roberts), Caren (Juliette Lewis) e Ivy (Julianne Nicholson). La prima vive in Colorado e sta divorziando da Bill (Ewan McGregor), passato a una compagna più giovane. Hanno una figlia, Jean (Abigail Breslin).

Caren si è trasferita in Florida. Appare chiaro il suo passato di più relazioni. Adesso pare abbia trovato l’uomo giusto con cui convolerà a nozze. Si chiama Steve (Dermot Mulroney), guida una Ferrari e fuma erba. Gli ci vorrà poco per entrare in confidenza con la quattordicenne Jean. Ivy invece non è mai andata via da Osage County. È sola. Non si trucca e in apparenza è la più pacata della combriccola.

A chiudere il quadro familiare, Charles Aiken (Chris Cooper) e Little Charles (Benedict Cumberbatch), marito e figlio (con qualche problema) di Mattie Fae. Violet fuma di continuo. È dispotica. Pretende. L’unica a tenerle testa per volume di voce e modi opprimenti è Barbara. Si scontrano. Non si riappacificano. Si scontrano. Si accusano a vicenda. Si accusano a vicenda della morte del marito/padre.

E poi c’è lui. Il paesaggio e la sua colonnina di mercurio. Lo stato del Nebraska. Al centro degli Stati Uniti. Metafora di trincee neutrali dove tutti cercano di confinarsi. A dispetto degli immensi spazi aperti, la telecamera confina. Chiude. È spietata quanto il gioco di carnefici/vittime che entra burrascosamente in scena. Nessuna nuvola colora il cielo della contea di Osage per ricordare il potere di una lacrima. È tutto secco.

La morte però costringe gli esseri umani a prendere coscienza delle proprie ferite. C’è chi dice subito di non averle. C’è chi rimuove i sedimenti, aspettando che il sangue fluisca e finisca di sgorgare, quindi appoggia le bende. C’è chi ci soffia un attimo sopra e poi le richiude nel proprio passato. A casa Weston si fa solo la prima o la terza scelta.

Il mondo familiare dei Weston è popolato da creature disperate, arrabbiate e morenti. Con un troppo alto tasso di adolescenti invecchiati e ricoperti da rughe. Storditi da quei sogni mai nemmeno cominciati. In mezzo a loro sguazza ancora qualche bambino precoce intenzionato a fare chissà cosa, quando, come. Il mondo familiare dei Weston è attraversato da bipedi sul viale di un lungo e taciturno tramonto monocromo. A dieta stretta di pace.

Nel 1979 Meryl Streep ottenne la sua prima nomination agli Oscar conferendo fragilità e paura alla Linda nel dramma pre e post Vietnam de Il cacciatore (di Michael Cimino). 35 anni dopo e tre Academy conquistati è ancora lì, in prima fila per la sua 18° nomination con la performance in I segreti di Osage County. Insieme a lei, anche Julia Roberts. L’ultima nomination ottenuta dall’ex-Pretty Woman fu nel 2001 per Erin Brockovic – Forte come la verità (di Steven Soderbergh), e vinse l’Oscar.

Un consiglio all’Academy. Non commettete l’errore dei Golden Globe di farvi abbacinare dai lustrini “american-hustleiani” di Amy Adams e Jennifer Lawrence. Senza nulla voler togliere alle due giovani attrici, vincitrici rispettivamente del premio come Miglior Attrice e Miglior Attrice Non protagonista (sono anche nominate agli Oscar nelle medesime categorie),  le performance di Meryl Streep e Julia Roberts  espresse in I segreti di Osage County sono di gran lunga superiori alle due colleghe dirette nell'ultimo film di David O. Russel.

Il viaggio estivo di John Wells a Osage County non fa sconti. Racconta un mondo schiavo del passato. Un mondo segnato dall’aver rinunciato alla comunicazione. Il mondo è perduto. Quel mondo (s)fatto di uomini e donne capace di cambiare il corso degli oceani, si squaglia sotto il sole d’agosto nelle grandi pianure americane. Si ritira. Abdica.

A turno le figlie se ne vanno. Chi per opportunismo, chi per tristezza. L’ultima ad andarsene è Barbara. Sgomma via, con la madre a implorarla di non partire. Poi a un certo punto si ferma. Scende dal veicolo e sorride, ma prosegue. Perché lo fa? Il marito non tornerà più da lei. La figlia la detesta. Non rivedrà mai più le sorelle e la madre morirà da sola.

È il sorriso della maschera. La società e il tempo da vivere lo richiedono. Lo impongono. Ribellarsi alla propria tristezza è un compito troppo arduo per la maggioranza di noi. Così, mentre Barbara scompare nelle distese del Midwest, Johnna (Misty Upham), la domestica nativa assunta da Bevery Weston prima del suicidio, rimane ad accudire Violet. Emblema di una solitudine che nessuno vuole più avere. Avamposto invisibile verso il più miserevole dei sonni dell’animo umano. 


guarda il trailer del film I segreti di Osage County

I segreti di Osage County (2013, di John Wells)
I segreti di Osage County - lite tra Violet (Meryl Streep) e Barbara (Julia Roberts)
I segreti di Osage County - la famiglia Weston al completo

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