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lunedì 1 settembre 2014

Tsili, la pace è ancora lontana

Tsili (2014, di Amos Gitai)
La morte insegue chiunque venga aggredito. È successo agli ebrei. Oggi lo mette in pratica il governo d’Israele. Tsili racconta, ma non aggiunge né commuove.

di Luca Ferrari, ferrariluca@hotmail.it
giornalista/fotoreporter – web writer

Il rumore degli spari vicino-lontani. Il frastuono dei bombardamenti. Anime fuggite nella foresta. Un dove senza definzione illuminato solo dalla conoscenza della Memoria. Una musica lascia il tempo ai propri pensieri di esilio, paura e disperazione. Una voce fuori campo. Il bianco e nero pre-invasione. Tratto dal romanzo Paesaggio con bambina di Aharon Appelfeld, è stato oggi presentato alla 71° Mostra del Cinema di Venezia il film Tsili (88’) di Amos Gitai, sez. Fuori Concorso

Originale da un punto di vista cinematografico (recitato interamente in lingua yiddish), la recente storia dell’ennesimo conflitto sproporzionato tra Israeliani e Palestinesi è riuscito nell’impresa di rendere noioso anche il drammatico tema dell’Olocausto narrato nel film Tsili

A dispetto delle speranzose parole del regista (in conferenza stampa) rivolte alla pace, la realtà è ancora tragicamente diversa. Forse sarebbe ora di raccontare anche i tanti/troppi campi profughi oggi esistenti il cui destino è legato ai capricci di un’autorità repressiva e dittatoriale, esattamente come accadde in quella assassina Germania degli anni ’30-40.

Tsili (2014, di Amos Gitai)
Tsili (2014, di Amos Gitai)

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