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giovedì 5 marzo 2015

Mortdecai, la maledizione del primo Depp

Mortedecai - il losco mercante d'arte Charles Mortdecai (Johnny Depp)
Baffi o non baffi, un ancora troppo JackSparrowiano Johnny Depp non lascia il segno nel modesto Mortdecai (2015, di David Koepp).

di Luca Ferrari

Commediola senza troppe pretese e buona al massimo per un tardo meriggio con cui tappare un insolito buco di anemica associalità, Mortdecai (2015, di David Koepp) parte, deraglia e conclude su sentieri pianeggianti. Nel triangolo formato dai due opportunisti Charles Mortdecai (Johnny Depp) e l'affascinante moglie Johanna (Gwyneth Paltrow) con di scorta l’ingenuo e romantico ispettore Martland (Ewan McGregor), a emergere sul grande schermo è il servitore tuttofare Jock Strapp (Paul Bettany).

Quando penso a Johnny Depp mi tornano in mente quasi ed esclusivamente ruoli del passato, a cominciare da Ichabod Crane (Il mistero di Sleepy Hollow) o il contabile poi poeta William Blake di Dead Man (1995 di Jim Jarmusch), passando per il musicista tzigano di Chocolat, il regista fallito Ed Wood, la creatura Edward mani di forbice, il primo strampalato pirata de La maledizione della prima luna e in ultima, il tenero James M. Barrie di Neverland – un sogno per la vita (2004).

Di lì in poi, dalla storia diretta da Marc Foster solo già visto e senza mai alcun vero picco recitativo (e di pellicola scelta). Dalle ormai reiterate e troppo monotone presenze nei film di Tim Burton (La fabbrica di cioccolato, Sweeney Todd, Alice in Wonderland e Dark Shadows) ad altri ruoli poco riusciti. Il suo John Dillinger di Nemico pubblico (2009, di Michael Mann) ha poco da offrire. Il suo personaggio di The Rum Diary – Cronache di una passione (2011, di Bruce Robinson) sembra una versione meno tossica e più matura di Via da Las Vegas. Infine il baffuto Mortdecai, un Jack Sparrow in abiti borghesi (già cambiatosi di trucco per The Lone Ranger).

Non voglio dire che non mi sia fatto qualche risata (risatina) nella quiete del cinema mentre mi gustavo Mortdecai, ma uscendo dallo sguardo di uno spettatore ed entrando nelle mere vesti di critico, non posso che sentirmi poco felice. Una storia senza colpi di scena. Scontato lieto fine. Qualche situazione esilarante (baffi) ma nulla di più. La dimostrazione lampante che non bastano bravi attori per fare un bel film, ci vuole anche quell'oggetto del mistero chiamato sceneggiatura.

Il trailer di Mortdecai



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