!-- Codice per accettazione cookie - Inizio -->

sabato 9 maggio 2015

Ritorno al Marigold Hotel, la strada si rivela

Ritorno al Marigold Hotel - Evelyn (Judi Dench) e Douglas (Bill Nighy)
Sentimentalismo, spruzzate Bollywoodiane, ironia e saggia malinconia. Senza virtuosismi, Ritorno al Marigold Hotel (2015, di John Madden) fa il suo dovere.

di Luca Ferrari

La fatica del ricominciare e allo stesso tempo la certezza di poter sfuggire a un destino da noi prestabilito. Le scaramucce e gelosie fra innamorati. I colori delle nozze con tanto di sposo a dorso di elefante. Qualche schietta introspezione senza malinconie né facili sorrisi. Visto l’entusiasmo del primo viaggio, John Madden ha invitato tutti a far Ritorno al Marigold Hotel (2015).

Sono rimasti (quasi) tutti là, in India. Douglas (Bill Nighy), Evelyn (Judi Dench), Norman (Ronald Pickup), Carol (Diana Hardcastle), Madge (Celia Imrie) e ovviamente lei, la ruvida Muriel Donnelly (Maggie Smith), novella co-proprietaria del Marigold Hotel, al fianco dell’acerbo e impulsivo Sonny Kapoor (Dev Patel), quest’ultimo in procinto di sposarsi con Sunaina (Tina Desai). Avviato finalmente l’hotel, adesso c’è una nuova sfida da affrontare: ampliare il business.

Al grido di ...venite a passare gli ultimi anni di vita da noi, la storia prende il via in terra statunitense sulla mitica Route 666, destinazione una ricca holding alberghiera per farsi finanziare. Siamo appena all’inizio della pellicola ma mentre Sonny parla e riparla, Mrs Donnelly sale subito in cattedra, dando una lezione di stile al cameriere yankee della sala meeting spiegandogli la differenza tra un te all’inglese e una squallida bustina messa a fianco di un’anonima tazza. Puro orgoglio British. Chi ha davanti non le interessa, lei non si fa intimorire da nessuno.

Gli ospiti permanenti del Marigold intanto proseguono le loro nuove esistenze, chi tra nuovi lavoro e profonde riflessioni esistenziali, chi più alla ricerca della pace (quiete) economica. Due nuovi personaggi intanto fanno il loro ingresso nell'hotel. Uno è l’affascinante Guy Chambers (Richard Gere), l’altra è Lavinia Beech (Tamsin Greig). Convinto che il primo sia il misterioso ispettore americano venuto in incognito per valutare l’affare, Sonny lo riempie di logorroiche attenzioni trascurando in modo maldestro l’altra ospite.

Passano gli anni ma l’essere umano è sempre un essere umano, con le due debolezze e illusioni sulla felicità. Quanto sarebbe più facile se anche nella vita relazionale-emotiva 3+2 facesse 5, e invece non è così. E saranno in molti a doverlo scoprire. Andando anche contro se stessi. Facendo a meno dei propri limiti. Il fatto che siano stati accettati per gran parte della propria esistenza, non significa che si debba continuare su questa strada. E di fronte all’ennesimo bivio della vita, questa volta magari non si girerà né a destra né a sinistra. Semplicemente si proseguirà diritti e spediti. Impauriti ma felici.

Marigold Hotel (2012, di John Madden) era piaciuto. Perso il poliedrico Tom Wilkinson (il cui personaggio passa a miglior vita), in questo naturale sequel il regista (premio Oscar per il miglior film Shakespeare in Love, 1998, in cui anche Judi Dench conquistò l’ambita statuetta per la Miglior attrice non protagonista) inserisce in squadra Richard Gere; fin dagli esordi il suo Guy Chambers appare non poco attratto dalla rigida Mrs. Kapoor (Lillete Dubey), madre di Sonny. Una scelta più dettata dal marketing che non dall'effettiva storia.

Non resterà nella storia questo Ritorno al Marigold Hotel ma la pellicola fa il suo dovere, regalando un paio d’ore di cine-piacere e offrendo lo spunto a ciascuno di noi di riflettere-correggere qualche direzione/andatura del cammino, forse gettando le basi per un terzo conclusivo episodio di quella che senza strafare potrebbe essere una piacevole saga da tirare fuori ogni qual volta si necessiti di un po’ d’ispirazione umana.

Commovente il finale di Ritorno al Marigold Hotel, dove emerge (se mai ce ne fosse ancora bisogno) tutto lo straordinario spessore umano di Muriel. Una donna che forse si diverte a fare la parte della burbera. Una donna che non può essere “più di tanto” solare perché è di quella vecchia scuola-scorza inglese. Ha pulito case per 40 anni in Gran Bretagna e ora è la co-proprietaria di un hotel in India. Si congeda a modo suo. Onesta, segretamente profonda e un po’ arcignamente incompresa.

Il trailer de Ritorno al Marigold Hotel

Ritorno al Marigold Hotel - Madge Hardcastle (Celia Imrie)
Ritorno al Marigold Hotel - Carol Parr (Diana Hardcastle) e Norman Cousins (Ronald Pickup)
Ritorno al Marigold Hotel - (Maggy Smith)
Ritorno al Marigold Hotel - Sonny (Dev Patel) e Sunaina (Tina Desai)

Nessun commento:

Posta un commento