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martedì 19 gennaio 2016

Singles, l’amore non è un piacere proibito

Singles, l'amore è un gioco - Janet (Bridget Fonda) e Cliff (Matt Dillon)
Musica, cinema, amicizia, sport e media. Tutto ciò per me è la città di Seattle, anfiteatro naturale di Singles – L’amore è un gioco. Un “piacere proibito” pubblicato sul mensile Ciak.

di Luca Ferrari

Un film speciale. Semplice. Un film per me diverso da tutti gli altri. Singles – L’amore è un gioco (1992, di Cameron Crowe), ambientato e girato a Seattle. Un film la cui recensione curata dal sottoscritto Luca Ferrari, autore del suddetto blog-magazine cineluk – il cinema come non lo avete mai letto, è stata pubblicata sul primo numero del 2016 del mensile Ciak, sezione Piaceri proibiti (pag. 134).

Come si fa non essere romantici con il cinema e la propria vita? Ok, lo ammetto. Questa frase l’ho un po' rubata al Billy Beane-Brad Pitt de L’arte di vincere (2011, di Bennett Miller) ma "dopo essermi letto" su Ciak è stato naturale scriverlo. La recensione che mi hanno pubblicato non riguarda un film qualunque ma un cult generazionale ambientato in una città che ho visitato nell’estate 2012 (il cui sbarco bramavo da anni) e che da mecca del rock è diventata anche un indimenticabile ricordo condiviso.

Singles. È la fine degli anni '80. Un gruppo di amici si scontra con la realtà di sogni non realizzati, progetti lavorativi bloccati sul più bello, relazioni sentimentali che non decollano e altre che avanzano col freno tirato. A zonzo per la città con l'amico David (Jim True-Frost), il brillante Steve (Campbell Scott) s'imbatte casualmente nella bella Linda (Kyra Sedgwick), reduce dall'ennesima batosta relazionale. È colpo di fulmine.

Loro amico, Cliff Poncier (Matt Dillon), rockstar locale, cantante dei Citizien Dick, alla ricerca di un successo internazionale che stenta ad arrivare. La sua ragazza è la dolce Janet (Bridget Fonda), a cui però l'eccentrico capellone presta poca attenzione. Non si può dire se la passi altrettanto bene sul fronte del cuore Debbie (Sheila Kelley), decisa ad affidarsi a un giovane regista (Tim Burton) per girare un video di classe con cui presentarsi in videocassetta a potenziali compagni di vita.

In questo film, oltre agli attori effettivi, ci sono anche alcuni membri delle band che ascolto da più di un ventennio e la cui arte ha avuto un’impronta indelebile nella mia vita (e in quella di tanti altri). I loro nomi? Pearl Jam su tutti, con il cantante Eddie Vedder (nel film batterista), il chitarrista Stone Gossard e il bassista Jeff Ament al seguito di Clifford. Incursioni nella vicenda (e sul palco soprattutto) anche per i colleghi Alice in Chains e Soundgarden.

Deus ex machina di tutto ciò, il regista Cameron Crowe, uno che Seattle la conosce assai bene (ci ha vissuto per anni). Un regista che all'epoca poteva vantare nel curriculum due soli lavori in veste di sceneggiatore (Fuori di testa, 1982 e The Wild Life, 1984) e un unico lungometraggio, Non per soldi... ma per amore (1989), con protagonista John Cusak, anch'esso ambientato nella così chiamata Emerald City, la città smeraldo.

Non è la prima volta che il mio nome "finisce per meriti" sulle testate di settore. In tempi recenti mi sono tolto qualche soddisfazione vedendo pubblicate (e premiate) le mie concise recensioni su Ciak con Avengers: Age of Ultron e sull'altrettanto prestigioso collega cartaceo Best Movie, con la tweet-review di Wild. Questa volta però è stato diverso. Non a caso la rubrica di Ciak si chiama Piaceri proibiti. Film insomma che magari non sono capolavori ma occupano un posto speciale dentro di noi. E così è Singles per me, pellicola di cui conservo gelosamente anche il cd della (fantastica) colonna sonora

Le prime immagini di Seattle infatti le ho viste proprio nel film di Cameron Crowe. E il destino ha voluto che la sera prima di apprendere della pubblicazione della mia recensione, fossi davanti allo schermo ad assistere alla rovinosa sconfitta dei Seattle Seahawks, franchigia della NFL (football) nella corsa interrotta verso il SuperBowl, di cui sono diventato tifoso proprio per il legame stretto con quella città e in virtù anche di una particolare quanto agreste amicizia.

Musica. Cinema. Sentimenti. Sport. Aldilà di quanto già pubblicato, tra me e Seattle mancava ancora qualcosa. È arrivato da Ciak. A ben guardare però Singles – L’amore è un gioco (1992, di Cameron Crowe) è un film che non vedo da parecchio tempo e forse è arrivata l'ora di acquistarlo anche in dvd. Appunto! Così ho fatto, proprio stamane su eBay. Così da averlo sempre a disposizione. Per non smettere mai di guardare quel passato fra le cui mani d’inchiostro ho inciso un legame eterno con il futuro più immortale. Singles, un piacere infinito che continuerò sempre a concedermi.

Guarda l'inizio di Singles - L'amore è un gioco

La recensione di Luca Ferrari di Singles - L'amore è un gioco pubblicata su Ciak (gennaio 2016)
Singles - L'amore è un gioco - Seattle: il Puget Sound, lo Space Needle e lo skyline
Singles, l'amore è un gioco - da sx, Cliff (Matt Dillon), David (Jim True-Frost), Steve (Campbell Scott),
Janet (Bridget Fonda) e Debbie (Sheila Kelley)
Il numero di gennaio 2016 del magazine Ciak e la locandina di Singles - L'amore è un gioco

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