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mercoledì 19 ottobre 2016

Piuma, scegliere è amare

Piuma – Cate (Blu Yoshimi) e Ferro (Luigi Fedele) © Antonello Montesi
Tra famiglie incasinate e inevitabili sbagli, i giovanissimi Cate e Ferro stanno per diventare genitori. Presentato a Venezia 73, esce domani sul grande schermo Piuma (di Roan Jonshon).

Due maturandi alle prese con una precoce quanto inaspettata gravidanza. Cate (Blu Yoshimi) e Ferro (Luigi Fedele) sono una giovane coppia il cui amore è sbocciato tra i banchi di scuola. Tra programmi di viaggi post-maturità e iscrizioni all'università, ecco sbocciare una piccola e tenera novità. Presentato in concorso alla 73° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e distribuito da Lucky Red, giovedì 20 ottobre sbarca sul grande schermo Piuma (di Roan Johnson).

Un figlio a 18 anni, e che si fa? Tenerlo sarebbe una follia. Cate e Ferro però hanno deciso. Ha inizio la grande avventura della vita tra goffi tentativi di fuga, "inquilini" che si scambiano di posto, amici di famiglia e ansiogeni che aumentano lo stress. Tra studi e la sua nuova realtà di futura mamma, Cate prosegue il lavoro di cassiera in una ricevitoria dove bazzica anche suo padre Alfredo (Francesco Colella), un uomo ancora convinto di poter piazzare la scommessa giusta e guadagnare abbastanza soldi per tutti.

Il papà di Ferro invece, Franco (Sergio Pierattini), ha passato un'intera vita a sgobbare. Con la pensione in arrivo sognava un placido ritorno nella natia Toscana insieme all’amata moglie Carla (Michela Cescon). Così non sarà, o per lo meno, i piani di pace della terza età andranno rivisti visto che a breve avrà un nipotino e il figliolo non sembra in grado di gestire la situazione. A dispetto della più pacata consorte, Franco perde le staffe con naturale facilità, lanciando improperi “aspirati” e duellando con Ferro al limite dell’esaurimento.

Passano i mesi, Cate e Ferro ci provano ma è difficile. Più che la realtà, è il futuro che li punzecchia al pensiero di quanto la loro vita sarebbe potuta essere diversa senza il neonato. Riusciranno a lavorare, andare ancora a scuola e stare dietro al piccolo? La vita è una d’altronde e ogni lasciata è persa. Cate è più matura, Ferro è ancora troppo adolescente e quando l’amico soprannominato Patema (Brando Pacitto) torna dal viaggio estivo, cambiato e più disinibito, qualche rimpianto comincia a farsi largo nei pensieri del ragazzo.

Settembre ’16. Presentato in anteprima a Venezia 73, al termine della proiezione stampa in sala Darsena di Piuma, dopo risate a non finire (sottoscritto incluso), sono volati pure qualche fischi e un assurdo “vergogna!”. Avrei davvero voluto sapere chi fosse l’illustre critico/giornalista uscito con un tale cafonesco commento per di più senza il minimo senso. "Vergogna" di cosa? Piuma di Roan Johnson è una commedia fresca e leggiadra. Per nulla inferiore a tani e incensati prodotti hollywoodiani passati in laguna, Venezia 73 inclusa.

Piuma racconta una storia d’amore della porta d’accanto con qualche azzeccata licenza cine-poetica. Ben amalgamati i due protagonisti principali. Giovane attrice classe ’97, Blu Yoshimi (Caos calmo, Il caso Enzo Tortora, Un natale coi fiocchi) incarna le mature inquietudini di una ragazza alle prese con una vita che le chiede (già) di fare mente locale dentro situazioni che oggigiorno molti trentenni ancora non riescono a focalizzare. L’altra metà della coppia è Luigi Fedele (La pecora nera, Cavalli, A fari spenti nella notte), un ragazzo nella media, più timoroso ma comunque deciso a sostenere la compagna. Per lui la strada sarà più lunga ma a dispetto di qualche passeggera crisi ormonale, è deciso a lottare.

Piuma di Roan Johnson riapre con intelligente delicatezza i riflettori sul mondo delle neo-mamme e la famiglia del terzo millennio. A dispetto della ruffianesche fantasie di Michael Moore su quanto si viva bene nel Bel paese, la realtà tricolore è un ambiguo incrocio di preconcetti e ignoranza che da un lato critica il diritto della donna a interrompere la gravidanza e allo stesso tempo si opera mascolinamente affinché non possa avere un lavoro e portare in grembo un bambino, come sottolineava appunto il burino maschilista Checco Zalone di Sole a catinelle (2013).

In un momento storico dove i figli diventano una conquista degli over 30-40, vedere due diciottenni che tra legittime paure e inevitabili sbagli-ripensamenti lottano per portare al mondo una vita, è un messaggio di speranza per un’Italia ancora tragicamente immobilizzata in bolsi viottoli socio-religiosi e ridicole politiche di fertilità, incapace nel concreto di sostenere le donne nel doppio ruolo di (future) mamme e lavoratrici. Ho applaudito e plaudo ancora Piuma (2016, di Roan Johnson), un film che chiede alle nuove generazioni di prendere quelle decisioni che il vecchio mondo, vuoi per indifferenza, catene mentali o biechi interessi, non è in più in grado né vuole prendere.

 
Una divertente clip di Piuma

Piuma – da sx, davanti: Cate (Blu Yoshimi), Franco (Sergio Pierattini) e Alfredo (Francesco Colella). Da sx dietro: Lino (Bruno Squeglia), Ferro (Luigi Fedele) e Carla (Michela Cescon)
I protagonisti di Piuma, Blu Yoshimi e Luigi Fedele, sul red carpet di Venezia 73
©
La Biennale foto ASAC

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