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venerdì 7 aprile 2017

Il pueblo non è un paese per giovani

Non è un paese per giovani - Nora (S. Serraiocco), Sandro (F. Scicchitano) e Luciano (G. Anzaldo)  
Luoghi comuni,  progetti improvvisati e una Cuba “leggermente” idealizzata. È uscito al cinema Non è un paese per giovani (2017, di Giovanni Veronesi).

di Luca Ferrari

Italiani alla ricerca della soluzione definitiva per uscire dalla melma "spaghettosa" e obsoleta senza futuro. È così che due ragazzi partono alla conquista di Cuba, convinti di poter prendere parte alla ventata di liberalizzazione digitale che pare stia soffiando anche sull'isola dei Caraibi. Eccoli dunque, Luciano e Sandro, passare dai tavoli di una trattoria romana alla calura dell'Avana. La realtà perà è come sempre un'altra questione. Non è un paese per giovani (2017, di Giovanni Veronesi).

Luciano (Giovanni Anzaldo) è uno scafato cameriere che non ama parlare di sé. Da tempo si sta preparando a mollare gli ormeggi e sbarcare a Cuba, neo-terra promessa di opportunità sullo sfondo della fine dell'epopea Castrista (all'epoca il leader maximo era ancora in vita, ndr). In ultima battuta si unisce a lui il collega Sandro (Filippo Scicchitano) Suo padre si chiama Cesare (Sergio Rubini), giornalaio costretto a vendere verdura sotto L'Espresso & co. per arrivare a fine mese.

Atterrati all'aeroporto José Martì della capitale, dedicato al celebre poeta rivoluzionario, i due italiano vengono accolti dalla stravagante Nora (Sara Serraiocco), che li conduce nella casa particular prenotata online con la complicità di una ballerina. Scambiati in principio per una coppia gay, non ci vorrà molto perché inizino a dimostrare quale strada intendano perseguire.

Immaginarsi Cuba come la terra del pueblo unido e di Che Guevara nell'epoca di Facebook e Google Earth fa quasi tenerezza (o superficialità). Se a questo cine-scherzo, si unisce poi l'ormai abusato filone dei cervelli, o banalmente degli esseri umani, in fuga dall'Italia senza domani, il risultato è uno scialbo prodotto (Non è un paese per giovani) che potrà al massimo fare la gioia di chi ha già le valigie in mano e gli serve un po' di ottimismo all'acqua di rose.

Non è un paese per giovani (2017, di Giovanni Veronesi) inizia il suo viaggio mostrando i tanti italiani in giro per il mondo che che mandano video-messaggi, felici e spensierati (o quasi). Piccole istantanee senza il minimo approfondimento. Post visivi superficiali che non dicono nulla, avvallando al massimo un'idea che andarsene risolverà qualcosa, o magari no, forse. Andiamo, poi si vedrà. Andiamo che tanto peggio di così non può essere.

Film tiepido, il cast però funziona. Dopo il brillante esordio in Scialla! (2011, di Francesco Bruni) e le successive conferme in Un giorno speciale (2012, di Francesca Comencini), presentato in concorso alla 69° Mostra del Cinema di Venezia, e Allacciate le cinture (2014, di Ferzan Özpetek), il giovane Filippo Scicchitano torna protagonista di un'opera corale. Ingenuo (a tratti) ma risoluto. Combattivo e desideroso di andare avanti anche da solo se necessario. Si ritrova dentro un'avventura che non avrebbe mai immaginato di vivere.  


Idealista, comunista e generoso, è invece il personaggio interpretato dall'eclettico Sergio Rubini (Tutto l'amore che c'è, Mi rifaccio vivo - di cui è anche regista, Dobbiamo parlare) che aggiunge una nuova e divertente performance a una carriera variegata come poche nel panorama nostrano. Banalità, se vogliamo, l'immancabile l'italiano-truffatore con l'accento meridionale interpretato da Nino Frassica impegnato in attività di ristorazione e con un debole per le compagnie sessuali più sfrenate.

La Cuba di Veronesi quasi non inquadra i militari che nella realtà sono ovunque (parlo per esperienza diretta, ndr). Locali dove si balla. Qualche scorcio di casa particular e quelle spiagge cristalline tutt'ora precluse ai residenti. Lì ne mezzo, due italiani sbarcati a Cuba con un fantomatico progetto di business legato al wifi (pronunciato uifi, ndr) legato a sua volta a un traffichino personaggio locale. Non è un paese per giovani atterra in uno dei simboli della Guerra Fredda facendo la figura di uno scolaretto che gioca a imporsi come ricercatore d'alto lignaggio.

Non ci vuole una laurea in politica internazionale per capire che l'apertura di Cuba sarà molto lenta e qualora avvenisse, non sarà a certo a portata di affare per giovani stufi delle catene di casa propria. Luciano e Sandro partono senza troppe idee e forse con la convinzione che comunque gli resterà un'esperienza quando passeggeranno nuovamente a Trastevere. Forse siamo tutti un po' troppo assuefatti a sentire che l'Italia Non è un paese per giovani. Forse tutti vorremmo che l'Italia iniziasse a esserlo seriamente.

Il trailer di Non è un paese per giovani

Non è un paese per giovani - Euro60 (Nino Frassica) e Sandro (Filippo Scicchitano)  

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