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mercoledì 21 marzo 2018

Oltre la notte, incubo senza fine

Oltre la notte - La disperazione di Katja Sekerci (Diane Kruger)
Un vile attentato. I pregiudizi. Il desiderio di vendetta. Un incubo senza fine. Un incubo che prosegue inesorabile anche Oltre la notte (2017, di Fatih Akin).

di Luca Ferrari

Un atroce azione criminale. Una famiglia distrutta. La polizia indaga, una donna è alla deriva. Quale futuro può esserci per chi perde i propri affetti più cari per mano razzista? Il sentiero è duro. Il sentiero è una scogliera senza oceano né tramonti. Il sentiero è un vicolo cieco e sordomuto. Ispirato agli attentati di Colonia per mano della falange neonazista Nationalsozialistischer Untergrund (NSU), è uscito sul grande schermo Oltre la notte (2017, di Fatih Akin).

Katja (Diane Kruger) e Nuri Sekerci (Numan Acar) sono una coppia multietnica della Germania contemporanea. Lei tedesca, lui turco di origine curda. Dopo aver scontato una pena in galera per spaccio di droga, l’uomo si è messo in carreggiata e ora ha un proprio studio commercialista dove svolge anche il lavoro di traduttore per molti connazionali. A dargli la forza di cambiare vita, oltre alla moglie anche il figlioletto Rocco (Rafael Santana).

È una giornata come altre quando Katja porta il piccolo dal marito al lavoro per vedersi con la sorella incinta. Prima di andarsene, una giovane ragazza lascia una bicicletta nuova con bauletto posteriore  proprio lì davanti. Katja se ne accorge e la mette in guardia sul fatto che gliela potrebbero rubare. Questa ringrazia, specificandole che sarà di ritorno in pochi istanti. Katja se ne va spensierata, pronta a godersi un pomeriggio di relax. Al suo ritorno però, nulla sarà più come prima. Un’esplosione ha ucciso marito e figlio.

È la fine. È un incubo da cui è impossibile svegliarsi. Un orrore inimmaginabile. La polizia inizia le indagini e manco a dirlo, la prima pista su cui puntano sono fantomatici legami religiosi con chissà quali gruppi terroristici. Nulla potrebbe essere più lontano dalle verità. Katja ha un sospetto, e lo dice chiaramente al proprio avvocato e amico di famiglia, Danilo Fava (Denis Moschitto): “sono stati i neonazisti”, e potrebbe essere stata quella ragazza che abbandonò la bicicletta.

Fatte le indagini, la pista della donna sembra corrispondere al vero. Gli indizi portano proprio ad André (Ulrich Brandhoff) ed Edda Möller (Hanna Hilsdorf). Si va al processo ma ovviamente il passato del marito, ex-spacciatore, emerge trascinando con sé anche la moglie, accusata dalla difesa capitanata dal deciso avvocato Haberbeck (Johannes Krisch), di essere stata poco lucida il giorno dell’attentato e dunque incapace di riconoscere davvero la presunta terrorista.

Sul banco dei testimoni intanto si siede anche il padre del ragazzo, Jürgen Möller (Ulrich Tukur), le cui parole di disprezzo verso il figlio per le idee antisemite sembrano far pensare al più scontato degli verdetti. A sparigliare le carte però, la testimonianza di un albergatore greco dalle idee non troppo distanti di quelle degli imputati. La sentenza viene emessa, quello che accadrà dopo è un viaggio senza una vera meta. O forse è tutto già deciso.

Presentato alla 70° edizione del Festival di Cannes dove Dianek Kruger si è aggiudicata il Prix d'interprétation féminine, nei primi mesi dell’anno Oltre la notte ha conquistato anche il Golden Globe, il Critics’ Choice Award e il Satellite Award (qui bissando anche il successo della Kruger, ndr) come Miglior film straniero, mancando (...) la partecipazione alla cinquina finale degli Oscar,  questi poi andato al film cileno Una donna fantastica (Una mujer fantástica), di Sebastián Lelio.

Diane Kruger (The Hunting Party, Bastardi senza gloria, Padri & figlie) regala un’interpretazione che dire intensa è dire poco. Se è vero che è più facile far piangere che ridere, l’attrice tedesca va oltre la mera disperazione. Le lacrime. Le urla di disperazione. Le sigarette. Il sangue. La forza contro entrambe le famiglie. La risolutezza nel cercare una via d’uscita (vendetta). La rabbiosa reazione inzuppata di odio contro Edda mentre viene letto dal medico il rapporto su come il figlio è stato trovato dopo l'esplosione.

Non c’è solo il bieco razzismo, anche in un dramma mostruoso com'è quello dell'assassinio, l’egoismo umano fa la sua spregevole parte. Se la madre di Katja appare di posizioni poco "multietniche", spingendo la figlia a far ricadere tutte le colpe sul marito (inclusa la droga trovata in casa dalla polizia), i suoceri vorrebbero portare in Turchia i resti del figlio e del nipote, dandole poi il colpo di grazia al funerale dicendole “se fossi stata più attenta, MIO nipote sarebbe ancora vivo”.

Se l'acclamato regista Steve Spielberg in questi giorni ci sta portando nella realtà virtuale di Ready Player One, il collega Fatih Akin (La sposa turca, Soul Kitchen, Il padre - film quest'ultimo sul genocidio armeno) ci mette al muro di una realtà che riguarda tutti noi: il razzismo più ignorante ormai sconfinato in azione terroristiche. Se una grande fetta di mondo inneggia a fantomatiche guerre di civiltà, dimenticando che la stragrande maggioranza del mondo arabo si fa pacificamente gli affari propri, nelle comunità occidentali monta l'odio verso lo straniero (ben alimentato dalle forze politiche) con le più inevitabili conseguenze.

Ciò che colpisce poi di Oltre la notte è la giovanissima età dei terroristi e la domanda dovrebbe emergere impetuosa e spontanea: come possono due ragazzi arrivare a compiere un simile gesto e per di più definirsi seguaci di Adolf Hitler? Se così fosse, è evidente il fallimento di una intera società. Un’ammissione di colpa però che nessuno avrà mai il coraggio di affermare per paura di perdere qualche voto. Meglio chiudere gli occhi e sperare che la patata bollente se la sbologni qualcun altro.

Oggi, nel 2018, la xenofobia equivale a una dichiarazione di guerra. Troppi i precedenti per stare zitti. Troppe le (ignorate) lezioni di storia per credere che siano il delirio di qualche opportunista. In principio si spara/prende a pugni-calci, poi si passa alle piazze e infine ci spaparanza tronfi in Parlamento. L’iter è questo, sul grande schermo così come nella realtà. La gente ci casca perché come diceva l’incazzoso trader Mark Baum (Steve Carell) de La grande scommessa, “è più interessata all’attricetta che va in clinica a disintossicarsi o al risultato della partita di football”.

Oggi nel 2018 un film come Oltre la notte (2017, di Fatih Akin) va ben oltre le riflessioni e le lacrime (tante) che si versano nel corso della proiezione. Oltre la notte (2017, di Fatih Akin) è una pugnalata volontaria ai pregiudizi e all'apparente quiete che ci circonda. Oggi, attraverso la rete della condivisione senza controllo, anche un singolo post può contribuire a far esplodere tutto, semplicemente approfittando dell'ignoranza e l'odio ben veicolato. Bisogna leggere con attenzione il mondo che ci circonda e comprendere chi siamo davvero prima del prossimo e decisivo passo oltre la notte.

Il trailer di Oltre la notte

Oltre la notte - l'avvocato Danilo Fava (Denis Moschitto) in tribunale insieme a Katja (Diane Kruger)
Venezia, al cinema Giorgione a vedere e recensire Oltre la notte © Luca Ferrari

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