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giovedì 24 maggio 2018

Deadpool 2, lo stagista X-Men

Deadpool 2 - Domino (Zazie Beets), Wade (Ryan Reynolds) e Cable (Josh Brolin)
Un giovane mutante è inseguito da un colosso venuto dal futuro. Lo stagista Wade Wilson e la sua X-Force sono pronti alla "logorroica" azione. Deadpool 2 (di David Leitch), al cinema.

di Luca Ferrari

Ironico. Deciso. Smaliziato. Il supereroe più irriverente del circondario e oltre è tornato. Al suo fianco, vecchi e nuovi amici. Dentro i suoi fianchi, la consueta cascata logorroica di parole e colpi letali. C’è spazio anche per la malinconia, coraggio e l’amicizia ma comunque sopra le righe. Deadpool 2 (2018, di David Leitch) è arrivato al cinema con la volontà decisa di prendere a calci, lì dove non batte il sole, qualsiasi valoroso soldato Marvelliano. E lo fa, eccome se lo fa. Anche se per caso dovesse ritrovarsi senza gambe e attendere che gli ricrescano.

Wade Wilson (Ryan Reynolds) è ormai lanciato nella fama. Uno dopo l’altro, i cattivi cadono sotto i suoi proiettili. Non tutto va come dovrebbe però, e a rimetterci è l’amata Vanessa (Morena Baccarin). Abbattuto e sconsolato, dopo un maldestro tentativo di suicidio, ci pensa il possente amico mutante Rasputin (Andre Tricoteux) a salvarlo e portarlo all’Accademia degli X-Men, dove ad aspettarlo c’è anche Testata Mutante Negasonica (Brianna Hildebrand) insieme alla sua fidanzata, la simpatica Yukio (Shioli Kutsuna).

Arruolato come stagista, la sua prima missione è risolvere un’intricata situazione che vede protagonista e fuori controllo il giovane Russell/Firefist (Julian Dennison), deciso a scatenare la potenza del suo fuoco manuale contro il preside (Eddie Marsan) e tutto lo staff di sadici e pedofili. Deadpool come ogni buon X-Men non dovrebbe uccidere nessuno ma la situazione sfugge di mano (grilletto) e per questo entrambi vengono portati nella terribile prigione di ghiaccio dove vengono rinchiusi i mutanti pericolosi con tanto di collare che impedisce di usare i loro poteri.

Prima della trasformazione, Wade Wilson era malato di più cancri. Situazione che ora ritorna puntuale. Quello che non può immaginare è che di lì a qualche inevitabile rissa da prigione, la suddetta verrà attaccata da un forzuto venuto dal futuro, il possente Cable-Nathan Summers (Josh Brolin), giunto fin qui per fare fuori proprio quel ragazzotto che Wade aveva cercato di placare. Ma quale mai sarà la ragione? Poco importa. Wade lo difende ma da solo non basta. Insieme al compare Weasel (T. J. Miller), danno luogo a un esilarante recruting day per mutanti e così formare la X-Force.

Vengono scelti Bedlam (Terry Crews), Shatterstar (Lewis Tan), Zeitgeist (Bill Skarsgård), lo Svanitore (Brad Pitt), l’umano baffuto Peter (Rob Delaney) e infine Domino (Zazie Beetz), una che a suo stesso dire ha un solo super potere: è fortunata, cosa che ovviamente la porterà a un estenuante ping-pong vocale con Wade. Al casting partecipa anche l’amico Dopinder (Karan Soni), che puntuale viene rifiutato e utilizzato come sempre come autista. La squadra è pronta. Cable avrà pane per i suoi denti ma sono molti i dettagli che Deadpool deve ancora capire di questo anomalo nemico e del ragazzo al centro delle sue mire.

Davvero particolare questo regista, David Leitch, noto anche come stuntman e attore. Dietro la telecamera, un esordio da urlo con il cult John Wick (2014), action oscuro con protagonista Keanu Reeves, per poi passare al mondo dello spionaggio in epoca di Guerra Fredda con Atomica Bionda (2017) con una donna al centro della scena, la premio Oscar Charlize Theron, al fianco di James MacAvoy e John Goodman. E ora il personaggio più folle dell’armada supereroica, salendo nettamente di livello rispetto al primo Deadpool (2016) di Tim Miller.

Sceneggiato dallo stesso Reynolds insieme a Rhett Reese e Paul Wernick, Deadpool 2 è un film che conquista. Non è solo la linguaccia di Wade Wilson a raccogliere proseliti, ma autentiche scene diventate subito memorabili, finale incluso. Apocalypse Now potrà anche avere la sua "Cavalcata delle Valchirie", Deadpool 2 sarà per sempre legato a "Thunderstruck" degli AC/DC, accompagnamento a dir poco strepitoso nell’assalto volante al convoglio carcerario. Dimenticatevi poi di Basic Instinct. Dopo aver visto Deadpool 2, nulla sarà più come prima.

Cast molto bene assortito. Citazioni su citazioni di film da parte del protagonista, a tratti quasi TonyStarkiano. Su tutte, il Willy l'Orbo dei Goonies riferito a Cable (chissà come mai! ndr), il cui interprete Josh Brolin è appena reduce da un altro cinecomic, vestendo i panni sovrumani di Thanos nello scontro totale di Avengers: Infinity War (2018, di Anthony e Joe Russo). Sarebbe divertente vedere Deadpool alle prese con i più ligi Vendicatori ma salvare il Pianeta forse non è nelle sue corde (vocali), per cui godiamoci questa sua nuova avventura con la speranza di vederlo ancora sul grande schermo, sempre diretto da David Leitch.

Il trailer di Deadpool 2

Deadpool 2 - Yukio (Shioli Kutsuna)
Venezia, cinema Rossini - Tutto pronto per la visione di Deadpool 2 © Luca Ferrari

giovedì 10 maggio 2018

"Loro" di Paolo Sorrentino, no grazie

Loro - Silvio Berlusconi (Toni Servillo)
Loro (1 & 2), il nuovo doppio film di Paolo Sorrentino non l’ho visto e non lo vedrò al cinema. Senza fretta aspetterò che sbarchi sul piccolo schermo e vi spiego il perché.

di Luca Ferrari

L’ho detto e lo voglio ribadire. Non sono andato al cinema a vedere Loro (1 & 2) di Paolo Sorrentino né ho intenzione di farlo. Con estrema franchezza posso dire che non spenderò neanche un euro per i suddetti lungometraggi e spetterò che siano trasmessi sul piccolo schermo. Il perché di questa decisione ve lo spiego in pochi semplici punti. Non sono verità assolute, sono considerazioni basati sulla visione di trailer, interviste, lettura di articoli e ragionamenti personali.

  • Giorno dopo giorno, in Italia si sta dimenticando chi sia stato e chi sia tutt’ora Silvio Berlusconi. Andare a vedere un doppio film che tratta in modo poco approfondito la questione politica è quasi offensivo per un uomo che dovrebbe chiedere scusa a milioni di italiani. Non voglio assolutamente dire che Sorrentino stia contribuendo al revisionismo dell’ex-Presidente del Consiglio, ma con un uomo così si poteva (doveva) osare di più
  • Paolo Sorrentino (Le conseguenze dell'amore, Il divo, This Must Be the Place) è un bravo regista ma troppo innamorato della sua intelligenza e arte. Non è ancora agli ego-livelli di David Lynch ma troppo spesso la storia cede il passo allo stile. È una scelta e va rispettata. Il risultato ovviamente può dividere. Che un film come Youth – La giovinezza, a dispetto dell’ottimo cast (Michael Caine, Jane Fonda e Harvey Keitel), non abbia minimamente lasciato il segno, qualcosa vorrà pur dire
  • Toni Servillo (Gomorra, Il gioiellino, Bella addormentata) sta rischiando di diventare per Sorrentino ciò che Roberto Benigni & la moglie Nicoletta Braschi sono per lo stesso regista toscano, talvolta fuori posto e ripetitivi. Volente o nolente, il Berlusca “Sorrentiniano” ricorda il Jep Gambardella del pluri-premiato La grande bellezza. Servillo è un mostro di bravura ma si poteva pensare a una storia e/o a un interprete differente ma questo si sa, non è la maniera del regista napoletano
  • A dispetto dell’ottima interpretazione di Elena Sofia Ricci (Ex, Mine vaganti, Ho ucciso Napoleone) nei panni dell’ex-moglie Veronica Lario, ci sono fatti che paiono creati ad hoc per sfruttare la "curiosità" morbosa del pubblico. La storia e la rottura tra Silvio e Veronica assunse nel corso degli anni le sembianze di una (squallida) telenovella così abilmente (s)venduta sui giornali e su pseudo trasmissioni televisive. Di vederla anche al cinema l'interesse è pari allo zero assoluto
  • L’Italia di Berlusconi e dunque raccontata da Sorrentino è un mondo che potrà tanto “divertire” chi non vi abita, ma qui la situazione è diversa. Basta un po’ di populismo, uno sbarco di persone disperate di troppo ed ecco tornare subito di moda, invocato come salvatore della patria. L’Italia è notoriamente un paese che legge e si documenta poco. Qualunque sia il messaggio contenuto in Loro (di Paolo Sorrentino), saranno in pochi a capirlo e temo che la massa vedrà solo il marcio luccicante. Quel marcio "truffaldino" da cui è sempre e tragicamente attratta 
L'Italia è uno Stato con la memoria corta. Come ha dimenticato i crimini del Fascismo così ha già fatto tabula rasa di tutto ciò che Silvio Berlusconi ha fatto (e non fatto). Basterebbe solo citare il macello della scuola Diaz avvenuto sotto il suo secondo Governo, fatto definito da Amnesty International la più grave sospensione dei diritti umani nell'Europa dopo la II Guerra Mondiale, per porsi qualche interrogativo. In conclusione, di vedere al cinema un doppio film che non ha il coraggio di prendere una posizione contro un uomo simile, la mia risposta è al contrario decisa: no!

Il trailer di Loro 2

Loro - lo spregiudicato affarista Sergio Morra (Riccardo Scamarcio)

mercoledì 9 maggio 2018

Bordertown, il massacro (vero) di donne

Bordertown - Eva Jimenez (Maja Zapata) è sola in autobus
Donne massacrate e uccise. È avvenuto a Ciudad Juarez, in Messico. Una giornalista indaga a rischio della sua vita. Tratto dalla cronaca più atroce, Bordertown (2007, di Gregory Nava).

di Luca Ferrari

Una violenza costante, brutale e taciuta. Un inferno sepolto. Agli inizi del terzo millennio la cittadina messicana di Ciudad Juarez balzò alle cronache (poche) per una continua serie di violenti omicidi ai danni di donne. Amnesty International lanciò un fragoroso grido di allarme e denuncia. Nel 2007 il regista-sceneggiatore Gregory Nava portò quell’orribile fatto di cronaca sul grande schermo, Bordertown (2007), con Jennifer Lopez, Charlie Sheen e Antonio Banderas.

Il film è un autentico viaggio nell’inferno senza ritorno. Forte della fama degli attori principali,il film  provò a far conoscere il dramma delle donne massacrate di Ciudad al mondo intero. Lauren Adrian (Jennifer Lopez) è una giornalista che inizia a occuparsi di queste donne, umili lavoratrici, che spariscono nel nulla. Il suo coraggio la porterà a rischiare la propria vista fino a ritrovarsi nel buio più totale della paura. La stessa delle vittime.

Sono passati 11 anni da quando mi accomodai al cinema Astra del Lido di Venezia a vedere Bordertown (2007, di Gregory Nava). Da allora la parola “femminicidio” è entrata nel vocabolario italiano ma quanto è cambiato davvero? La cronaca viene abilmente manipolata a seconda dell’etnia dell’aggressore. Finché anche una sola donna non denuncerà chi la brutalizza o minaccia, l’azione umana non sarà stata adeguata e noi avremo miseramente fallito.

Il 2018 è stato l’anno dello scandalo legato agli abusi di Harvey Weinstein ed è curioso e tragico che in questo periodo di grandi movimenti femminili e lotta contro la violenza sulle donne, nessuno abbia osato criticare la scelta di riproporre sul grande schermo Ultimo tango a Parigi. Un film questo durante il quale lo stesso (intoccabile) regista Bernardo Bertolucci, ha dichiarato tronfio di aver sodomizzato la protagonista Maria Schneider.

Troppo spesso snobbata per la sua sfavillante vena glamour, Jennifer Lopez è un'attrice che meriterebbe più considerazione, avendo (tra l'altro) scelto spesso cine-strade poco commerciali. Più volte si è cimentata con la violenza, a cominciare dal drammatico Via dall’incubo (2002, di Michael Apted), proseguendo con Il vento del perdono (2005, di Lasse Hallström) e poi approdando sul piccolo schermo con la serie televisiva Shades of Blue al fianco di Ray Liotta, di cui a breve comincerà la terza stagione.

Che cosa sta succedendo a Ciudad Juarez in questo momento? Non lo so davvero e non lo sapete nemmeno voi. Che cosa sta succedendo a centinaia di migliaia di donne in tutto il mondo? Non lo sappiamo e con tragica probabilità ne verremo a conoscenza solo dopo il loro necrologio.  Bordertown (2007, di Gregory Nava) parla di una strage contemporaneo le cui radici piangono soffocate nei secoli e nei decenni passati. Che questa piena di sangue s'interrompa dipende da ciascuno di noi. Come giornalista e scrittore, questo è il mio contributo:

CI POTREI ESSERE IO IN UNA DI QUELLE FOSSE

è uscita dalla sua tomba
…la tragedia della sua storia
è tutta nel sangue
che continuerà ad essere versato
anche dopo di lei

e anche se il corpo carbonizzato
del suo assassino
non verrà mai richiesto da nessuno,
la globalizzzazione di sangue
è immune ai ricorsi
e a qualsiasi polverosa protesta
su scala cittadina-mondiale

Pensi davvero che non potresti essere
anche tu uno di quella fossa?
Pensi davvero che non potresti essere
anche tu uno di quella fossa?

...Non Armare Fratricidi Traffici Anti-umani…

ormai è giorno
e NON VOGLIO ARCHIVIARE
…è ancora notte
e NON HO ALCUNA INTENZIONE DI ARCHIVIARE
l’ennesimo atto di ferocia umano
solo perché giudicato insignificante
agli occhi di qualche colpo di pistola
sparato alle spalle

tutte le volte che ho sentito dire
che non sarebbe successo niente di male
mi sono trovato a fare i conti
con il rifiuto di pubblicare la storia
e l’auspicio a non far più ritorno
…è la differenza fra me e chiunque
non sia in disaccordo con quello che succede

Il turno è terminato, dirigersi
verso l’uscita…ormai è giorno,
ma la notte farà ancora ritorno
per qualcuno di noi…
(cinema Astra, Lido di Venezia [VE], 27 Marzo ‘07)

Bordertown (2007, di MGregory Navas

martedì 8 maggio 2018

Infinity War, gli Avengers contro la dittatura

Avengers: Infinity War - il possente e spietato Thanos (Josh Brolin
Ogni dittatura subita è una forma di estinzione. La minaccia aliena è più forte che mai. Chiunque si schieri contro l’invincibile Thanos è il benvenuto a unirsi insieme agli Avengers in Infinity War.

di Luca Ferrari

Un tiranno spietato è deciso a prendersi le sei Gemme dell'Infinito e così sterminare metà dell'intero universo. Lui si vede come un benefattore. Nella sua folle visione l’intero mondo è sovraffollato ed è per questo che le risorse in ogni pianeta si stanno esaurendo. Qualcuno per fortuna non è d’accordo ma il semplice unire le forze non sarà sufficiente. Questa volta nemmeno il coraggio più audace potrà bastare per spegnere il progetto allucinante di questo alieno. Sarà una dura battaglia, sulla Terra e altrove. Questo è il tempo di Avengers: Infinity War (2018, di Anthony e Joe Russo).

Cinque anni or sono il possente Thanos (Josh Brolin) mandò Loki (Tom Hiddleston) a preparargli il campo sulla Terra. Dopo che l’Asgardiano ha rimediato una sonora sconfitta, adesso è arrivato il momento di fare da sé. Un pianeta dopo l’altro, cadono tutti e la situazione è sempre la stessa. Metà popolazione vive, metà muore. Una dopo l’altra, Thanos punta alle Gemme dell’Infinito. Adesso è il turno della Terra, due delle quali sono custodite da Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) e Visione (Paul Bettany).

Anche il possente Thor (Chris Hemsworth) subisce l’atroce punizione distruttiva di Thanos e i suoi spietati sgherri, e a dispetto della strenua resistenza opposta insieme al sempre ambiguo fratellastro, il leale Heimdall (Idris Elba) e Hulk (Mark Ruffalo), finisce in una letale disfatta. Divisi e mal ridotti, il gigante verde, una volta rientrato sulla Terra, riesce a mettere in allarme i non più amici Tony Stark-Iron Man (Robert Downey Jr.) e Steve Rogers-Captain America (Chris Evans), sebbene in modi non del tutto classici e dopo le prime scaramucce spaziali con questi nuovi e atroci nemici.

Malridotto e mezzo morto intanto, il dio del tuono s’imbatte per puro caso nella salvifica astronave dei guardiani della galassia al gran completo: Peter Quill-Star Lord (Chris Pratt), Drax il Distruttore (Dave Bautista), il procione Rocket (voce originale di Bradley Cooper), il mix arboreo-umano Groot (voce originale di Vin Diesel), ora adolescente e sempre con un videogioco tra le mani-radici, Mantis (Pom Klementieff) e Gamora (Zoe Saldana), figliastra di Thanos e attesa da un doloroso incontro con Nebula (Karen Gillian). La coalizione è necessaria.

Di fronte a un nemico tanto potente, tornano tutti in campo: Natasha Romanoff-Vedova Nera (Scarlett Johansson), il giovane Peter Parker alias Spider-Man (Tom Holland) che presto si pentirà di aver disertato la gita scolastica per aiutare il suo padrino supereroico. A difendere la gemma custodita nella testa di Visione si uniranno anche la sua amata Wanda Maximoff-Scarlet (Elizabeth Olsen), il "Soldato d'Inverno" Bucky (Sebastian Stan), Sam Wilson-Falcon (Anthony Mackie), James Rhodes-War Machine (Don Cheadle) e T'Challa-Pantera Nera (Chadwick Boseman) insieme a tutti i guerrieri di Wakanda.

Tutti sfidano Thanos. Una battaglia per riequilibrare l’universo. Una battaglia dove i sentimenti dimostrano di avere ancora qualcosa da dire. La domanda è: ci saranno anche domani? La sfida è impari ma l’umanità la affronta comunque e quando Captain America blocca il pugno di Thanos, già forte di 5 gemme su 6, non si può non riflettere su cosa rappresenti questa azione. È il coraggio di affrontare qualcuno più forte di te. È il coraggio del singolo capace di non abbassare lo sguardo dinnanzi alla prepotenza. La volontà di Steve Rogers è il seme che ciascuno dovrebbe far piantare dentro di sé per non lasciare questo mondo in mano agli spietati.

Dopo essersi concentrati su Captain America (The Winter Soldier, 2014), testando il film corale nel non troppo convincente scontro fra amici-supereroi, Captain America – Civil War (2016), questa volta i fratelli Anthony e Joe Russo li hanno chiamati tutti a raccolta. Vendicatori, Guardiani della Galassia, Black Panther e il regno di Wakanda, nessuno escluso. Il risultato è un film intelligente, capace di spaziare con abilità tra azione, dramma e ironia. Attingendo alla tavolozza di emozioni umane lasciando al proprio vissuto, identità o valori che si preferisca, qualche ulteriore valutazione.

Se l’inarrivabile The Avengers (2012, di Joss Whedon) sorprese chiunque riuscendo a gestire alla perfezione la presenza di almeno 7 indiscussi protagonisti, qui la sfida era ancora più massiccia. Ammirevole l’operato dei due sceneggiatori, Christopher Markus & Stephen McFeely, che hanno saputo mantenere più segmenti narrativi senza mai scivolare nella confusione o il pressapochismo. Thanos, ottimo villain ma il primo Loki è di un’altra razza. È proprio la sua infida umanità a renderlo così dannatamente superiore a chiunque.

Chi è Thanos? Un bullo. Un mafioso. Un potente ignorante che ritiene di aver capito tutto e che, sfortuna per l’universo, è in grado di poter sacrificare miliardi di creature viventi. Chi è Thanos? È la scelta sicura. Thanos è il lasciar fare le cose sporche a qualcun altro, sperando di essere dalla parte giusta (viva) al momento delle sue inattaccabili decisioni. Chi è Thanos? È l’ennesimo megalomane che si erge a divinità e tutti devono fare come vuole lui. In alternativa, c’è sempre la valida morte.

Chi sono gli Avengers o comunque tutti coloro che combattono Thanos? Sono i partigiani. È la ribellione che insorge. Chi sono i rivali di Thanos. Sono persone che occupano un posto molto particolare nella società o non ce l’hanno ancora così definito, fatta eccezione per il regno di Wakanda, comunque un piccolo mondo a parte. Sono l’ispirazione per un mondo che crede ancora nell’unità delle genti e che insieme si possa guardare a una nuova alba dell’umanità.

Con la complicità della rete e l’ignoranza sempre più dilagante, menti acute e studiose, o più semplicemente esperte manipolatrici, si ergono a guide integerrime delle genti con fin troppa facilità. Gonfiano il petto e lanciano slogan. Fanno del proprio fine una strada a senso unico oscurando un valore universale ormai sempre più sbiadito, l’umanità. Impongono la propria legge schiacciando la testa di chiunque non sia un riflesso esecutivo del proprio sé .

L'altro schieramento al contrario sono amici. Sono ex-colleghi. Sono instabili ma con un alto senso del rispetto reciproco e cosa più nobile, non si colpiscono alle spalle. A parole sono degli anarchici, nei fatti sono una squadra. Bella parola questa, squadra. Al giorno d’oggi nessuno sa più cosa significhi davvero. Tragicamente sostituita dalle sorellastre come gang, banda, branco, etc. Una vera squadra è in primo luogo un gruppo di persone capace di sacrificare la propria vita per un compagno o qualcuno più debole.

A seconda della propria ideologia (…), oggi i modelli che vanno sono ancora i Putin, i Berlusconi, i Trump. Perché sorprendersi dunque se in Italia sono stati dimenticati gli atroci orrori del Fascismo, ben esportati per altro in terra etiope, spagnola, slava e greca? Al 2018 per la maggior parte della gente, la soluzione è il dittatore dell’universo. Che poi questo uccida senza pietà non fa nessuna differenza. Thanos è vivo e vegeto, ma dei guardiani della libertà e soprattutto dell’umanità, si sono perse le tracce ormai da un pezzo.

Avengers: Infinity War (di Anthony e Joe Russo) si è ampiamente guadagnato il diritto di riportarci al cinema per la seconda e ultima parte della battaglia. Bisognerà aspettare la primavera 2019 per conoscerne l'esito. Nel frattempo si potrà ingannare l’attesa con Ant-Man and the Wasp e Captain Marvel, rispettivamente in uscita nell'agosto di quest’anno e il marzo prossimo. E noi qui, alle prese con mille dittatori e dittature, cosa facciamo? Guardiani dell’umanità e della libertà, uscite allo scoperto e uniamoci.

Il trailer di Avengers: Infinity War

Avengers: Infinity War - Steve Rogers Captain America (Chris Evans) blocca la mano di Thanos