la giornalista Luisa Galati immersa nella Mostra del Cinema |
di Luca Ferrari
“Sono una persona
curiosa e appassionata d'arte e di cinema. Quello che faccio è sopravvivere
dando sfogo alle mie passioni. In particolar modo la scrittura, la critica e il
poter lavorare in ambito artistico”. Si presenta così la veneziana Luisa
Galati, ai nastri di partenza della sua prima esperienza come inviata stampa
alla 72° edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2-12 settembre).
Di giorno occupata presso la Biennale di Venezia, la sera e nel tempo
libero impegnata a scrivere interviste e articoli per i giornali on line
Mollotutto (www.mollotutto.com) che parla soprattutto di italiani fuggiti
all'estero e residenti un po' in tutto il mondo, e DVclub,
magazine dedicato all'arte, scienza e tecnologia, “ed è per quest'ultimo
magazine che vengo alla mostra come stampa”, spiega Luisa, “non escludendo d'intervistare
qualche regista che lavora in Europa o altrove per Mollotutto”.
A un giorno dall'inizio ufficiale del Festival del Cinema di Venezia, cineluk ha icontrato Luisa
Galati per una piacevole chiacchierata tra colleghi tra presente, ricordi di
cinefila e cine-suggerimenti per la Biennale di Venezia, con il finale dedicato
al binomio cinema & danza orientale, pratica quest'ultima di cui Luisa è
una valida interprete da anni ormai.
Quali film seguirai?
Possibilmente tutti.
Quale film (uno o più) sei più curiosa di vedere
e perché?
Sono curiosa de L'attesa di Piero Messina in quanto è un
thriller, genere che amo molto e in più ha un'ambientazione siciliana. So che è
nato come cortometraggio e dal successo che ha avuto ne è nata la versione
attuale. Altro film che m'incuriosisce è
Danish girl che narra la storia del primo transessuale.
Preferiresti vincesse un film straniero, un film
italiano o ti interessa solo che sia un bel film?
Il film vincitore per me dovrebbe essere quello più innovativo, ben
girato e con un tocco di personalità del regista. Non importa che sia italiano
o straniero.
Quale film secondo te il pubblico apprezzerà di
più e perché?
È difficile dirlo a priori. Intanto credo che la presenza di Johnny
Depp attirerà il grande pubblico e che ci sia attesa per Black mass, in cui è
il protagonista.
Da non giornalista sei mai venuta alla Mostra? A
vedere cosa?
Data la mia passione per la settima arte sono venuta varie volte. Fare
un elenco di tutti i film che ho visto sarebbe troppo lungo.
Qual è il tuo primo ricordo della Mostra del
Cinema?
Il primo ricordo legato alla Festival è un po' sepolto nella memoria
di adolescente. Diciamo che al momento tra i ricordi più vivi ci sono una
serata al cinema all'aperto in campo S. Polo rigorosamente sola a gustare in
lingua originale Black Dalhia di Brian De Palma, e un pomeriggio in
attesa dei vip a lido mentre vidi passare Madonna.
Se potessi suggerire alla Biennale qualcosa,
qualche evento o simili, che cosa ti piacerebbe vedere alla Mostra del Cinema
che non c'è?
È un'idea che va aldilà della Mostra stessa e cioè proporre una
Biennale “invernale” alternativa. Una grande retrospettiva del cinema con una
sezione dedicata a tutte le edizioni del festival fatte finora. So che è un
pensare troppo in grande, ma secondo me sarebbe un modo per attirare anche
durante la stagione fredda molti appassionati.
C'è una pellicola che ha un posto speciale nella
tua anima?
Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore è un film che suscita
sempre uno strano sentimento in me. È un tributo d'amore al Cinema visto prima
con gli occhi di un bambino e poi con gli occhi della Storia che ne ha
raccontato i cambiamenti lungo gli anni. Il film è bello e triste nello stesso
tempo. Epica la scena di chiusura della versione tagliata , in cui c'è il
montaggio di scene di baci nei film.
E una frase di un film significativa che ti è
rimasta dentro?
“È assolutamente
evidente che l'arte del cinema si ispira alla vita, mentre la vita si ispira
alla televisione”, naturalmente di Woody Allen. Il perché mi pare evidente, ma
è una frase che mi fa ridere per quanto è vera.
Tu sei anche danzatrice. Non ho memoria di
pellicole che trattino la danza orientale in modo non superficiale. Tu ne
conosci qualcuno? E se condo te perché la danza orientale ha questo trattamento
in Occidente?
Esiste un film tutto su danza orientale, cioè su una ragazza che
impara da una nota ballerina. Whatever Lola Wants (2007, di Nabil Ayouk) e poi Cous Cous (film presentato proprio a Venezia) La sua poca
conoscenza nasce dal fatto che non sono molti i registi di origini
mediorientali conosciuti da noi. Comunque non è molto nella nostra tradizione
il film con ballo e tante musiche stile Bollywood a meno che non sia funzionalealla trama o il film parli proprio di danza. Quello che percepisco, ma spesso
anche a detta di altre danzatrici, questo tipo di danza viene visto e capito in
modo distorto.
la giornalista Luisa Galati (al centro) impegnata con la pratica della danza orientale |
la giornalista Luisa Galati alla 69°edizione della Mostra del Cinema |
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