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sabato 5 settembre 2015

The Danish Girl, il sogno di Lily

The Danish Girl - Lily Elbe (Eddie Redmayne)
In concorso a Venezia72, The Danish Girl racconta la storia di Lily Elbe, la prima transgender della storia. Il semplice sogno di una creatura che voleva essere se stessa.


“L’altra notte ho fatto il più bel sogno della mia vita” racconta Lily Elbe (Eddie Redmayne), “Ero una bambina e mia madre abbracciandomi mi chiamava Lily”. Sono le struggenti parole di una creatura che ha avuto il coraggio di scegliere se stessa e la propria felicità. La prima transgender della storia portata sul grande schermo dal regista Tom Hooper in The Danish Girl, in anteprima alla 72° Mostra del Cinema di Venezia.

Einar Wegener (E.R.)  un affermato paesaggista. I suoi quadri vengono esposti nelle più prestigiose gallerie danesi. Sorte differente invece per l’amata moglie Gerta (Alicia Vikander: Royal Affair, Anna Karenina, Operazione U.N.C.L.E.), ritrattista. Un innocente gioco di travestimento per farle finire un quadro prima e passare sotto mentite spoglie a un evento organizzato dall’amica Oola (Amber Heard), fanno emergere la vera natura di Einar, che è una donna. Una donna desiderosa di impossessarsi della sua anima.

Gerda lo capisce e sebbene sia comunque innamorata del marito, col passare del tempo Lily diventa sempre più presente e ad Einar non resta che regredire. In principio si rivolgono a specialisti col risultato di venire trattato come un anormale o peggio un pervertito, finendo per subire una fantomatica cura a base di radiazioni e rischiando in ultima di venire internato per schizofrenia.

Lily non è pazza. È solo una donna che per troppo tempo è rimasta sepolta in un corpo che non è il suo. A dispetto del ritrovato amico Hans (Matthias Shoenaerts), colui col quale ebbe una prima pulsione da bambino, quando incontra un medico che si dice disposto a tentare per la prima volta l’asporto dell’organo maschile e la costruzione di una vagina, Lily trova la sua pace. Lily è decisa ad andare incontro a quella felicità che la renderà completamente se stessa.

A dispetto dell’indubbio valore della pellicola, il contributo di Eddie Redmayne (The Good Shepered, Marily, La teoria del tutto) è straordinario. La sua timida goffaggine nel porsi dinnanzi ai collant femminili lasciano emergere una curiosità sempre maggiore e quando in teatro inizia a provarsi vestiti e parrucca è come un bambino in un negozio di caramelle. Ancor più imponente (e decisivo) l’attimo in cui nudo davanti allo specchio si nasconde il pene tra le cosce per vedersi come sarebbe se fosse stato una donna anche nel corpo e non solo nell’anima.

È impossibile guardare The Danish Girl senza essere attraversati da un sentimento di rabbia millenaria. Perché oggi, anche nel tanto libero Occidente, omosessuali e transgender hanno vita dura. Ancora oggi politiche bigotte e religioni folcloristiche (purtroppo con milioni di adepti che ne seguono i loro credi) condannano queste persone come sbagliati. Ed è questo il punto.

Che cosa hanno sbagliato? Di che colpa si sono macchiati? Perché i libri devono essere tutti votati all’unione uomo-donna? Chi l’ha deciso? Chi lo ha sancito? Nessuno. Al massimo una morale che non si risparmia di sfruttare gli esseri umani in ogni loro fibra, trattare le donne come oggetti e far morire persone come mosche. Un film importante The Danish Girl. Un film con un grande cast e diretto da un regista sensibile (Il discorso del Re, Les Miserabiles). The Danish Girl, un film dove il sogno diventa realtà. E lo sarà sempre di più.

Il trailer di The Danish Girl

The Danish Girl (2015, di Tom Hooper)

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