Everest - ph. Universal Pictures |
Accoglienza a dir poco gelida per l’anteprima stampa di Everest, il
film di apertura della 72° Mostra del Cinema. A me però una lacrima è scappata.
di Luca Ferrari
E fu così che arrivò il debutto della 72° Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica. A dare il via, Everest
del regista islandese Baltasar Kormakur. Storia vera della drammatica spedizione
nel maggio del 1996 sul tetto de mondo Himalayano che costò la vita nove
persone. Due ore di pellicola in 3D conclusasi in sala Darsena senza la benché
minima emozione trasmessa da parte della stampa: né appalusi né fischi. Niente.
Come ho anche postato su Twitter, sarò sentimentale ma vedere una
donna incinta, Jan (Keira Knightley) che parla al marito Rob (Jason Clarke) praticamente
sepolto dalla neve e dal gelo che non rivedrà più, forse qualche lacrima di
commozione (più di una) se la sarebbe anche meritata. Invece niente. Trama scontata?
Può essere, comunque è una storia vera. Non è che si può barare. E più che Jake
Gyllenhaal, sono i colleghi Josh Brolin, Emily Watson e i due sopracitati a
lasciare il segno.
Pensare che una ruffianata come Birdman, film di apertura l'anno passato, scatenò applausi e Oscar, trovo al momento un trattamento molto ingiusto per Everest. Intanto lì fuori, a dispetto di un cielo caldo-umido, i fan delle star sono già che aspettano.
L'ingresso della sala Darsena verso le 8 del mattino - ph. Luca Ferrari |
Everest - ph. Universal Pictures |
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I fan attendono le star sul red carpet fin dalla mattina - ph. Luca Ferrari |
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