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mercoledì 2 settembre 2015

Lo snobbato gelo commovente di Everest

Everest - ph. Universal Pictures
Accoglienza a dir poco gelida per l’anteprima stampa di Everest, il film di apertura della 72° Mostra del Cinema. A me però una lacrima è scappata.

E fu così che arrivò il debutto della 72° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. A dare il via, Everest del regista islandese Baltasar Kormakur. Storia vera della drammatica spedizione nel maggio del 1996 sul tetto de mondo Himalayano che costò la vita nove persone. Due ore di pellicola in 3D conclusasi in sala Darsena senza la benché minima emozione trasmessa da parte della stampa: né appalusi né fischi. Niente.

Come ho anche postato su Twitter, sarò sentimentale ma vedere una donna incinta, Jan (Keira Knightley) che parla al marito Rob (Jason Clarke) praticamente sepolto dalla neve e dal gelo che non rivedrà più, forse qualche lacrima di commozione (più di una) se la sarebbe anche meritata. Invece niente. Trama scontata? Può essere, comunque è una storia vera. Non è che si può barare. E più che Jake Gyllenhaal, sono i colleghi Josh Brolin, Emily Watson e i due sopracitati a lasciare il segno.

Pensare che una ruffianata come Birdman, film di apertura l'anno passato, scatenò applausi e Oscar, trovo al momento un trattamento molto ingiusto per Everest. Intanto lì fuori, a dispetto di un cielo caldo-umido, i fan delle star sono già che aspettano.


L'ingresso della sala Darsena verso le 8 del mattino - ph. Luca Ferrari
Everest - ph. Universal Pictures
Everest - ph. Universal Pictures
I fan attendono le star sul red carpet fin dalla mattina - ph. Luca Ferrari

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