Cobra Kai - il bullizzato Miguel Diaz (Xolo Maridueña) reagisce...
Il bullismo uccide in un attimo. Il bullismo uccide per una vita intera. Come lo si affronta, e soprattutto, come si sconfigge? La serie Cobra Kai ha molto da insegnare al riguardo.
Umiliati. Picchiati. Derisi. In strada, a scuola e oggigiorno sempre di più, anche sul web. È sempre successo, e una volta si taceva. Oggi se ne parla ma è cambiato ancora troppo poco. Che cosa si può fare per combattere e stroncare davvero il bullismo? È davvero possibile educare i bulli a diventare persone per bene? È davvero possibile iniziare un percorso che porti il mondo ad avere rispetto degli altri? I nostri libri di storia sono inzuppati di sangue e della legge del più forte, e chi non lo è abbastanza, che cosa fa? Di recente ho ricominciato a vedere la serie Cobra Kai, di cui prossimamente uscirà la VI e ultima stagione, e mi sono reso conto quanto il bullismo sia centrale in questa ottima serie disponibile su Netflix, e di come venga affrontato. Potrete anche non essere d'accordo, ma qui almeno ci sono delle risposte.
Cobra Kai inizia nel segno del bullismo. All'uscita da un food store, il giovane Miguel Diaz (Xolo Maridueña) viene aggredito da cinque coetanei della sua stessa scuola, capitanati dal violento Kyler Park (Joe Seo). Per sfortuna di quest'ultimo e dei suoi aggressivi amici, il mal capitato finisce sopra la macchina di Johnny Lawrence (William Zabka), un ex campione di karate ormai caduto in disgrazia e ancora molto arrabbiato con la vita. Johnny un tempo aveva tormentato il mite Daniel LaRusso (Ralph Macchio), dal quale fu sconfitto nel torneo di karate di All Valley. Adesso loro sono uomini, ma dinnanzi alle minacce rivoltegli con (di)sprezzo dai ragazzini, Lawrence reagisce, sistemandoli uno per uno, e salvando il ragazzo. Proprio come fece anni prima il Maestro Miyagi (Pat Morita) con Daniel ai suoi danni e a quelli suoi compari del dojo del Cobra Kai. La storia ricomincia, e Lawrence riprende la via del karate. Saprà comportarsi in maniera diversa rispetto al suo violento sensei John Kreese (Martin Kove)?
Tristi vicende di bullismo si susseguono. Eli Moskowitz (Jacob Bertrand) si è da poco unito al neo-rifondato dojo Cobra Kai. Adesso è un duro e sa colpire. Ha una cresta gigante e un tatuaggio enorme sulla schiena. Si fa chiamare Falco. Fino a poco tempo fa, non era così. Lui, come tanti altri, era vittima di bullismo, ancor di più per un difetto al labbro che lo espone all'umiliazione. Il V episodio della II stagione, "Impegnarsi al massimo", inizia in modo straziante. Eli è un adolescente fragile. La madre è al telefono sta parlando con la scuola. "Mio figlio viene preso in giro tutti i santi giorni" dice la donna preoccupata, "Gli danno nomignoli crudeli. Mostro. Sfigato. Labbro di m**da. Farete un annuncio a scuola? Le chiedo di non menzionare il nome. Lo farebbe sentire in imbarazzo. Penso che questo risolverà il problema". E poi rivolgendosi al figlio, per nulla tranquillizzato, gli dice: "Devono sapere che questi atteggiamenti non possono essere tollerati".
Eli è umiliato e piange. Perché deve vivere questo? Perché nessuno lo aiuta concretamente? A dispetto della telefonata, sa benissimo che la macchina del pubblico ludibrio e della denigrazione non si fermerà, anzi proseguirà. Il ragazzo è distrutto. Si sente uno "sfigato". Si sente condannato a una vita solitaria e senza affetti. "Non sarò mai nient'altro che il tizio con lo strano labbro" dice, andandosene in stanza. Poi crolla. Piange disperato e senza speranza. Questa è una scena che in tanti di noi potrebbero ricordare nella propria vita, o magari l'hanno ingoiata come se il demone di quegli anni si fosse quietato, ma non sarà mai davvero così. Perché Eli viene umiliato e nessuno fa nulla? Perché il resto della sua classe non interviene e non si frappone tra lui e i bulli? Certa gente non capirà mai, anche e soprattutto perché a casa certi comportamenti non vengono trattati con la giusta severità e serietà.
Facciamo un ulteriore passo indietro nella serie. Mentre Miguel inizia solitario gli allenamenti con Lawrence, c'è un'altra persona finita nel mirino dei bulli, anzi delle bulle. Aisha Robinson (Nichole Brown) è una vecchia amica di Sam LaRusso (Mary Mouser), quest'ultima oggi più disinvolta e nel "club delle ragazze trendy", mentre l'amica è rimasta ancora un po' fragile e impaccitata, e per questo sbeffeggiata senza pietà dalla popolarissima e superficiale Yasmine (Annalisa Cochrane), che colpisce a suon di video. Emblema della sua attività di cyberbullismo, una festa. Intenta a mangiare, Aisha viene immortalata con un breve video e utilizzando le tante app disponibili, le vengono messe sopra le orecchie e grugno da maiale. Aisha ne esce distrutta e non trova nessuno al suo fianco. Per sua fortuna, c'è il Cobra Kai e anche lei decide di rialzarsi per "spaccare culi", come spesso viene evidenziato a inizio serie dai bullizzati.
Il cyberbullismo è una piaga dei tempi moderni. La storia ha dimostrato che nemmeno gli adulti sono in grado di gestire la complessità degli smartphone, scadendo in operazioni spesso molto discutibili, e per le quali le autorità latitano. Non lo fanno i Governi e meno che meno i titolari di app e social media, che mettono in mano dei giovanissimi delle autentiche bombe, senza neanche dotarli di una sicura. Giovani abbandonati a se stessi, capaci di colpire a distanza e senza pietà i loro coetanei. Curioso come il voto venga concesso solo dai 18 anni in poi, ma ci si aspetti da un dodicenne una maturità tale da pretendere che non infierisca né finisca nelle sconfinate trappole della rete. Da esperto professionista dei media (social inclusi), vi posso dire con coscienza di causa che i social media andrebbero vietati per legge agli under 18 (almeno), creando inoltre un'app istantanea che blocchi la pubblicazione di qualsiasi foto di minore in rete.
Torniamo alla serie Cobra Kai, chiaramente ispirata alla vita vera. Come si fa a diventare bulli dopo essere stati bullizzati? Accade molto spesso. Succede a Eli "Falco", talmente accecato da quello che ha subito, che adesso è pronto a spazzare via chiunque non faccia a modo suo, incluso l'ex-amico "nerd" fraterno, Demetri (Gianni Decenzo), arrivando perfino a minacciarlo e picchiarlo. Come succedeva a un giovanissimo Johnny Lawrence, nella svolta furiosa di Falco c'è soprattutto lo zampino di Kreese. A differenza sua invece, Demetri sceglie la via del Miyagi-do, guidato da LaRusso. Ve lo ridico. Molti bullizzati diventano bulli. Si scoprirà che lo stesso Lawrence ne era vittima, a casa, per mano del patrigno. "I primi bulli spesso s'incontrano a casa" ammonisce la psicologa. E poi che succede? Alcuni soccombono. Altri reagiscono, magari portandosi atroci cicatrici dentro per sempre. Altri usano la violenza. Lo fanno le persone spesso in modo inconscio. Lo fanno i governi in modo ben più subdolo.
Il bullismo è una piaga dilagante ed è sempre esistito. Rispetto ai tanti decantati anni passati dove in molti della mia generazione dicono si stesse meglio, avrei molto da obiettare, avendo provato sulla mia ignorata pelle l'indifferenza anche di insegnanti, o peggio, assistendo al loro stesso alimentare certi atteggiamenti tossici. Oggi almeno se ne parla di più ma le soluzioni stentano comunque a venire. Quasi tutti ci siamo passati col bullismo, anche se non ci va di raccontarlo apertamente. Magari lo abbiamo chiuso dentro di noi per convenienza ma quelli là, sono ancora lì fuori e un giorno toccherà anche ai nostri figli affrontarli. Se pensassimo di risolvere il tutto esclusivamente con politiche benpensanti per redimere i "cattivi", sarà una sconfitta annunciata. Il bullismo va affrontato di petto e fin dalla più giovane età. Bisogna imparare ad affrontare il lato duro della vita, con le parole ma anche sapendo colpire, o meglio rispondere quando è il momento, senza nascondersi dietro l'autorità anche perché non sarà lì a proteggerci quando saremo in mezzo alla strada. "Non colpirò per primo" ammonisce Daniel a Johnny, in quello che sembra un anticipo di neo-scontro tra gli ex rivali. E Daniel sa come si fa. Non aggredisce ma allo stesso tempo non si tira indietro quando è il momento di contrattaccare.
Cobra Kai mischia le carte. Johnny è stato un bullo ma adesso non lo è più, anche se alle volte non è così evidente. Daniel ha una bella vita ma spesso scivola nel senso di superiorità, comportandosi anch'esso in modo sleale. Entrambi devono ancora imparare molto. In ognuno di noi c'è una parte succube e una parte aggressiva. Abbiamo tutti un dovere morale nelle nostre vite, affrontare le avversità ed essere pronti a sostenere chi si trova in difficoltà, specie quando è solo contro più prepotenti. Daniel e Johnny sono due facce della stessa medaglia. Hanno metodi differenti, ma in fondo credono negli stessi valori. Talvolta arrivano alle mani, moralmente e anche fisicamente. Si affrontano. Si disprezzano. Si riappacificano. In fondo, forse, sono amici ma anche uniti avranno le loro sfide da affrontare. Nuovi bulli più maturi sono pronti a provocare e colpire. Come reagiranno questa volta? Dovranno dimostrare che nessuno può permettersi di abbattere la loro vita senza innescare decisive o fatali conseguenze.
Johnny, Daniel e i loro allievi raccontano insieme una storia comune a tutti noi. Tu da che parte sei?
Cobra Kai - Miguel sconfigge i bulli
Cobra Kai - Eli (Jacob Bertrand) umiliato e disperato
Cobra Kai - il violento bullo Kyler (Joe Seo)
Cobra Kai - (a sx) la perfida Yasmine (Annalisa Cochrane)
Cobra Kai - Aisha (Nichole Brown) vittima del cyberbullismo di Yasmine
Cobra Kai - Johnny Lawrence (William Zabka) e Daniel LaRusso (Ralph Macchio)