I segreti di Twin Peaks |
di Luca Ferrari
Una lama si nasconde nel passato più malefico. Orde di riflessi rigurgitano sabbie mobili. Oscure succursali risalgono la corrente in prossimità di una realtà ambiguamente tragica e trasparente. Torrenziali giornate d'inizio estate hanno consegnato al mondo la più disperata delle agonie di superficie. Miglio dopo miglio. Scelta dopo scelta. Ancora un dopo... Sento il rumore della cascata. Iniziava tutto laggiù. Tutto iniziò col ritrovamento di un cadavere avvolto nella plastica. Iniziava così la serie cult I segreti di Twin Peaks (1990-91, di David Lynch).
Una lama si nasconde nel passato più malefico. Orde di riflessi rigurgitano sabbie mobili. Oscure succursali risalgono la corrente in prossimità di una realtà ambiguamente tragica e trasparente. Torrenziali giornate d'inizio estate hanno consegnato al mondo la più disperata delle agonie di superficie. Miglio dopo miglio. Scelta dopo scelta. Ancora un dopo... Sento il rumore della cascata. Iniziava tutto laggiù. Tutto iniziò col ritrovamento di un cadavere avvolto nella plastica. Iniziava così la serie cult I segreti di Twin Peaks (1990-91, di David Lynch).
Nulla mi poteva preparare a quello che avrei visto. Come molti coetanei, i miei 13-14 anni furono segnati dalle ombre oscure della serie televisiva I segreti di Twin Peaks (1990-91, di David Lynch e Mark Frost), due sole stagioni rispettivamente di 8 e 22 puntate. Aggiorno la mia vita. Giugno 2012. Atterrato a Seattle pochi giorni prima, abbandono la principale città dello stato di Washington per dirigermi nel vicino comune di North Bend alle cui spalle si ergono due montagne gemelle, le cosiddette Twin Peaks. Dopo poco più di mezz'ora sulle quattro ruote faccio il mio ingresso nella cittadina.
Suggestionato o meno, il tempo è alquanto ballerino. Lungo la strada che mi conduce a Twin Peaks, qualcosa sembra sfrecciare in modo ancor più impazzito in una delle (comunque) regioni più piovose d’America. Scrosci violenti si alternno di continuo come un incontrollabile monito. Poi l’arrivo e la reminiscenza si fa immediata riscoperta. Il primo passo è presentarsi al cospetto delle imponenti Falls Park. Tale è la sua portata d'acqua che in pochi metri quadrati di una terrazza, l’aria è più fredda che nel resto dell’area ed è come essere perennemente sotto pioggia.
E da lì ho fissato il punto esatto dove nella scenografia Lynchiana fu rinvenuto il cadavere di Laura Palmer (Sheryl Lee) avvolto in un sacco di plastica. Di lì mi sposto al Corridor Trail, lì dove venne stato perpetrato l'omicidio della ragazza. Sinistri vagoni e locomotive arrugginite sembrano essere sputate fuori da qualche dark story terribilmente realistica. Distesomi sopra i binari per qualche secondo meditativo, mi lancio in sguardi verso le auto che non fanno caso a me.
Faccio quindi il mio ingresso trionfale al Twede’s Cafè, gustando prima un cheese-burger, quindi una tazza di caffè nero e l’inimitabile cherry pie, la torta alle ciliegie come faceva l'agente speciale Dale Cooper (Kyle MacLachlan) e tutti gli abitanti di Twin Peaks. Boccone dopo boccone sento riaffiorare ricordi dimenticati, alcuni piacevoli altri sotterrati. Mi guardo attorno. Mi guardo dentro. Prendo qualche angosciante appunto su qualche salvietta da tavolo. Nel locale c'è anche un piccolo museo cinematografico con foto del set della serie televisiva.
Suggestionato o meno, il tempo è alquanto ballerino. Lungo la strada che mi conduce a Twin Peaks, qualcosa sembra sfrecciare in modo ancor più impazzito in una delle (comunque) regioni più piovose d’America. Scrosci violenti si alternno di continuo come un incontrollabile monito. Poi l’arrivo e la reminiscenza si fa immediata riscoperta. Il primo passo è presentarsi al cospetto delle imponenti Falls Park. Tale è la sua portata d'acqua che in pochi metri quadrati di una terrazza, l’aria è più fredda che nel resto dell’area ed è come essere perennemente sotto pioggia.
E da lì ho fissato il punto esatto dove nella scenografia Lynchiana fu rinvenuto il cadavere di Laura Palmer (Sheryl Lee) avvolto in un sacco di plastica. Di lì mi sposto al Corridor Trail, lì dove venne stato perpetrato l'omicidio della ragazza. Sinistri vagoni e locomotive arrugginite sembrano essere sputate fuori da qualche dark story terribilmente realistica. Distesomi sopra i binari per qualche secondo meditativo, mi lancio in sguardi verso le auto che non fanno caso a me.
Faccio quindi il mio ingresso trionfale al Twede’s Cafè, gustando prima un cheese-burger, quindi una tazza di caffè nero e l’inimitabile cherry pie, la torta alle ciliegie come faceva l'agente speciale Dale Cooper (Kyle MacLachlan) e tutti gli abitanti di Twin Peaks. Boccone dopo boccone sento riaffiorare ricordi dimenticati, alcuni piacevoli altri sotterrati. Mi guardo attorno. Mi guardo dentro. Prendo qualche angosciante appunto su qualche salvietta da tavolo. Nel locale c'è anche un piccolo museo cinematografico con foto del set della serie televisiva.
Più di vent’anni dopo, cos'è rimasto di Twin Peaks? Ci sono ancora segreti non svelati? Chi sono i Bob moderni? La messa nera sociale prosegue costante nella sua decisiva deriva d'omertà. In pochi ribattono. Si va rinforzando questa cozzaglia di cemento rimpolpato da fango dove l'ideologia perde ogni giorno contatto con la realtà e un’aggressività sempre più anarchica e calcolata è in grado di esplodere violentemente da e contro chiunque. E lo fa.
E lui, quel Bob demoniaco, padre putativo del Joker Nolaniano, è pronto a fare della sua nuova vittima un carnefice senza scrupoli. E mentre saremo intenti ad additarlo come il mostro di turno, una nuova anima non opporrà resistenza. Così, mentre rimarremo a considerarci scacchi instabili e incapaci di sovvertire un destino bulimicamente segnato dall’inevitabile della nostra fine, qualcuno (o qualcosa) emergerà dalle viscere dei nostri pensieri. E nulla potrà più essere come prima.
Per quanto ancora la malinconia ci terrà intrappolati tra il bacino di quei carcerieri apparentemente senza sostanza? L’ideale di amichevole responsabilità è ancora alla nostra portata, ma bisogna voler lottare. La potenza di flutti inarrivabili ha fatto riemergere tutti quei rifiuti che abbandonai da allora fino a oggi. Anche se non ti vedo, posso sentirti. Devo andare ancora più a fondo sulla questione. Intendo dire che di questa inquietudine non siete esattamente voi quelli che dovranno continuare a preoccuparsi… Eccomi, sono qui, a North Bend. La mia storia prosegue con le montagne gemelle Twin Peaks davanti a me.
North Bend (Wa, USA) - il celebre Twedes' Cafè © Luca Ferrari |
North Bend (Wa, USA) - Falls Park © Luca Ferrari |
North Bend (Wa, USA) - il Corridor Trail © Luca Ferrari |
North Bend (Wa, USA) - la colazione al Twedes' Cafè: caffè nero e torta di ciliegie © Luca Ferrari |
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