A Hard Day's Night - Paul McCartney e John Lennon |
di Luca Ferrari
John combinaguai. George acuto. Ringo straluanto. Paul serio. Per il cinquantesimo anniversario del film A Hard Day's Night (1964, di Richard Lester), titolo tradotto con un aberrante "Tutti per uno", la pellicola è tornata sul grande schermo in lingua originale con sottotitoli in italiano. Protagonisti i Fab Four all'inizio del loro mito, quando i fan li inseguivano e nei concerti piangevano disperati per l'emozione. Erano i grandiosi anni Sessanta e i Beatles stavano costruendo la propria leggenda.
Un salto nel passato in bianco e nero. In viaggio sui treni dove la gente poteva fumare negli scompartimenti, i sedili non erano così comodi (...) e il rumore sembrava una sinfonia. Nel 2014 del sempre più onnipresente 3D è arrivato per pochissimi giorni qualcosa di nuovo, dal passato. Nessun remake per fortuna ma un grandioso materiale d'archivio. Per il cinquantesimo anniversario dello sbarco sul cinema del loro primo film, sono tornati John Lennon, George Harrison, Ringo Starr e Paul McCartney.
Sono giovani, e si vede. Non solo dalla pelle sbarbata, ma dagli atteggiamenti. Giocano, scherzano. Prendono in giro i "grandi". Hanno poco più di vent'anni. I più vecchi sono John e Ringo (24), il più giovane George (21). Appena due album all'attivo (Please Please Me e With the Beatles, entrambi del 1963) con il terzo in arrivo, omonimo A Hard Day's Night, uscito proprio per anticipare il nuovo prodotto musicale.
Sono giovani i Beatles eppure danno l'idea di rendersi contro fin troppo bene di cosa rappresentino e cosa diventeranno. La loro ascesa sarà inenarrabile ma al pubblico del terzo millennio questo interessa poco. La storia la conoscono. Chi è entrato in sala come il sottoscritto aveva un solo desiderio, cantare quelle epiche canzoni. Lontane se vuoi anni luce dalla mia generazione cinematografico-musicale (Pearl Jam Twenty, 2011, di Cameron Crowe), ma comunque parte della colonna sonora della vita di ciascuno.
A tratti diario di bordo di un mini tour della band di Liverpool, a tratti storia surreale con in mezzo ai quattro musicisti il presunto nonno (Wilfrid Brambell) di Paul, specializzato in matrimoni immediati e cacciarsi nei guai. Un personaggio questo che potrebbe avere ispirato il nonno pasticcione interpretato dal comico italiano Fabio De Luigi nel regno “gialappiano” di Mai dire.
Isterismi dei fan a parte, i quattro Beatles non sono poi tanto diversi dai loro coetanei dell'epoca. Poco gradiscono l'autorità del manager (genitore) e appena possono, lasciano da parte gli impegni noiosi (risposta alle lettere dei fan) e se ne vanno a ballare spensierati. Poi, nel mezzo, ci mettono anche performance live di A Hard Day's Night, Can't Buy Me Love, She Loves You e altre ancora.
A Hard Day's Night (1964, di Richard Lester) è stata un'irripetibile occasione per vedere (e cantare) nella comodità del grande schermo non solo uno dei gruppi più importanti della Storia, ma poter ammirare un esempio di cinema a metà strada tra documentario, surrealismo e rock and roll.
A Hard Day's Night - (dall'alto) Paul, John, George e Ringo |
A Hard Day's Night - il nonno Paul e Ringo Star |
A Hard Day's Night - (da sx) Paul, George, Ringo e John |
A Hard Day's Night (1964, di Richard Lester) |
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