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mercoledì 11 aprile 2012

Lord of War, NOT control Arms

Lord of War (2005, di Andrew Niccol)
Dalla realtà più sanguinosamente mercenaria al cinema di Andrew Niccol con Lord of War (2005). E se qualcuno provasse a fermare questo massacro? 

di Luca Ferrari

Per quanto folle o visionaria possa essere la prospettiva di un regista, nulla è paragonabile a ciò che la realtà è in grado di sbatterci in faccia. Il russo Viktor Bour, venditore e trafficante d’armi cui s’ispirò il regista Andrew Niccol per la sceneggiatura di Lord of War (2005) con protagonista il premio Oscar Nicolas Cage, è stato di recente condannato a 25 anni di prigione.

Ma se nel film a mercanteggiare la propria libertà era lo stesso incriminato Yuri Orlov (Cage), svuotato dopo la morte del fratello Vitaly (Jared Leto) e l’abbandono da parte della sua famiglia, inclusa la moglie Ava (Bridget Moynahan) e figlio, nella piattaforma politica internazionale, a difendere il proprio concittadino è sceso il governo di Mosca richiedendone l’estradizione con incredibile ed eccessiva solerzia. Qualcosa da nascondere forse? Qualche segreto che temono possa essere rivelato alle orecchie sbagliate? L’orrore della finzione è poca cosa rispetto all’abominio della realtà.

Il 9 ottobre 2003 tre delle più importanti associazioni per i diritti umani, Amnesty International, IANSA (International Action Network on Small Arms) e Oxfam, lanciarono la campagna Control Arms per chiedere ai governi del mondo l’adozione di un Trattato internazionale sul commercio delle armi (ATT) e destinato a impedire i trasferimenti di armi che alimentano conflitti, povertà e gravi violazioni dei diritti umani.

Alla società civile fu chiesto d’inviare una propria fotografia con in mano la scheda di adesione a Control Arms. Non la classica firma, ma una vera e propria dichiarazione. Mettendoci la propria faccia. L’obbiettivo era quello di raggiungere un milione di supporter da portare al Palazzo di Vetro di New York dinnanzi alle Nazioni Unite al gran completo, e così sensibilizzare i potenti del mondo sul problema. Il traguardo fu raggiunto, i risultati sperati molto meno. E non certo per mancanza di azione da parte delle realtà in difesa dell’Uomo. 

E queste non sono certo i partiti teocratici dell’ONU, organismo internazionale costituto dalla quasi totalità delle realtà statali del Pianeta e forgiato con il nobile intento di preservare l’umanità da stragi e genocidi, ma che di fatto trova nei suoi cinque membri permanenti con diritto di veto (Cina, Francia, Inghilterra, Russia e Stati Uniti) gli autori/beneficiari di oltre l’ottanta per cento del traffico d’armi mondiale.

Niccol racconta la parabola di Yuri Orlov. Un pesce piccolo diventato nel giro di poco tempo un autentico Signore della Guerra, superando perfino il potente Simeon Weisz (Ian Holm). Un uomo capace di essere sempre presente su tutti i peggiori scenari di sangue per piazzare la propria merce, utilizzando ogni metodo possibile. Lecito e illecito. Il suo mantra? Una propria considerazione: Ci sono più di 550 milioni di armi da fuoco in circolazione nel mondo, questo significa che sul pianeta c’è un'arma da fuoco ogni 12 persone. La domanda è: come armiamo le altre 11?

Come Bour, catturato dalla DEA, l'Agenzia Federale Antidroga Statunitense (Drug Enforcement Administration), anche Orlov finisce agli arresti braccato dall’integerrimo agente dell’Interpol, Jack Valentine (Ethan Hawke). La detenzione del trafficante però dura il tempo di una conversazione con quest’ultimo, facendogli capire che il suo primo cliente è il suo stesso supremo datore di lavoro (dicasi, presidente degli Stati Uniti). 

Lui non è che l’uomo ombra. Oggi, il volto rispettabile della Nazione ne ha bisogno, domani magari no. E lui lo sa bene. Qualcuno dice che il male trionfa perché nessuno fa niente per impedirlo, sentenziava un cinico-amareggiato Orlov, la verità è che il Male trionfa. Che fine toccherà a Bour? C’è già qualcuno che ha preso il suo posto? È indubbio.

Dopo l’agghiacciante esperienza di due guerre mondiali, il pianeta si è ritrovato sotto la costante minaccia di uno scontro nucleare tra USA e URSS. Due nazioni. Due “modelli”. Due dittature ideologiche che non accettavano neutralità, ma decise prese di posizione verso l’una o l’altra parte. In quarant’anni di corsa all’arma definitiva (ma l’ONU dov’era in questo tempo?), un’infinità di guerre, rivolte e massacri si sono alternate e sovrapposte. 

Finita l’era dello spauracchio da annientamento globale, il mondo ha sposato la linea della follia più totale. Mezzi eserciti, schegge impazzite, terrorismo. Due genocidi nei primi anni ’90: Bosnia e Ruanda. Guerre d’invasione in Afghanistan e Iraq. Guerre non ufficiali. Dittature presentate sotto mentite spoglie. Sangue, sangue e ancora sangue. Il tutto ad aggiungersi a quanto già di deleterio era stato vissuto da questa stupida umanità. Sì, stupida perché continuiamo a mettere al governo assassini e commercianti di morte senza fare nulla per cambiare le cose.

Lord of War - i trafficanti d'armi Simon Weiz (Ian Holm) e Yuri Orlov (Nicolas Cage)
Lord of War - Yuri Orlov (Nicolas Cage) e il dittatore Andrè Baptiste sr. (Eamonn Walker)
Lord of War - Yuri Orlov (Nicolas Cage) assiste all'uccisione del fratello
supporter della campagna CONTROL ARMS

2 commenti:

  1. grazie Sabrina... puntualità di risposta a parte, direi :-( :-( ... ma sto grullo di blogspot mica mi aveva mandato la segnalazione sull'email, bah... disgutorama... disgustomatico!

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