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Visualizzazione post con etichetta Ethan Hawke. Mostra tutti i post
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martedì 24 dicembre 2019

Maudie – Un natale a colori

La locandina del film Maudei - Una vita a colori, e una palla natalizia in stile dell'artista canadese
Dal cinema di Maudie - Una vita a colori al natale e i suoi addobbi giunti direttamente dalla Art Gallery of Nova Scotia, in Canada.

di Luca Ferrari

Pennellate sincere. Una determinazione ammirevole contro tutto e tutti, inclusi i limiti del proprio corpo. La tenera storia di un'artista minuta, Maud Lewis (1903-1970) che con la sua arte colorò di semplicità il mondo. La sua storia è stata portata sul grande schermo da Aisling Walsh nel film Maudie - Una vita a colori (2016) con protagonisti Sally Hawking nei panni della pittrice ed Ethan Hawke, in quelli del burbero marito Everett. Nata e cresciuta nella provincia canadese della Nuova Scozia, oggi l'Art Gallery le ha dedicato una sezione speciale per diffondere la sua arte alle generazioni a venire, anche nel giorno di natale.

"Ho visto e consiglio la visione del film Maudie - Una vita a colori" scrive Pj Gambioli, "La pellicola poetica e toccante, diretta da Aisling Walsh racconta la vita dell'artista canadese Maud Lewis che a causa di una brutta forma di artrite è considerata l'ultima degli ultimi. Eppure questa donna non demorde davanti alla vita e lotta con tutte le sue forze per la propria indipendenza. Grazie all'amore puro che ha in sé, Maudie scioglie il cuore rude dell'uomo che diventerà poi suo marito e con il talento innato per la pittura si riscatta diventando inaspettatamente nota e apprezzata nel mondo. Nessuno, a causa della sua diversità era disposto a darle un centesimo eppure spesso le apparenze ingannano. Da vedere."

Maudie è minuta. Trattata come se non contasse nulla dai familiari. Lei si vede diversamente e trovando la forza per rispondere a un annuncio di lavoro del pescivendolo Everett che cerca qualcuno che badi alla casa, si getta a capofitto in una nuova e a tratti impossibile avventura. In principio l'uomo è scontroso e ingrato. La caccia anche via ma Maud non demorde. Nel pochissimo tempo libero, anche solo per abbellire la casa, inizia a dipingere rivelando un incredibile talento scoprto dall'emancipata Sandra (Kari Matchett), cliente del marito e residente in zona per dei periodi quando abbandona la Grande Mela. L'arte di Maude viene così rivelata al mondo

Vincitrice di sette Canadian Screen Awards (l'equivalente dei nostrani David di Donatello) tra cui Miglior film, regia, sceneggiatura originale, miglio attore non protagonista e miglior attrice protagonista, Maudie - Una vita a colori (2016, di Aisling Walsh) è una storia universale. Un frammento di esistenza umana capace di andare ben oltre la mera ispirazione. Un film che ha ulteriormente consacrato Sally Hawking (Made in Dagenham, Blue Jasmine, Paddington), portandole in dote anche il prestigioso British Actress of the Year l'anno successivo il trionfo con il "veneziano" La forma dell'acqua - The Shape of Water (2017, di Guillermo Del Toro).

Natale è speranza (Bufera in paradiso), amore (The Holiday - L'amore non va in vacanza), redenzione (A Christmas Carol). Natale è magia (The Polar Express). Natale è sentimenti per cui lottare (The Family Man). Natale è anche cambiamento. Fare spazio a qualcosa di nuovo, dentro e fuori di noi. L'anno passato sul mio albero si è accoccolata una pallina natalizia rotolata nella mia casa direttamente dai lontani tetti verdi di Avonlea (Canada, Prince Edward Island) dove abitano una certa Anna Shirley insieme a Marilla Cutberth e suo fratello Matthew. Quest'anno è toccato all'ars pittorica di Maud Lewis. Oggi guardo il mio albero di natale e penso anche a lei. Oggi il mio natale ha i connotati di una manina e un pennello.

Il trailer di Maudie - Una vita a colori

Maudie - Una vita a colori, Everett (Ethan Hawke) e Maud (Sally Hawkins)
L'arte di Maud Lewis sull'albero di natale  © Luca Ferrari
Maudie - Una vita a colori, la pittrice Maud Lewis (Sally Hawkins)
L'arte natalizia di Maud Lewis sulla stella di natale © Luca Ferrari
Maudie - Una vita a colori, Everett (Ethan Hawke) e Maud (Sally Hawkins)

mercoledì 11 aprile 2012

Lord of War, NOT control Arms

Lord of War (2005, di Andrew Niccol)
Dalla realtà più sanguinosamente mercenaria al cinema di Andrew Niccol con Lord of War (2005). E se qualcuno provasse a fermare questo massacro? 

di Luca Ferrari

Per quanto folle o visionaria possa essere la prospettiva di un regista, nulla è paragonabile a ciò che la realtà è in grado di sbatterci in faccia. Il russo Viktor Bour, venditore e trafficante d’armi cui s’ispirò il regista Andrew Niccol per la sceneggiatura di Lord of War (2005) con protagonista il premio Oscar Nicolas Cage, è stato di recente condannato a 25 anni di prigione.

Ma se nel film a mercanteggiare la propria libertà era lo stesso incriminato Yuri Orlov (Cage), svuotato dopo la morte del fratello Vitaly (Jared Leto) e l’abbandono da parte della sua famiglia, inclusa la moglie Ava (Bridget Moynahan) e figlio, nella piattaforma politica internazionale, a difendere il proprio concittadino è sceso il governo di Mosca richiedendone l’estradizione con incredibile ed eccessiva solerzia. Qualcosa da nascondere forse? Qualche segreto che temono possa essere rivelato alle orecchie sbagliate? L’orrore della finzione è poca cosa rispetto all’abominio della realtà.

Il 9 ottobre 2003 tre delle più importanti associazioni per i diritti umani, Amnesty International, IANSA (International Action Network on Small Arms) e Oxfam, lanciarono la campagna Control Arms per chiedere ai governi del mondo l’adozione di un Trattato internazionale sul commercio delle armi (ATT) e destinato a impedire i trasferimenti di armi che alimentano conflitti, povertà e gravi violazioni dei diritti umani.

Alla società civile fu chiesto d’inviare una propria fotografia con in mano la scheda di adesione a Control Arms. Non la classica firma, ma una vera e propria dichiarazione. Mettendoci la propria faccia. L’obbiettivo era quello di raggiungere un milione di supporter da portare al Palazzo di Vetro di New York dinnanzi alle Nazioni Unite al gran completo, e così sensibilizzare i potenti del mondo sul problema. Il traguardo fu raggiunto, i risultati sperati molto meno. E non certo per mancanza di azione da parte delle realtà in difesa dell’Uomo. 

E queste non sono certo i partiti teocratici dell’ONU, organismo internazionale costituto dalla quasi totalità delle realtà statali del Pianeta e forgiato con il nobile intento di preservare l’umanità da stragi e genocidi, ma che di fatto trova nei suoi cinque membri permanenti con diritto di veto (Cina, Francia, Inghilterra, Russia e Stati Uniti) gli autori/beneficiari di oltre l’ottanta per cento del traffico d’armi mondiale.

Niccol racconta la parabola di Yuri Orlov. Un pesce piccolo diventato nel giro di poco tempo un autentico Signore della Guerra, superando perfino il potente Simeon Weisz (Ian Holm). Un uomo capace di essere sempre presente su tutti i peggiori scenari di sangue per piazzare la propria merce, utilizzando ogni metodo possibile. Lecito e illecito. Il suo mantra? Una propria considerazione: Ci sono più di 550 milioni di armi da fuoco in circolazione nel mondo, questo significa che sul pianeta c’è un'arma da fuoco ogni 12 persone. La domanda è: come armiamo le altre 11?

Come Bour, catturato dalla DEA, l'Agenzia Federale Antidroga Statunitense (Drug Enforcement Administration), anche Orlov finisce agli arresti braccato dall’integerrimo agente dell’Interpol, Jack Valentine (Ethan Hawke). La detenzione del trafficante però dura il tempo di una conversazione con quest’ultimo, facendogli capire che il suo primo cliente è il suo stesso supremo datore di lavoro (dicasi, presidente degli Stati Uniti). 

Lui non è che l’uomo ombra. Oggi, il volto rispettabile della Nazione ne ha bisogno, domani magari no. E lui lo sa bene. Qualcuno dice che il male trionfa perché nessuno fa niente per impedirlo, sentenziava un cinico-amareggiato Orlov, la verità è che il Male trionfa. Che fine toccherà a Bour? C’è già qualcuno che ha preso il suo posto? È indubbio.

Dopo l’agghiacciante esperienza di due guerre mondiali, il pianeta si è ritrovato sotto la costante minaccia di uno scontro nucleare tra USA e URSS. Due nazioni. Due “modelli”. Due dittature ideologiche che non accettavano neutralità, ma decise prese di posizione verso l’una o l’altra parte. In quarant’anni di corsa all’arma definitiva (ma l’ONU dov’era in questo tempo?), un’infinità di guerre, rivolte e massacri si sono alternate e sovrapposte. 

Finita l’era dello spauracchio da annientamento globale, il mondo ha sposato la linea della follia più totale. Mezzi eserciti, schegge impazzite, terrorismo. Due genocidi nei primi anni ’90: Bosnia e Ruanda. Guerre d’invasione in Afghanistan e Iraq. Guerre non ufficiali. Dittature presentate sotto mentite spoglie. Sangue, sangue e ancora sangue. Il tutto ad aggiungersi a quanto già di deleterio era stato vissuto da questa stupida umanità. Sì, stupida perché continuiamo a mettere al governo assassini e commercianti di morte senza fare nulla per cambiare le cose.

Lord of War - i trafficanti d'armi Simon Weiz (Ian Holm) e Yuri Orlov (Nicolas Cage)
Lord of War - Yuri Orlov (Nicolas Cage) e il dittatore Andrè Baptiste sr. (Eamonn Walker)
Lord of War - Yuri Orlov (Nicolas Cage) assiste all'uccisione del fratello
supporter della campagna CONTROL ARMS

sabato 24 dicembre 2011

L’attimo fuggente (1989) – Ribellati, è il momento

L'attimo fuggente - Todd Anderson (Ethan Hawke)
Capitano, mio Capitano! L'apparente pecora Todd Anderson (Ethan Hawke) ruggisce come nessuno nel film generazionale L'attimo fuggente (1989, di Peter Weir ).

di Luca Ferrari

In apparenza il più fragile della classe e invece indomito guerriero. Lo studente Todd Anderson (Ethan Hawke) resta in piedi. Imperturbabile nell’iniziale solitudine del suo gesto rivoluzionario. Incurante delle minacce del prof. Nolan (Norman Lloyd), il severo preside del collegio maschile Welton, che secondo dopo secondo vede sbriciolarsi tutta la propria effimera autorità.

Schiacciata da un popolo che chiede e si prende la libertà di decidere. La libertà di pensare con la propria testa. A dispetto di troppe pecore silenziose e ossequianti, la maggior parte dei compagni seguirà l’esempio di Todd e si metteranno in piedi sul banco come gli aveva insegnato il prof. John Keating (Robin Williams), per non smettere mai di guardare il mondo da nuove prospettive.

Il despota prova allora un ultimo disperato tentativo di riprendere il comando, alzando i decibel. Inveendo. Ma quel lancinante e terrorizzato - Seeeeeeduti - è il segnale della sua inesorabile fine. Le catene sono rotte. Il mondo è di chi osa. Il mondo appartiene a chi lotta, rovesciando il potere oscurantista.

Guarda il finale del film L'attimo fuggente

L'attimo fuggente (1989, di Peter Weir)