Blue Jasmine - Jasmine (Cate Blanchett) |
di Luca Ferrari
Addio alla scandente linea corale di To Rome with Love (2012). Addio agli spudorati spot di città europee (Londra, Barcellona, Roma, Parigi). Bentornate singole nevrosi. Blue Jasmine (2013), il nuovo film di Woody Allen vive e conquista nella bravura dei suoi interpreti/personaggi, alfieri di potere decadente e semplice trasandata quotidianità.
Jasmine (Cate Blanchett) e Ginger (Sally Hawkins) sono sorelle. Entrambe figlie adottive. La prima è tutto apparenza e sempre alla ricerca di un marito benestante. Viveva in un attico della Grande Mela. Organizzava eventi mondani e sfoggiava gioielli. Era sposata con il facoltoso Harold Francis (Alec Baldwin), arrestato poi per truffa e suicidatosi in carcere.
La ruota della fortuna per la bionda Jasmine è ormai girata. Dall’alta nobiltà newyorkese a ospite nella modesta casetta della sorella. È al verde ma sempre snob. Viaggia comunque in prima classe con valigie firmate. Deve trovarsi un lavoro, studiare e sperare così di accalappiare un nuovo pezzo da novanta da portare all’altare.
Spara giudizi e ha la puzza sotto il naso. Senza nemmeno conoscerlo, etichetta subito il nuovo uomo della sorella, Chili (Bobby Cannavale), come uno sfigato solo perché non si veste elegante e non è ricco. Punta ad allontanarla sostenendo che meriti di meglio.
L’occasione di rilancio sociale per Jasmine si materializza quando viene invitata a un party bene da un’amica del corso di computer che sta frequentando. Si porta dietro anche Ginger, e per entrambe nascono nuovi amori e nuove speranze. Quest’ultima incontra Alan (Louis C.K.), tutto sesso e coccole passeggere, di cui presto scoprirà qualche "segretuccio".
Non è da meno in quanto a scorrettezza Jasmine con il belloccio Dwight Westlake (Peter Sarsgaard), prossimo ambasciatore americano a Vienna e deciso a buttarsi in politica una volta rientrato negli Stati Uniti. Tra bugie e belle speranze la scaltra donna cambia “alcuni dettagli” del proprio passato e presente. Un castello che s’infrangerà in zona Cesarini con l’involontaria complicità di Augie.
La carrellata di personaggi interpretati da Cate Blanchett è davvero notevole. Dalla (doppia) epopea della Regina Elizabeth alla mitologia Tolkeniana dove infonde diafana purezza all'elfa Galadriel. Tornando in ambientazioni d'oltremanica, è sempre lei a interpretare la coraggiosa giornalista Veronica Guerin (2003, di Joel Schumacher) e l'impavida Lady Marion del Robin Hood (2010) di Ridley Scott.
In Blue Jasmine l'attrice australiana mette in campo un'ulteriore prova sopra le righe che potrebbe far pensare alla conquista di una seconda statuetta agli Academy dopo l’Oscar come miglior attrice non protagonista ottenuto nei panni di Katharine Hepburn in The Aviator (2004, di Martin Scorsese).
La "sua" Jasmine parla da sola. Pensa solo a se stessa. Beve. Il senso di fastidio per gli amici popolani di Ginger le traspare in modo imbarazzante. Il suo benessere la fa voltare ogni qual volta ci sia aria di problemi. L’odore dei preparati sulla sua pelle hanno tutta la pesantezza di un'esistenza spalmata tra superficialità e finzione. Jasmine è la vera donna sbandata il cui unico scatto di onestà la segnerà per il proseguo della vita.
In un mondo di costanti collassi finanziari, il maestro Woody Allen, pur senza rinunciare mai al proprio stile da psicofarmaci realistico-esistenziali, lascia emergere in Blue Jasmine una facile lezione di vita che è sempre bene tenere a mente. I soldi non fanno la felicità. Per quella bastano un compagno amorevole e una voglia (combattiva) di condividere felici la vita senza vendere la propria anima a temporanei vitelli d'oro.
Blue Jasmine - Ginger (Sally Hawkins) e Augie (Andrew Dice Clay) |
Blue Jasmine - Jasmine (Cate Blanchett), Chili (Bobby Cannavale) e Ginger (Sally Hawkins) |
Blue Jasmine - Dwight (Peter Sarsgaard) e Jasmine (Cate Blanchett) |
Blue Jasmine - Jasmine (Cate Blanchett) e Chili (Bobby Cannavale) |
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