Dietro i candelabri - Liberace (Michael Douglas) |
di Luca Ferrari
Esagerato, sgargiante e talentuoso. Tra gli anni Cinquanta ai favolosi Settanta, prima di Rolling Stones, Led Zeppelin e Jimi Hendrix, sui palchi americani imperversava l’eccentrico pianista Liberace. Una storia incredibilmente mai portata sul grande schermo considerato il personaggio e le possibilità sceniche. Inspiegabilmente si fa per dire. Liberace aveva un “difetto” per una certa morale ancora dominante: era gay.
Il 5 dicembre 2013 è uscito Dietro i candelabri (2013 - Behind the Candelabra) di Steven Soderbergh (Erin Brockovich, Ocean’s Eleven, Contagion), distribuito in Italia dalla 01 Distribution, con protagonisti due sontuosi Michael Douglas e Matta Damon.
Se il regista stava cercando un progetto con cui chiudere la sua attività dietro la telecamera (dice), facendo volare il due volte premi Oscar Michael Douglas nei panni (e piume) dell’eccentrico pianista Liberace, di sicuro ha scelto bene. Ancor di più considerando l’altrettanto straordinaria prova messsa in campo da Matt Damon nelle vesti anch’esse sbrilluccicanti del suo compagno Scott.
Dietro i candelabri è un film autobiografico che ripercorre la vita del pianista di origini polacche Władziu Valentino Liberace a partire da un suo concerto a Las Vegas a cui assiste il suo amico Bob Black (Scott Bakula) in compagnia del giovane Scott (Damon). Tra quest’ultimo e la star c’è subito attrazione e molto presto diventeranno focosi innamorati. Ma in ogni storia che si rispetti, star incluse, dopo lo sbandamento iniziale il desiderio ha un calo fisiologico. A quel punto la relazione può progredire e ampliare lo spettro di emozioni oppure sciorinare via.
Soderbergh ci mostra un insaziabile Liberace talmente pieno di sé da obbligare Scott a sottoporsi a interventi di chirurgia plastica per assomigliarli, pensando poi di adottarlo e trasformare una relazione sessuale in un chissà quale indefinito rapporto padre-figlio.
Dalla quiete di campagna della sua famiglia adottiva, il giovane Thomas passa al lato oscuro dello show biz, sottoponendosi alle cure del viscido dottor Jack Startz (un ambiguo Rob Lowe, bentornato sul grande schermo) che lo impasticca all’inverosimile per farlo dimagrire rendendolo così dipendente da droghe varie. Scott tenta una via di fuga ma ormai fa parte dell’ingranaggio Liberace e per uscirne ci vorranno le maniere forti.
Inutile aspettare televisione, computer o dvd. Dietro i candelabri (2013, di Steven Soderbergh) si merita il grande schermo. Un prodotto di alta qualità capace di creare spettacolo senza fumosi ed evanescenti effetti tridimensionali.
Parvenze di facciate a parte, Hollywood ha ben poco feeling con l’omosessualità. Pare esserne ancora intimorita. I casi degli attori Rock Hudson e Rupert Everett sono due dei più emblematici, e chissà quanti ancora non si dichiarano per paura di essere emarginati dalle sceneggiature. Non è un caso che lo stesso regista abbia dichiarato quanto sia stato difficile portare sul grande schermo la storia di Liberace, e soprattutto trovare una distribuzione.
Dietro i candelabri - Liberace (Michael Douglas) e Scott (Matt Damon) |
(da sx) Bob Black (Scott Bakula), Dietro i candelabri (2013) e il Dr. Jack Startz (Rob Lowe) |
Dietro i candelabri - Liberace (Michael Douglas) |
mi è piaciuto
RispondiEliminaciao Leyla, anche a me
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