Per un tragico caso del destino, il 5 aprile, a distanza di otto anni esatti morirono Kurt Cobain (1994) e Layne Staley (2002), rispettivamente i cantanti delle rock band Nirvana e Alice in chains.
di Luca Ferrari
Trampolino di lancio per la fama mondiale, fu per entrambi la città di Seattle. Non è facile coniugare musica e grande schermo. Ci ha malamente provato Oliver Stone con The Doors (1991), troppo incentrato sulla figura di Jim Morrison e molto meno sul gruppo californiano. Operazione ancor meno riuscita quella di Martin Scorsese, che con Shine a Light (2008) spacciò per cine-documentario un (grandioso) concerto dei Rolling Stones.
Di altro livello invece, alcuni dei lavori del regista Cameron Crowe, che prima con Singles (1992), poi con Almost Famous (2000) e infine con Pearl Jam Twenty (2011), ha plasamato in modo differente il rock sul grande schermo.
di Luca Ferrari
Trampolino di lancio per la fama mondiale, fu per entrambi la città di Seattle. Non è facile coniugare musica e grande schermo. Ci ha malamente provato Oliver Stone con The Doors (1991), troppo incentrato sulla figura di Jim Morrison e molto meno sul gruppo californiano. Operazione ancor meno riuscita quella di Martin Scorsese, che con Shine a Light (2008) spacciò per cine-documentario un (grandioso) concerto dei Rolling Stones.
Di altro livello invece, alcuni dei lavori del regista Cameron Crowe, che prima con Singles (1992), poi con Almost Famous (2000) e infine con Pearl Jam Twenty (2011), ha plasamato in modo differente il rock sul grande schermo.
I Nirvana erano musicalmente più orecchiabili degli Alice in chains. Se i primi mescolavano alla perfezione pop melodico e punk selvaggio, i secondi seppero distinguersi per atmosfere cupe e traboccanti di una disperazione che sembrava insanabile (...), ben espressa dalla voce demoniaco-ansimante del loro cantante.
Gli Alice in chains sono stati una band fuori dai riflettori. E nonostante l’indubbio valore di Layne, la sua tragica fine è passata comunque inosservata. Ma Layne non era un uomo da copertina. È morto nella solitudine più totale della propria casa. Il cadavere venne scoperto due settimane il giorno del decesso.
Gli Alice in chains sono stati una band fuori dai riflettori. E nonostante l’indubbio valore di Layne, la sua tragica fine è passata comunque inosservata. Ma Layne non era un uomo da copertina. È morto nella solitudine più totale della propria casa. Il cadavere venne scoperto due settimane il giorno del decesso.
A livello cinematografico, sul tormentato cantante/chitarrista dei Nirvana venne realizzato il documentario Kurt & Courtney (1998) dall’inglese Nick Broomfield, mentre il premio oscar Gus Van Sant realizzò Last Days (2005), sulla falsariga degli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain, interpretato da Michael Pitt.
Ecco. Se dovessi immaginare un regista capace di scrivere la storia degli Alice in Chains, non avrei dubbi. Cameron Crowe, che ebbe già a che fare con gli AiC in due occasioni. Nel film Singles, dove aprì i riflettori sulla nascente scena musicale di Seattle, con la band che compare due volte durante uno show dal vivo, e nel recente PJ20, il film-documentario dedicato al ventennale dei Pearl Jam.
I due gruppi stanno andando insieme suonare a Vancouver. Davanti alla telecamera, Layne abbozza un sorriso mostrandoci tutta la sua più dolce vulnerabilità. Per come ha saputo recitare nel capolavoro di Sean Penn, Into the wild (2007), il candidato ideale per interpretare Layne potrebbe essere Emile Hirsh, con a fianco Viggo Mortensen nel ruolo del chitarrista-compare Jerry Cantrell.
I due gruppi stanno andando insieme suonare a Vancouver. Davanti alla telecamera, Layne abbozza un sorriso mostrandoci tutta la sua più dolce vulnerabilità. Per come ha saputo recitare nel capolavoro di Sean Penn, Into the wild (2007), il candidato ideale per interpretare Layne potrebbe essere Emile Hirsh, con a fianco Viggo Mortensen nel ruolo del chitarrista-compare Jerry Cantrell.
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