Lido di Venezia (Ve), Colin Firth alla 66° Mostra del Cinema di Venezia © Biennale foto ASAC |
L’attore premio Oscar Colin Firth ha aderito alla campagna di Survival per salvare la tribù più minacciata del mondo, i nativi brasiliani Awá .
"Molti Awá sono ancora incontattati e stanno fuggendo per salvarsi la vita" ha commentato "Ma c’è un uomo che può fermare i taglialegna: il Ministro della Giustizia brasiliano. In questo momento non è una sua priorità. Facciamo in modo che lo diventi".
È stato l’arrogante Lord Wessex di Shakespeare in love (1998, di John Madden). È stato due volte l’impacciato Mark Darcy, fidanzato dell’eterna insicura Bridget Jones. Si è dato al musical con Meryl Streep in Mamma mia! (2008, di Phyllida Lloyd). È stato il professore omosessuale George Falconer nel debutto cinematografico dello stilista Tom Ford, A Single Man (2009), film presentato alla 66° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e dove l’attore inglese si è aggiudicato la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile.
Appena due anni fa ha vestito i panni del balbuziente Re Giorgio VI in The King’s Speech (2010, di Tom Hooper) e ha vinto il premio Oscar. Che Colin Firth (Grayshott, 1960) sia un grande attore, non lo so si scopre certo oggi. Che fosse anche un grande uomo, neppure.
In più di una occasione si è mobilitato per cause umanitarie, offrendo inoltre il proprio sostegno alla campagna globale della Oxfam, Make Trade Fair. A fianco di un grande uomo c’è sempre una grande donna. È il caso anche di Colin, che nel 1997 è convolato a nozze con la produttrice e regista italiana Livia Giuggioli.
I due insieme hanno fondato nel 2006 la società di produzione Nana Productions, che ha fatto il suo debutto con “In Prison My Whole Life”, pellicola che apre i riflettori sulle falle delle operazioni processuali ai danni dell’attivista politico Mumia Abu-Jamal, accusato nel 1981 di aver ucciso il poliziotto Daniel Faulkner. Livia inoltre è la direttrice creativa di Eco Age, il primo negozio ecologico ed etico a Londra, co-fondato con il fratello Nicola.
Da anni Colin Firth sostiene l’ong Survival. Oggi, la situazione nell’Amazzonia Brasiliana è preoccupante. Le terre della piccola tribù degli Awá sono state invase da un esercito di coloni, allevatori e taglialegna illegali. Nella sezione speciale del sito di Survival dedicata alla campagna, una grafica mostra la devastante avanzata della distruzione, che sta procedendo più veloce che presso qualsiasi altra tribù amazzonica. La situazione è diventata talmente critica che molti esperti brasiliani parlano già di “genocidio” ed “estinzione”.
Oggi gli Awá usciti dall’isolamento sono 360. Molti di loro sono i sopravvissuti di massacri brutali. Ma l’organizzazione pensa che altri membri della tribù siano tuttora incontattati, nascosti nella foresta, alla ricerca disperata di un rifugio che li possa salvare dal disastro incombente. Colin Firth non ci sta, e ha lanciato il suo appello per una campagna che mira a convincere il Ministro della Giustizia brasiliano a mandare la polizia federale ad espellere i taglialegna, i coloni e gli allevatori, e a tenerli lontani per sempre.
Stanno tagliando la loro foresta illegalmente, per il legno. Quando i disboscatori li vedono, li uccidono, spiega l’attore nel suo appello, Archi e frecce non hanno chance contro i fucili. E come altre volte nella storia, potrebbe finire tutto lì. Un altro popolo cancellato dalla faccia della terra, per sempre. Ma possiamo far sì che il mondo non lo lasci accadere.
Gli fa eco Stephen Corry, direttore generale di Survival: “Se saremo in tanti a dimostrare di tenerci, in Brasile come nel resto del mondo. I bambini Awá potranno diventare adulti, e crescere in pace sulle loro terre. Lo abbiamo già visto succedere, più e più volte, ovunque”. Per info, http://www.survival.it/awa
Brasile, la tribù degli Awá © Survival |
(da sx) Tom Ford, Juliette Binoche e Colin Firth al Lido di Venezia © Biennale foto ASAC |
Brasile, la tribù degli Awá © Survival |
Nessun commento:
Posta un commento