The Circle - Mae Holland (Emma Watson) |
di Luca Ferrari
La solitudine? Una malattia da estirpare. Le esperienze non condivise? Un atto di vergognoso egoismo da non ripetere mai e poi mai. Il terzo millennio ha definito le sue catene. Hanno il sapore della libertà e la trasparenza di una condanna. Tutti si mostrano. Tutti si devono mostrare online. La propria vita deve essere alla portata di chiunque sempre e comunque. Adattamento cinematografico del romanzo "Il cerchio" di Dave Eggers, è uscito sul grande schermo The Circle (2017, di James Ponsoldt).
Mae Holland (Emma Watson) lavora in un call center fornendo assistenza. Rigorosa e precisa, fa il proprio dovere con impegno e cordialità sognando un posto migliore. L'occasione di una vita finalmente bussa alla sua porta, o meglio le squilla al proprio telefono, quando l'amica Annie (Karen Gillan) le fa sapere di averle fissato un colloquio dove lei è stessa impiegata ed è un pezzo grosso: The Circle, una potente azienda nel campo delle telecomunicazioni che gestisce quello che è al momento il social network più popolare.
Smaltito il classico colloquio psico-attitudinale, Mae viene introdotta in un mondo dove giorno dopo giorno scoprirà sempre di più che se vuole davvero fare carriera, dovrà essere disposta a rinunciare al ogni angolino non illuminato della propria vita fino ad arrivare perfino a mettersi in condivisione live social dal risveglio alla buonanotte. I due potenti cofondatori-guru Eamon Bailey (Tom Hanks) e Tom Stanton (Patton Oswalt) sono lì a osservare e meditare. Novelli padre eterni di un mondo che vogliono costruire senza più segreti e trasparente.
Mae è attratta e da The Circle ma allo stesso tempo ne comprende l'invasiva presenza. Lavorare per loro significa partecipare agli eventi che creano. Spegnere il proprio telefono non è ammissibile. Non condividere le proprie esperienze è al limite del licenziamento. Abbandonare il proprio dormitorio per tornare a casa da sola rappresenta un suicidio sociale. Quando però scopre che la rinuncia alla propria "oscurità" la porterebbe ad avere una copertura sanitaria anche per il padre gravemente malato, Vinnie (Bill Paxton), per la ragazza non ci sono più dubbi su cosa fare.
Come accadeva anche per l'aspirante giornalista Andy Sachs alle prese con le bizzarrie del Diavolo vestito di Prada, ogni passo avanti nella scala del lavoro, significa retrocedere in quella affettiva tanto con la famiglia quanto con l'amico Mercer (Ellar Coltrane), umile e normale, quest'ultimo per nulla attratto dal regalare al mondo i propri sentimenti e soprattutto svenderli nel nome di chissà quale neo-divinità internettiana. Mae si ritrova dunque a un bivio. A essere interessati al potenziale della ragazza però non ci sono solo i suoi capi. c'è anche Kalden (John Boyega), un giovane che sembra avere le idee molto chiare su ciò che sta accadendo lì nella rete.
Ogni giorno uomini e donne riversano sui social network (Facebook e Instagram in particolare) gran parte della loro vita privata. A giudicare da quanto si vede, pare un mondo coabitato da persone felici. Le negatività sta sempre più scomparendo. La negatività è rischiosa da condividere e visto (e appurato) che tra post & tweet sguazzano gli head hunter (leggete il mio messaggio che da tempo ho in serbo per voi, ndr) convinti di poter capire il valore di una persona da ciò che scrive, o meglio, rendono pubblico, non è consigliabile farsi guidare da rabbia, depressione o rancore.
Dalla poesia on the road di The End of the Tour – Un viaggio con David Foster Wallace (2015) con Jason Segel e Jesse Eisenberg allo spauracchio dell’era moderna di The Circle (2017), per il regista James Ponsoldt la base è sempre quella del reale. La condivisione estrema non è fantascienza. È già realtà. Dalle proprie dichiarazioni di voto nel giorno delle elezioni alle foto dei propri figli/nipoti, preda facile dei moltissimi pedofili che si aggirano per il web, per ancora troppa gente tutto questo non rappresenta una minaccia. L'importante è condividere, ottenere like o chissà cosa. Nel terzo millennio la privacy è morta. Nel terzo millennio i tanti uomini e donne di The Circle sono qui a giudicare.
La giovane età e il viso ancora molto pulito rendono Emma Watson (Harry Potter, Bling Ring, Colonia) un'attrice perfetta per ruoli così ambigui. Ingenua. Spietata. Decis(iv)a. Non è certo una scoperta invece il due volte premio Oscar Tom Hanks (Philadelphia, Saving Mr. Banks, Il ponte delle spie), al contrario qui in The Circle in un ruolo (subdolo) di cui non si è certo abituati a vederlo. Personaggio a dir poco emblematico quello interpretato da Karen Gillan (Doctor Who, Guardiani della Galassia, La grande scommessa). Lei è l'euforia che si trasforma in sgomento e rottura. Lei è l'essere umano che si ribella alle macchine e il sistema.
The Circle (2017, di James Ponsoldt) è un film su una realtà onnipresente. La tanto invocata trasparenza (anche da una certa politica nostrana) è alla fine solo un potere esercitato da qualcuno. Oggigiorno e sempre più si leggono (anche) notizie di cronaca inquietanti sul mondo dei social newtork e la rete, senza dubbio il più grande strumento di controllo delle masse. E nonostante i tanti Edward Snowden provino a metterci in guardia, il risultato è un aumento costante delle presenze e dei contenuti regalati a chiunque.
In visione (anche) fino a mercoledì 10 maggio al cinema Rossini di Venezia, The Circle (2017, di James Ponsoldt) è un vero thriller dei tempi moderni. I moderni burattinai si ergono a impeccabili divinità dalla coscienza immacolata. Il controllo totale impedisce la violenza di ogni tipo, incidenti e disgrazie. Un mondo perfetto. È quello che hanno sempre promesso i dittatori: “affidami la tua vita e io ti proteggerò”. A che prezzo? Quello non viene mai specificato. Quello è il prezzo da pagare. Attenzione a entrare dentro il "cerchio" (The Circle) della condivisione selvaggia della vostra vita, potreste (già) non essere più in grado di tornare indietro.
The Circle - I cofondatori di Circle, Eamon Bailey (Tom Hanks) e Tom Stanton (Patton Oswalt) |
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