Gold - Acosta (Édgar Ramírez), Wells (Matthew McConaughey) e Kay (Bryce Dallas Howard) |
di Luca Ferrari
Wall Street offre, Wall Street toglie. Il sogno americano si presenta e ritrae. Si contorce. Sono gli anni del capitalismo più sfrenato. L'economia gira. La gente vuole accumulare e apparire. Per chi ha conosciuto una certa agiatezza, ritrovarsi a utilizzare il bar dove lavora la propria ragazza non è proprio il massimo ma la vita è anche questo. Cadute rovinose, ritorni da campioni. Ricevimenti negati, incontri in grande stile. Questa è l'America, baby. Questo è Gold – La grande truffa (2016, di Stephen Gaghan).
Kenny Wells (Matthew McConaughey) è un uomo d'affari specializzato nell'estrazione mineraria. La ruota della Terra però gira e Kenny non è uno che si accontenta. Lui vuole di più. Vuole sfondare. Ma invece dello champagne si ritroverà con la pancia gonfia e un incessante sbattere la testa. Poi un giorno ha un'idea. Una premonizione. Segue l'istinto e si getta a capofitto in una missione nel cuore dell'Indonesia coinvolgendo l'esperto Michael Acosta (Edgar Ramirez). Un'impresa che chiamarla azzardata è dire poco.
Kenny è determinato. O forse pazzo. O ancora forse è arrivato il giorno dell'ultima cartuccia da sparare e prima di alzare bandiera bianca dovrà davvero succedere di tutto. Kenny beve ma non si piega. Lì nella giungla si prende la malaria, poi qualcosa cambia. La terra si tinge di giallo. I carotaggi danno il risultato sperato fino a pochi giorni prima, a dir poco utopistico. Ha inizio una seconda vita. La riscossa. La miniera d'oro arriva fino a Wall Street.
Non tutto è oro però ciò che luccica e quando Wells rifiuta di cedere l'attività al potente Mark Hancock (Bruce Greenwood), dai forti legami con la presidenza Suharto, qualcosa nella macchina vomita-milioni si inceppa e ha inizio il declino. Al suo fianco c'è ancora Kay (Bryce Dallas Howard) ma il calvario adesso ricomincia fino alla più improbabile delle conclusioni. Ispirato allo scandalo minerario Bre-X del 1993, è uscito sul grande schermo Gold – La grande truffa (2016, di Stephen Gaghan).
Più ancora degli anni Ottanta quando la middle class conduceva una vita relativamente tranquilla e gli squali della Borsa si spartivano (a loro insaputa) le ricchezze del Pianeta, nella giungla spietata del terzo millennio il dio denaro muove i suoi fili pescando con fin troppa facilità tra tutti coloro che ormai vivono sull'estenuante filo della miseria. Oggi ancor di più che in passato siamo disposti a tutto pur di avere una chance di ribaltare la nostra esistenza con una semplice mossa.
Kenny Wells non è Jordan Belfort e Stephen Gaghan non è Martin Scorsese. Se quest'ultimo nel tanto decantato The Wolf of Wall Street (2013) arrivava a dare un'immagine quasi simpatica di uno dei peggiori squali dell'alta finanza, la misura registica di Stephen è di tutt'altro spessore, o meglio sensibilità. C'è una storia da raccontare. Una storia che Hollywood non ne voleva proprio sapere di portare sul grande schermo (era nella cosiddetta black list di quelle opere valide ma mai portate sul grande schermo). I protagonisti di Gold – La grande truffa hanno di sicuro più in comune con gli uomini de La grande scommessa (2015, di Adam McKay). Pensano al proprio tornaconto senza spacciarsi per chissà quali antieroi del Sistema.
In Gold – La grande truffa (2016, di Stephen Gaghan) ci sono esseri umani con le proprie debolezze. Matthew McConaughey (Dallas Buyers Club, Interstellar, La foresta dei sogni) aggiunge un'altra importante performance alla sua carriera. Sbuffa. Si perde. Brinda. Cede. Non si vergogna di ciò che è. Tanto alla ricerca della nobiltà del portafogli quanto fiero del sangue proletario che gli scorre tra le unghie.
In perfetta sintonia recitativa, Edgar Ramirez (Che - L'argentino, La furia dei titani, Zero Dark Thirty) e Bryce Dallas Howard (Spider-Man 3, The Help, Il drago invisibile). L'oro, come la ricchezza spropositata delle azioni, ha i connotati del grande inganno. Il mondo non se ne accorge. Il mondo è troppo impegnato a guardare lo sport o a informarsi di quale costume da bagno indosserà chissà quale "illustre personaggio". Il mondo va avanti così. Gold – La grande truffa (2016, di Stephen Gaghan)
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