Indipendence Day: Rigenerazione - l'arrivo degli alieni |
di Luca Ferrari
Il mondo terrestre è in pace e unito ma una vecchia minaccia dallo Spazio sta per tornare, agguerrita e astuta più che mai, pronta a presentare il conto della vendetta dopo essersi vista spedire al mittente le proprie ambizioni di annientamento. A guidare la risposta terrestre con la flotta spaziale, Dylan Dubrow-Hiller (Jessie Usher), figlio dell’ormai scomparso Capitano Hiller, decisivo nella salvezza del Pianeta nel primo scontro intergalattico. Al fianco del “figlio d’arte”, il classico antieroe Jake Morrison (Liam Hemsworth) con cui non scorre buon sangue. Fidanzata di Morrison, Patricia Whitmore (Maika Monroe), figlia dell’ex-Presidente degli Stati Uniti, Thomas J. (Bill Pullman).
Ma dove le armi non arrivano, ci pensano nuovamente sacrifico (di nuovo) e cervello (idem come sopra), in particolare quello del brillante informatico David Levinson (Jeff Goldblum), anche in questa avventura supportato da babbo Julius (Judd Hirsch). Consueti effetti speciali a parte, Rigenerazione non aggiunge nulla a Indipendence Day (1996), se non il nuovo e più caro prezzo del biglietto. Ripetitivo e scontato dall’inizio alla fine, buono per celebrare ulteriormente la popolarità del più giovane Hemsworth e aumentare la nostalgia per un tempo dove i film, anche quelli più commerciali, erano quanto meno più originali.
Vent’anni fa Will Smith e Jeff Goldblum formarono una coppia tanto improbabile quanto funzionale, degna erede dei vari Gibson/Glover o Murphy/Nolte, col terzo incomodo Bill Pullman. In Rigenerazione invece va in scena un triangolo (Hemsworth-Monroe-Usher) a metà strada tra Otello e Twilight, sebbene la fanciulla non sia il pomo della discordia. Il personaggio della Dott.ssa Catherine Marceaux (Charlotte Gainsbourg) poi, è a dir poco superfluo, così pure la presenza del signore della guerra congolese Dikembe (Deolbia Oparei), figlio del dittatore Mobutu, il cui vocabolario funzionerebbe meglio in qualche puntata di Walker Texas Ranger.
Da metà anni ’90 in poi i film catastrofici non sono certo mancati, e così pure le incursioni nello spazio vedi i recenti Interstellar (2014, di Christoper Nolan), The Martian (2015, di Ridley Scott) fino alla recente pacifica invasione di Arrival (2016, di Denis Villeneuve), film in concorso a Venezia 73 con protagonisti Amy Adams e Jeremy Renner. Produttori e registi non sono certo degli allocchi e sanno bene che un nuovo prodotto non potrebbe mai competere con le prime opere e magari ne mineranno pure il ricordo, ma poco conta. Anzi conta molto perché il (loro) conto s’ingrossa. Il grande pubblico obbedisce e alimenta la macchina di cloni a linea cerebrale longitudinale.
Remake o sequel di culti anni Ottanta e Novanta, ne sfornano di continuo. Ma finché i cineoti non cominceranno a premiare il grande schermo andando vedere opere che non rasentino il mero marketing lobotomizzante, c’è ben poco da fare. Pochi giorni fa è uscito il nuovo Ben Hur, una vera blasfemia! Stanno pensando al sequel de I Goonies. Hanno già girato con pessimi risultati i remake di Total Recall e Robocop. Uscirà il sequel di Beetlejuice. Tutto qui? No, per niente. C'è di peggio.
Siamo perfino arrivati alla situazione in cui un regista in palese crisi di successo si mette a rigirare un suo stesso vecchio film. Lui è George Miller e l'opera in questione è Mad Mx FuryRoad (2015): il solito polpetto di effetti speciali e zero assoluto nel resto. David Lynch si è perfino tragicamente convinto a riportare in vita I segreti di Twin Peaks (’90-91). Ultima news, è già in cantiere il remake di Scarface con alla regia Antonie Fuqua, già dietro la macchina da presa del remake de I magnifici sette, film di chiusura della 73° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Vidi Indipendence Day (di Roland Emmerich) nell’autunno 1996 e ricordo ancora che la prima cosa che feci appena uscito dalla sala fu di guardare il cielo per vedere se ci fosse qualche navicella sopraggiunta da qualche galassia lontana. Ho visto Indipendence Day – Rigenerazione (2016, di Roland Emmerich) nel 2016 e il primo pensiero appena ultimata la visione è di aver sprecato due ore del mio tempo con un’opera arrabattata col solo scopo di incassare. Un film incapace di coinvolgere ed emozionare. Un film emblema di un cieco e cineota guardare senza la minima voglia di scoprire qualcosa di nuovo.
Indipendence Day: Rigenerazione - David Levinson (Jeff Goldblum) e l’ex-Presidente degli Stati Uniti, Thomas J. (Bill Pullman), esterrefatti davanti alla nuova minaccia aliena |
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