Shades of Blue - il detective Harlee Santos (Jennifer Lopez) |
di Luca Ferrari
Una donna sconvolta si confessa davanti a un monitor. È distrutta. Rassegnata. Le sue lacrime le graffiano il viso ma la voglia di lottare forse non è ancora del tutto compromessa. Si chiama Harlee Santos (Jennifer Lopez), detective del Dipartimento della Polizia di New York. Inizia così la miniserie televisiva Shades of Blue (13 puntate), sbarcata il 7 gennaio scorso sulla NBC. A interpretare la protagonista, una più che convincente Jennifer Lopez.
Harlee ha cominciato come “sbirro di pattuglia”. Le sue doti l’hanno fatta salire di grado. Sotto la guida del navigato tenente Wozniak (Ray Liotta) cerca di far rispettare la legge, cedendo però a pratiche non esattamente legali e facendosi pagare tangenti per chiudere un occhio. Tutto ciò con l’avvallo di Woznack, autentico fac totum di questa rete di corruzione. Sulle loro tracce però ci sono i Federali, e durante l’ennesima trattativa, Santos cade nella trappola dell’agente speciale Stahl (Warren Kole).
Harlee è il poliziotto su cui ha puntato l’FBI per prendere il pesce più grosso e far venire a galla tutto il marcio della polizia della Grande Mela. La domanda è: che cosa farà Harlee? Collaborerà tradendo il paterno Woznak, l’agente Tess Nazario (Drea de Matteo), madre anch’essa, e gli altri fraterni colleghi o farà la pura andando in galera e così abbandonando l’amata figlia adolescente Cristina (Sarah Jeffery)? Un dilemma non da poco. Una situazione a dir poco complicata che metterà a dura prova il cuore e l’anima di Harlee.
Stare dietro a tutte le serie televisive è praticamente impossibile al giorno d’oggi. Quantità e qualità fanno a gara a chi ha più carne al fuoco. Dopo aver scoperto nuovi orizzonti con House of Cards e la mefistofelica coppia presidenziale formata da Kevin Spacey e Robin Wright, ho potuto ammirare tutta la prima e fin’ora unica stagione di Billions con protagonista Paul Giamatti. A Venezia73 sono state addirittura mostrate in anteprima le prime due puntate del grandioso The Young Pope (di Paolo Sorrentino). Adesso la mia attenzione è rivolta al “mai troppo amato genere” poliziesco di Shades of Blue la cui visione mi è stata "suggerita" dalla curiosità di vedere la protagonista in questo inedito ruolo.
Seguo da tempo immemore Jennifer Lopez e sono sempre stato dell'idea che avrebbe dovuto concedere più spazio al cineme a meno alle note. Anni or sono la scintilla d'amore per la settima arte sgorgò grazie alle commedie sentimentali, su tutte Shakespeare in Love (1998, di John Madden) e Moulin Rouge! (2001, di Baz Luhrmann). Inevitabile dunque che il mio primo incontro cinematografico con Miss Lopez fosse avvenuto a contatto con quel genere (The Wedding Planner, Un amore a 5 stelle, Quel mostro di suocera).
Seguo da tempo immemore Jennifer Lopez e sono sempre stato dell'idea che avrebbe dovuto concedere più spazio al cineme a meno alle note. Anni or sono la scintilla d'amore per la settima arte sgorgò grazie alle commedie sentimentali, su tutte Shakespeare in Love (1998, di John Madden) e Moulin Rouge! (2001, di Baz Luhrmann). Inevitabile dunque che il mio primo incontro cinematografico con Miss Lopez fosse avvenuto a contatto con quel genere (The Wedding Planner, Un amore a 5 stelle, Quel mostro di suocera).
A dispetto dei film leggeri interpretati, ebbi sempre la netta impressione che J. Lo avesse molto da offrire alla settima arte, opinione questa rafforzata dalla successiva visione dell'attrice di origini portoricane in pellicole di ben altro spessore a cominciare da Via dall’incubo (2002, di Michael Apted), Il vento del perdono (2005, di Lasse Hallstrom con Robert Redford e Morgan Freeman), Bordertown (2006, di Gregory Nava).
In tempi in cui si parla sempre troppo poco di femminicidio e violenza domestica sulle donne, le opere di Apted e Nava andrebbero riviste. Nel primo film Jennifer Lopez è una donna alle prese con un marito violento, abbandonata dalla società e da chi la dovrebbe proteggere, arrivando così alla decisione di difendersi da sola, realtà onnipresente in quasi ogni paese del mondo. Il secondo si basa sul caso accertato di strage femminile avvenuta nella cittadina messicana di Ciudad Juarez. Un dramma purtroppo molto ridimensionato nel numero delle vittime e tutt'oggi lungi dall'essere archiviato.
Altra prova interessante della Lopez, la raffinata commedia Shall We Dance? (2004, di Peter Chesolm) al fianco di Richard Gere, Susan Sarandon e uno strepitoso Stanley Tucci. Attrice versatile e ancora molto sottovalutata causa esplosiva e morbida bellezza, nonché status da superstar, non ha saputo resistere al richiamo dell'animazione. Nella versione in lingua originale della saga de L'era glaciale infatti, è sua la voce della tigre bianca dai denti a sciabola Shira.
Oggi Jennifer Lopez è la protagonista della miniserie cosiddetta “police procedural” Shades of Blue, e ancora una volta lascia il segno. 13 puntate in tutto che devo ancora terminare ma che mi hanno fatto fremere più di una volta con suspense e colpi di scena. Sontuoso copotagonista Ray Liotta (Quei bravi ragazzi, Abuso di potere, Sin City 2), in questi giorni sul grande schermo nei terribili panni di Blackway. Lopez-Liotta, una coppia davvero ben assortita che sono sicuro porterà il sottoscritto e i tanti altri spettatori di Shades of Blue a sperare in una seconda stagione della serie.
Shades of Blue - il tenente Matt Wozniack (Ray Liotta) |
Shades of Blue - la giovane Cristina (Sarah Jeffrey) con la madre Harlee (Jennifer Lopez) |
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