di Luca Ferrari, ferrariluca@hotmail.it
giornalista/fororeporter – web writer
Alla ricerca di quattro toscanacci livornesi che un tempo sprizzavano rock e ribellione, i Pluto. È quanto decide di fare il giornalista Ludovico (Corrado Fortuna), partendo dal batterista della band, Loris Vanni (Alessandro Roja) proponendogli una video-intervista alla band ormai scioltasi. L’ex-drummer ora disoccupato riallaccia così i contatti con gli ex-componenti della band: il chitarrista Rino Falorni (Dario Cappanera), la bassista Sabrina Cenci (Claudia Pandolfi) e il cantante Maurilio “Mao” Fantini (Marco Cocci).
I più grandi di tutti (2012), scritto e diretto da Carlo Virzì, nonostante avesse alle spalle un colosso della distribuzione come la Eagle Pictures, è rimasto in programmazione troppo poco. Non ho fatto in tempo a vederlo. E appurato che i film non li scarico (o al cinema, o in dvd o niente), oggi mi posso accontentare di (ri)vedere il trailer del film o il divertente videoclip della canzone Vado al mare, perfetta per la stagione, che rimanda al 1996 quando la band era sempre on the road.
Non potendo entrare troppo nei dettagli cinematografici, c’è un altro filone da cui sviscerare. I Pluto infatti hanno molte analogie con quel sound “alternativo” dei primi anni ’90 che segnò un’epoca, una generazione e che ha lasciato, a giudicare anche dal flusso di pubblico ai concerti recenti, qualcosa di ben più profondo di un semplice apprezzamento.
Cominciamo dalla formazione: tre uomini e una donna al basso che ricorda non poco la rock band di Chicago, Smashing Pumpkins. E la chioma bionda (lunghi prima, caschetto poi) di Sabrina pare voler essere proprio un omaggio alla collega delle 4 corde, D'arcy Elizabeth Wretzky.
C’è poi un richiamo che non può essere casuale a Kurt Cobain, cantante e chitarrista dei Nirvana. Quando Loris viene contattato dal giornalista e inizia la ricerca dei vecchi compagni di palco, indossa una maglia bianca con un alieno con la scritta “Hi, how are you? (trad. Ciao, come stai)”. Impossibile non ricordarsela indosso al musicista originario di Aberdeen in una delle foto più dolci scattategli insieme alla moglie Courtney Love e la figliolette appena nata Francis “Bean”.
Un terzo dettaglio. Il trailer si chiude con Loris che molto professionalmente chiede se il nome della band sia un riferimento alla divinità greca dell’opulenza e della ricchezza, o al pianeta più lontano del Sistema Solare. Tra visi straniti, Sabrina risponde sinceramente: “no, è il nome del cane della mi’ nonna”.
Anche il nome della band Pearl Jam ha a che fare con un parente. Il cantante Eddie Vedder, autore della sublime colonna sonora del film Into the Wild (2007, di Sean Penn), aveva una nonna sposata con un nativo americano e preparava una marmellata “ipnotica” con spezie particolari (peyote). Il nome infatti significherebbe “la marmellata di Pearl (nonna). Difficile credere che uno come Virzì, classe ’72, quindi ventenne all’epoca dell’esplosione del sound di Seattle nonché musicista di varie colonne sonore (Ovosodo, La prima cosa bella), non ne sia rimasto sfiorato, e che tutto questo non siano che romantiche dediche al suo bagaglio culturale.
la locandina del film, I più grand di tutti (2012, di Carlo Virzì) |
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