The Place - Gigi (Vinicio Marchioni) e il misterioso uomo (Valerio Mastandrea) |
di Luca Ferrari
C'è un uomo che realizza i desideri della gente. Chi sia non ha importanza. Si rivolgono a lui come tanti peones disperati davanti a un dispensatore di miracoli. Tutti lo cercano e quando questi gli dice cosa devono fare per ottenerlo, la reazione è sempre la stessa. Inorriditi, poi però cercano un modo per realizzare e dunque tornare dal loro Salvatore. Enigmatico. Spietato. Metaforico. Fin troppo realistico, The Place (2017, di Paolo Genovese).
C'è un uomo (Valerio Mastandrea). Passa le giornate seduto in una locale indefinito. A turno persone di tutte le estrazioni vengono a parlare con lui. Tutti diversi ma accomunati dalla disperazione e lui sa come risolvere i loro problemi. Apre la sua agenda, li fa parlare e annota i loro pensieri. Poi gli chiede qualcosa in cambio. Non per lui. Devono svolgere un compito. Alcuni provano a protestare ma lui è inflessibile. O così o... puoi rifiutare, dice.
Uno dopo l'altro, vogliono tutti qualcosa. Il poliziotto Ettore (Marco Giallini). Il meccanico Odoacre (Rocco Papaleo). Il padre di famiglia Gigi (Vinicio Marchioni). L'anziana Marcella (Giulia Lazzarini). Suor Chiara (Alba Rohrwacher). La vanitosa Martina (Silvia D'Amico). Il cieco Fulvio (Alessandro Borghi). La moglie Azzurra (Vittoria Puccini) e il piccolo malavitoso Alex (Silvio Muccino). E poi c'è lei, la cameriera del bar, Angela (Sabrina Ferilli). Lei non chiede niente, anzi. Vorrebbe solo conoscere meglio questa persona che vede ogni dì ascoltare gli altri.
Una fede perduta. Un marito malato. Una bellezza svanita. Una matrimonio da salvare. Un senso da riacquistare. Una donna da conquistare. Tutti nel nostro cammino abbiamo perduto qualcosa e non abbiamo più avuto la forza (o la voglia) di riprendercelo. Ma invece di tirarci su le maniche, che cosa abbiamo fatto? Abbiamo comprato prodotti. Abbiamo puntato il dito. Abbiamo usato filosofie attendiste. Abbiamo permesso che altri ci dicessero cosa fare. Abbiamo lasciato che gli altri decidessero per le nostre vite.
Paolo Genovese cambia registro, e apre l'agenda. La generazione delle menzogne di Perfetti sconosciuti (2016) è scomparsa. Oggi tocca a chi proprio non ce la fa. A chi è disposto a tutto pur di vedere la propria vita cambiare. Oggi siamo dinnanzi a imbonitori di ogni sorta. Una volta le religioni promettevano il paradiso, oggi invece è sufficiente un rossetto, un'adesione politica, un silenzio, una slot machine. C'è chi comanda e chi non deve fare domande e obbedire. Nulla è gratis al mondo. Nulla. Tutto ha un prezzo.
The Place è un luogo reale e metafisico. The Place è dentro ciascuno di noi. The Place ci pone dinnanzi a quelle domande a cui abbiamo volutamente scelto di non rispondere. E se incontrassimo qualcuno capace di darci ciò che vogliamo, quanto saremmo disposti a tollerare? Contro cosa e chi ci dovremmo scontrare? E soprattutto, perché abbiamo dovuto attendere che qualcuno arrivasse per dirlo?
Voglio essere sincero, con voi tutti e il regista. Non ero troppo convinto di andare al cinema e confrontarmi con gli inevitabili spettri di The Place. Un giro di parole con un'amica ed eccomi in sala del cinema Rossini di Venezia (ancora in programmazione fino a mercoledì 22 novembre). In pochissimi fino a quasi all'inizio del film, e poi l'arrivo della massa. Una metafora interessante anch'essa. Uno spunto ulteriore su cui cominciare a riflettere. Un piglio da cui lasciar cadere ogni pregiudizio.
The Place (2017, di Paolo Genovese) apre le porte del girone contemporaneo ai novelli dott. Faust alla disperata ricerca di qualcosa che gli è sfuggito o gli sta sfuggendo. Valerio Mastandrea (Notturno bus, La prima cosa bella, Fai bei sogni) è un perfetto Mefistofele senz'anima né apparenti sentimenti. Gran burattinaio ed esecutore di chissà cosa/chi. Non si fa impressionare dalle suppliche e non ha tempo da perdere. Ma se le sue richieste fossero davvero così impossibili o insostenibili da eseguire, allora nessuno accetterebbe mai... Nessuno, appunto.
Venezia, dentro e fuori il cinema Rossini a vedere The Place ... insieme a Ciak!© Luca Ferrari |
The Place (2017, di Paolo Genovese) |
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