Wish - Re Magnifico |
di Luca Ferrari
Ma che fine ha fatto Crudelia De Mon? Dove sono i vari Dory e Scorza? Ma in quale isola che non c'è, hanno confinato l'animazione più autentica? Un tempo c'erano i concetti da mimetizzare nelle storie, adesso è l'opposto. Oggigiorno c'è solo un esasperato tentativo di spingerci in gola e conficcarci nella mente buonismo e inclusività. Una ricetta narcotica per farci dimenticare il tracollo umano-sociale in cui viviamo, e relegando al web le nostre rivoluzioni. Lì, sulle storie del grande schermo invece, la sceneggiatura nuda e pura ha un ruolo talmente marginale da apparire fuori luogo. Per le feste è sbarcato sul grande schermo Wish (2023). Diretto da Mr "Frozen" Chris Buck, fin dalle prime battute si percepisce un messaggio talmente dolciastro da far apparire più digeribile un pandoro al mascarpone condito da panettone al pistacchio. Un film tra l'altro, da cui traspare già il sequel scontato: lo specchio si rompe nelle segrete (molto diseducativo questo messaggio, ndr), il re si libera e mette in atto la sua vendetta, la nuova lotta e trionfo dei buoni.
Doppiata nell'originale dalla Premio Oscar Ariana DeBose, Asha rasenta la perfezione assoluta (ennesima esasperazione da sbattere in faccia ai più piccoli, ndr). Non ha difetti. Coraggiosa, leale, dal cuore immacolato. Intrappolata tra le perfide grinfie di Re Magnifico, dà il via alla rivolta contro la tirannia. Un personaggio che incarna quei sogni irrealizzabili. Un sogno che solo gli ingenui possono credere siano realistici. Ogni persona ha diritto di avere i propri sogni, anche se non li realizzerà mai. I bambini hanno diritto ai loro sogni, e questo è indubbio. Forse sarebbe più educativo raccontargli che non basta una canzonetta da quattro soldi per piegare una persona malvagia.
E' curioso poi come il produttore della suddetta pellicola, la Disney, abbia messa in atto da tempo una dittatura animata, fagocitando uno dopo l'altro i vari studi cinematografici, e dunque voglia propinarci lezioni su "coloro i quali voglino comandare". E la qualità sempre più bassa, è palese, come ha rimarcato di recente anche che lo stesso CEO, Bob Iger. Ma prima di pensare al botteghino, uno studios come la Disney forse dovrebbe pensare alle storie. Sono passati più di 60 anni da La carica dei 101 e più di 20 da Alla ricerca di Nemo, eppure sono pronto a scommettere che tra un secolo i bambini e bambine di tutto il mondo ancora li guarderanno. Wish sarà al massimo un buco da tappare in qualche festività, concedendo una risatina di dolcezza con la presenza della stella Star, e nulla di più. Tra un anno e anche meno, Wish sarà già stato sepolto da storie anemiche col solo obiettivo di educarci a qualcosa
Il trailer di Wish
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