Un boss in salotto - i fratelli Carmela (Paola Cortellesi) e Ciro (Rocco Papaleo) © Gianni Fiorito |
Luca Ferrari
Non è il classico scontro Nord-Sud. Al suo sesto lungometraggio, Un boss in salotto (2013), "Mr. Benvenuti al…" Luca Miniero ci porta ai piedi delle montagne nordorientali per mettere ordine e pace nel presente di una donna in fuga da se stessa. E per mutare la finzione ci vuole l’anarchia. Così, dopo lacrime, rabbia e tempesta, torna in campo la comprensione (accettazione) e irrompe il nuovo mondo.
Cristina D’Avola (Paola Cortellosi) ha lasciato la Campania moltissimi anni fa. Oggi è l’impeccabile madre di Vittorio (Saul Nanni) e Fortuna (Lavinia De' Cocci). È moglie del flebile e un po' bambinone pubblicitario Michele Coso (Luca Argentero). Vive nella quiete “demafizzata” del Nord Italia in odore di Trentino-Alto Adige.
Cristina si vergogna delle sue origini a tal punto da nasconderle del tutto alla propria famiglia, accento/cadenza inclusa. Odia perfino il sole e dice di amare il freddo. Si presenta con un altro nome (si chiamerebbe Carmela in effetti) e mente sulla morte di parenti stretti (il fratello delinquente). Rinnega qualsiasi debolezza, aspirando solo alla perfezione.
Per Cristina anche le ricche delizie napoletane (pastiera inclusa) sono sinonimo di cattivi ricordi. Ormai si è votata donna del nord, è una fiera consumatrice di canederli e strudel, sempre pronta al pensiero positivo più intransigente. Footing la domenica con la famiglia. Vive al di sopra delle proprie possibilità economiche. Cieca e sorda dinnanzi agli evidenti problemi di figli e marito.
Il fallace maniero però inizia a sgretolarsi quando da quel Sud Italia tanto disprezzato da cui è scappata, arriva proprio lui, il fratello spacciato per morto: Ciro Cimmaruta (Rocco Papaleo). Questi ha chiesto di scontare gli arresti domiciliari in casa della sorella in attesa di un processo che lo vede coinvolto in mezzo alla Camorra. È un colpo per Miss Superficialità che vede messo in crisi tutto ciò per cui ha tanto faticato.
Ma al contrario di quanto pensi, il suo mondo cambia in meglio. La notizia del pericoloso malavitoso si diffonde in città e tutti iniziano a trattarli coi guanti, inclusi gli odiosi coniugi Manetti, il capo incapace di Michele, Carlo (Alessandro Besentini) e la moglie snob Doriana (Angela Finocchiaro) cui Cristina fa una corte serrata per entrare nelle sue grazie.
Le bambole per la figlia, gli amici ricchi per il figlio, macchina aziendale e segretaria per Michele. Anteprime a teatro per Cristina. Un’ascesa senza precedenti per la famiglia Coso fino all’assoluzione di Ciro e la verità che emerge (non è affatto un boss mafioso). E a quel punto, giù nell’oblio. La famiglia Coso subisce senza ribattere ma quando si sente dare del terun da una maschera, il sangue ribollisce ed è ora di ricominciare.
Una menzogna nasce dalla paura. Una menzogna nasce dalla certezza di non comprensione della verità. Una menzogna nasce dalla necessità di offrire alla società qualcosa di adeguato allo status quo imperante. Una menzogna non lascia macchie sulla tovaglia. Semmai c’è l’anima ma quella tanto, vale ancora qualcosa?
Un boss in salotto (2013, di Luca Miniero) |
Un boss in salotto - L'impeccabile famiglia Coso al completo |
Un boss in salotto - Ciro Cimmaruta (Rocco Papaleo) |
Un boss in salotto - Carlo Manetti (Alessandro Besentini) e la moglie Doriana (Angela Finocchiaro) |
Un boss in salotto - Un boss in salotto - Carmela/Cristina (Paola Cortellesi) e Ciro (Rocco Papaleo) |
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