12 anni schiavo - Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor) |
di Luca Ferrari, ferrariluca@hotmail.it
giornalista/fororeporter – web writer
Schiavi della violenza. Schiavi di spregevoli esseri umani. Schiavi di nazioni dittatoriali. Schiavi, schiavi e ancora schiavi. La schiavitù non è qualcosa di cui vergognarsi delle umanità passate. È ancora uno dei peggiori cancri del mondo contemporaneo. Un tempo catene e frusta. Oggi economie affamano, dividono, sentenziano. E poi ci sono loro, gli schiavi degli schiavi. E ancora gli schiavi degli schiavi degli schiavi.
Giovedì 20 febbraio esce nelle sale cinematografiche italiane 12 anni schiavo, il nuovo film del regista londinese Steve McQueen (Hunger, Shame) con protagonisti Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Benedict Cumberbatch, Paul Giamatti e Brad Pitt, con quest’ultimo in veste anche di produttore con la sua Plan B Entertainment.
Tratto dall’autobiografia di Solomon Northup, 12 anni schiavo racconta di un musicista di colore libero che fu rapito da traficanti di schiavi e quindi riottenne la libertà dopo 12 anni di catene in Louisiana. Distribuito in Italia da BIM, la pellicola, proprio per la delicatezza del tema trattato e la tragica contemporaneità, è stato patrocinato da Amnesty International.
Vincitore del Golden Globe come Miglior film drammatico e di due premi BAFTA come Miglior film e Miglior attore protagonista Chiwetel Ejiofor, alla serata degli Oscar del prossimo 2 marzo, 12 anni schiavo si presenta con 9 nomination tra cui Miglior film, Miglior regista a Steve McQueen, Miglior attore protagonista a Chiwetel Ejiofor, Miglior attore non protagonista a Michael Fassbender, Miglior attrice non protagonista a Lupita Nyong'o e Miglior sceneggiatura non originale a John Ridley.
“Dal punto di vista di un’organizzazione per i diritti umani, la storia di Solomon Northup si collega a quella di tanti uomini e donne del XXI secolo il cui lavoro è sfruttato in condizioni estreme in molti paesi” denuncia Amnesty, “Fra di essi la Mauritania, l’ultima nazione al mondo ad aver abolito la schiavitù per legge nel 1981, anche se non nella pratica”.
Nello stato dell’Africa Occidentale infatti, si stima che oltre il 20 per cento della popolazione (il gruppo etnico harratin) sia asservito totalmente o parzialmente. Le organizzazioni anti-schiavituù vengono perseguitate dalle autorità e i loro leader sono frequentemente imprigionati.
Nei paesi dell’Asia meridionale milioni di persone (bambini inclusi) sono costretti a lavorare per pagare debiti di famiglia, spesso in condizioni di estremo pericolo e in impieghi usuranti. A Hong Kong migliaia di donne indonesiane, vittime del traffico di esseri umani, lavorano in condizioni di sfruttamento o vera e propria schiavitù come collaboratrici domestiche. Sono sottoposte a orari massacranti, sottopagate, vittime di violenza sessuale e impossibilitate a uscire dall’abitazione in cui prestano servizio.
Non è da meno il Qatar dove la manovalanza straniera (Asia meridionale in particolare) vive in condizioni a dir poco drammatiche. Una realtà fatta di assenza di controlli sulla sicurezza, mancato pagamento dei salari, condizioni abitative sconcertanti (alloggi squallidi e sovraffollati, senza aria condizionata, circondati da rifiuti e da fosse biologiche scoperte e in diversi casi privi di acqua potabile), turni di lavoro di 12 ore al giorno per sette giorni alla settimana, anche durante il torrido periodo estivo.
E se i benpensanti italiani si sentono al sicuro dall'orribile realtà della schaivitù, forse varrebbe la pena ricordargli che cosa è accaduto a lavoratori migranti provenienti dall'Africa subsahariana, Africa del Nord e dall'Asia, impiegati in lavori poco qualificati, spesso stagionali o temporanei, per lo più nel settore agricolo delle province di Latina e Caserta
“A parità di lavoro ricevono paghe inferiori di circa il 40 per cento rispetto al salario italiano minimo e lavorano un maggior numero di ore” ha denunciato Amnesty International, “l’introduzione poi del reato di – ingresso e soggiorno illegale – ha reso impossibile per i lavoratori migranti chiedere giustizia per salari inferiori a quanto concordato, per il mancato pagamento o per essere sottoposti a lunghi orari di lavoro. La prospettiva per molti di loro era che se avessero denunciato lo sfruttamento sarebbero stati arrestati ed espulsi a causa del loro status irregolare”.
Giovedì 20 febbraio sbarca sul grande schermo 12 anni schiavo, di Steve McQueen. Una storia vera. Una delle tante pagine abominevoli create dall'umanità grondanti sangue e disperazione. Quelle stesse vicende che si ripetono giorno dopo giorno nell'evoluta società moderna. Ma se i colpi di frusta dei negrieri scagliati sulla schiena di neri legati vi faranno accapponare la pelle, che cosa avete da dire del mondo di oggi? Non lo conoscete? Forse è il caso di scoprirlo.
12 anni schiavo - Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor) |
12 anni schiavo - Edwin Epps (Michael Fassbender), Patsey (Lupita Nyong'o) e Solomon (Chiwetel Ejiofor) |
12 anni schiavo (2013, di Steve McQueen) |
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