Still Alice - Lydia (Kristen Stewart) e sua madre Alice Howland (Julianne Moore) |
di Luca Ferrari
Alice Howland sta per andare a correre sulla spiaggia insieme all’amato marito John. Prima di andare però, un piccola sosta bagno. Alice scende le scale e inizia ad aprire tutte le porte. Non si ricorda più dove sia la toilette. Non capisce più dove si trovi. I suoi pantaloni aderenti da jogging si bagnano come se fosse una neonata. È il dramma di una cinquantenne affetta dal morbo di Halzehimer. È il dramma di Still Alice (2014, di Richard Glatzer).
Forte. Sicura di sé. In carriera, madre premurosa e moglie fedele. Una vita al limite della perfezione quella della dottoressa Alice Howland (Julianne Moore). Poi un giorno qualcosa non torna. Da una parola dimenticata a un mondo sfuocato. È l’inizio di un precoce morbo di Alzheimer. È l’inizio di una vita su cui si perde il controllo. Giorno dopo giorno il cervello la svuota dei ricordi senza che la volontà possa far nulla.
Alice Howland insegna alla Columbia, una delle più rinomate università degli Stati Uniti. È brillante. I suoi corsi sono tra i più seguiti del campus. Non è da meno il marito John (Alec Baldwin), affermato medico. A chiudere il quadretto familiare, i tre figli Anna (Kate Bosworth), Tom (Hunter Parrish) e Lydia (Kristen Stewart). Quest’ultima è la meno avvezza a una vita sicura, inseguendo i propri sogni di attrice sulla West Coast.
Nell’oliato meccanismo familiare qualcosa però si è inceppato. Qualcosa per certi versi peggiore anche di un cancro. Alice ha notato qualcosa che non va. Una affaticamento. Una sensazione di non capire più dove sia. Un termine che proprio non vuole saperne di uscire. Consulta un neurologo e dopo qualche esame la diagnosi è quanto di più infausta si possa immaginare: una forma rara e precoce di Alzheimer.
Alice è una combattente e non si arrende di certo, però piange. Ha paura. Ha paura di vedere la sua amata vita scomparire dalla sua mente. E quando a natale Tom si presenta con la nuova fidanzata subito salutata da Alice, una volta seduta a tavola pochi minuti si ripresenta a lei come se non l’avesse mai vista prima. Lydia sembra l’unica ad accorgersi di quello che sta realmente accadendo.
Dimenticate le inquietudini vampiro-licantropesche della saga di Twilight e archiviato il mediocre Biancaneve e il Cacciatore, la giovane Kristen Stewart torna a far parlare per quel solo argomento che dovrebbe riguardare chi fa la sua professione: un buon film. Dalla tipica figlia minore ribelle, Lydia si fa sempre più materna verso la propria mamma finendo per abbandonare Los Angeles e il suo agente per starle vicino via via che la malattia si fa sempre più grave.
La sua sofferenza così come i propri segreti li affida alle parole di un diario. Si prende parole dalla sorella maggiore ma la sua forza è evidente, e al momento del bisogno si dimostrerà più decisiva anche dello stesso padre che a dispetto della richiesta di Alice di prendersi un anno sabbatico per vivere insieme quello che potrebbe essere il suo anno cosciente, finirà comunque per accettare un nuovo e importante lavoro lontano da casa.
Sono anni che Julianne Moore (classe ’60) è considerata una delle migliori attrici in circolazione eppure era incredibilmente a secco di riconoscimenti ufficiali “in casa”, avendo trionfato al contrario a Berlino, Venezia e Cannes. Con la sua performance di Still Alice invece si è portata casa Critics' Choice Movie Award, BAFTA, Golden Globe per la Miglior attrice in un film drammatico e premio Oscar 2015 come Miglior attrice protagonista.
I suoi occhi a metà strada tra desolazione, rabbia e determinazione sono quelli di una donna che potrà anche non riconoscere più i suoi figli ma non intende svanire come un granello di sabbia inghiottito dalla tempesta. Lei è decisa ad affrontarlo questo uragano silenzioso che giorno dopo giorno le sta cancellando la memoria. Lei cammina fiera dentro le invisibili onde dell'oblio.
Il trailer di Still Alice
Still Alice - Alice Howland (Julianne Moore) e il marito John (Alec Baldwin) |
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