by Luca Ferrari
Il cinema divide. Il cinema rivela. Il cinema fa riflettere. Per il suo quinto lungometraggio Il segreto di Italia il regista padovano Antonello Belluco ha scelto un tema molto difficile, il cosiddetto eccidio di Codevigo, ossia le varie esecuzioni compiute nella cittadina padovana dai partigiani della Brigata Garibaldi ai danni di iscritti al partito fascista o meri aderenti. Quel film oggi è diventato un libro.
Sabato 11 luglio a partire dalle h. 18 presso la MAAV – Museo Abano Terme Arte Vetro Galleria al Montirone (Via Pietro D’Abano, 20 Abano Terme) sarà presentato l'opera Il “Mio” Segreto di Italia – Testimonianza di un cinema non voluto, di Antonello Belluco.
In questo volume Antonello Belluco (Antonio guerriero di Dio, Il Giorgione) racconta in forma diaristico-autobiografica i quattro anni durante i quali è stato impegnato nella produzione del film “Il segreto di Italia”, uscito a novembre del 2014 e ancor oggi in programmazione in alcune città italiane, con protagonisti Romina Power e Gloria Rizzato.
Il libro consta di diciassette capitoli nei quali l’autore-regista narra aneddoti relativi alla sua vita e alla realizzazione della pellicola. Parla della sua famiglia, rievocando con tenerezza e ammirazione la figura del nonno, che definisce “un grande esempio”; racconta gli anni della sua formazione e l’inizio della sua carriera. Si sofferma poi sulla descrizione dell’incontro con Gerardo Fontana, cugino di Farinacci Fontana (assassinato dalla Brigata Garibaldi), tramite il quale Belluco ha conosciuto la tragedia di Codevigo.
Centrale è la volontà di svelare una verità storica in nome della libertà di pensiero, contro il silenzio imposto da pregiudizi ideologici. “Ho semplicemente cercato di aprire un piccolo spiraglio, un’infinitesima fessura densa di speranza” ha sottolineato Bellucco, “il grande sogno di vedere la storia non utilizzata per sostenere un regime di pensiero o un’ideologia, ma come chiaro esempio e monito per un popolo in grado di ragionare liberamente in modo autonomo, senza lasciarsi coartare né fuorviare”.
L'orrore del Fascismo così come di tutte le più spregevoli dittature è stato naturale fonte di vendette spietate. E ciò che fecero i Partigiani nel fatto in sé, non fu tanto diverso dalla strage delle foibe con protagonista la Jugoslavia di Tito ai danni degli italiani. E mentre i moralisti già si sprecano, verrebbe da chiedersi come dovremmo considerare le due bombe atomiche scagliate contro il Giappone dagli Stati Uniti a guerra ormai finita. Ecco appunto.
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