Wimbledon - Lizzie Bradbury (Kirsten Dunst) e Peter Colt (Paul Bettany) |
di Luca Ferrari
Il tennis non è mai stato (fin'ora) uno sport troppo valorizzato dalla settima arte. Giusto minimi scampoli ma mai veri e propri lungometraggi dedicati. Non è da meno il più che modesto Wimbledon (2004), del regista inglese Richard Loncraine. A dispetto del titolo, sembra più un Notting Hill in salsa tennistica con solo di sfondo la disciplina, mostrata sui veri campi verdi a tratti in modo alquanto inverosimile.
Peter Colt (Paul Bettany) è un modesto tennisa sul viale del tramonto. Un tempo a ridosso della top ten, oggi langue oltre la 100° posizione. Ma prima di appendere la racchetta al chiodo e diventare il presidente di un circolo tennistico, è pronto a giocare il suo ultimo torneo in casa. Sul verde di Wimbledon, entrando direttamente nel tabellone principale grazie a una wild card.
È lì che incontra la rabbiosa americana Lizzie Bradbury (Kirsten Dunst), campionessa spaccona e dal carattere difficile ma in segreto innamorata proprio di lui. Un film che più scontato non si può, dall'esito prevedibile su tutti i fronti fino all'esagerazione all'acqua di rose dell'amicizia sul campo tra Colt e raccattapalle bambino che addirittura viene colpito in faccia da un servizio dall'odiato rivale, ex (pure) di Lizzie.
Non voglio entrare troppo nel merito del tennis vero e proprio. Basterebbe vedere il match point per capire che mai nella storia del tennis si è assistito a un punto simile di questa importanza. Gli "atleti" spesso sono fuori posizione e neanche colpiscono la palla facendo cadute alquanto plateali.
Più divertenti senza dubbio la ruspante famiglia di Colt, a cominciare dai genitori in crisi: mamma Augusta (Eleanor Bron) e papà Edward (Bernard Hill) ma ancor di più il fratello minore Carl, che scommette sempre contro di lui, e interpretato da un giovane James McAvoy (L'ultimo re di Scozia, Wanted, X-Men – L'inizio) .
Il film, dedicato alla memoria di Mark McCormack (1930-2003), stimato avvocato e procuratore sportivo di grandissimi campioni tra cui Björn Borg, Chris Evert e Pete Sampras, vede nel cast nel ruolo di se stessi come commentatori televisivi, due autentiche leggende del tennis maschile e femminile: gli americani John McEnroe e la già citata Evert, entrambi vincitori del torneo di Wimbledon in tre edizioni ciascuno: '74, '76 e '81 lei, '81, '83-'84 lui.
Se la storia d'amore tra i due protagonisti sembra a tratti ricordare quella tra i due tennisti Andre Agassi e Steffi Graf, sembra alquanto palese l'ispirazione dalla carriera di Goran Ivanisevic per l'impresa di Colt. Dopo anni di promesse disattese e tre finali a Wimbledon perdute, il mancino croato riuscì a vincere il torneo ormai prossimo al ritiro e non di meno entrando nel tabellone principale solo grazie a una wild card.
Wimbledon (2004, di Richard Loncraine) è un film che può giusto venir voglia di vedere nel corso del torneo (come ora). Per il resto dell'anno, ci sono film romantici decisamente più adorabili e allo stesso tempo film sportivi degni di questo nome. Tra gli ultimi sbarcati sul grande schermo: L'arte di vincere (football) di Benneth Miller e Di nuovo in gioco (baseball) di Clint Eastwood.
Wimbledon - Peter Colt (Paul Bettany) |
Wimbledon - Lizzie Bradbury (Kirsten Dunst) |
Wimbledon - le fan di Peter Colt (Paul Bettany) |
Wimbledon - Carl (James McAvoy, a dx) insieme alla sua ragazza e amici guarda la partita del fratello |
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