La famiglia Fantozzi: la Pina (Liù Bosisio), Ugo (Paolo Villaggio) e Mariangela (Plinio Fernando) |
di Luca Ferrari
È la vigilia di natale e i figli dei dipendenti di una ditta sfilano davanti ai capi recitando una poesia. Arrivato il turno della piccola Mariangela Fantozzi (Plinio Fernando), la ragazzina viene umiliata senza pietà, paragonata alla scimmia Cita e privata perfino del panettone e spumante in regalo. Il padre a quel punto interviene. La prende per mano e la riporta a casa, raccontandole un’innocente bugia per consolarla e non farla piangere. È una delle tante e miserevoli scene di Fantozzi. Cosa c'è da ridere in tutto questo? Non l'ho mai capito.
Ridere del più debole, l’abbiamo fatto tutti almeno una volta. Poi col tempo si cresce ma per molti le dinamiche non cambiano. Dai banchi di scuola al posto di lavoro, i bulli ci sono sempre così come le vittime designate che soffrono in silenzio, senza mai ribellarsi. Emblema di tutto ciò nella cultura italiana, il ragioniere Ugo Fantozzi (Paolo Villaggio) i cui primi due capitoli della saga cinematografica stanno per tornare sul grande schermo.
I sadici mega-direttori. Gli epici 90 minuti di applausi dopo l’altrettanto leggendario commento sulla visione della Corazzata Kotiomkin (una cagata pazzesca), sbattuta in faccia al prof. Guidobaldo Maria Riccardelli (Mauro Vestri, scomparso di recente). La partita a biliardo con tanto di insulti reiterati (coglionazzo), salvo poi mettere tutti in riga. Le attività sportive (calcio, tennis, caccia, etc.) in compagnia del collega di ufficio, il ragionier Filini (Gigi Reder). Arcinoti scampoli dell’epica Fantozziana, a tratti anche divertente. A tratti.
Le disavventure del vessato ragioniere sono pronte a flirtare col terzo millennio e presentarsi alle generazioni degli smartphone e dei social network. Da lunedì 26 a mercoledì 28 ottobre infatti, sarà proiettato nei cinema italiani Fantozzi (1975, di Luciano Salce). Una settimana dopo, da lunedì 2 a mercoledì 4 novembre sarà la volta de Il secondo tragico Fantozzi (1976), sempre diretto dal regista romano.
La commedia Fantozziana ha sempre divertito oltremodo il pubblico italiano. Un piacere al linite del sadismo. Chi è Ugo Fantozzi? È il tipico impiegato vessato sul posto di lavoro, incapace di cambiare e uscire dalla propria mediocrità salvo qualche rarissimo episodio, comunque mai definitivo. È sposato con la Pina (Liù Bosisio), una donna per cui prova ribrezzo e ha una figlia che più brutta non si potrebbe. È innamorato della collega, sig.ra Silvani (Anna Mazzamauro), che al contrario lo illude ripetutamente salvo poi umiliarlo senza pietà.
Perché piace così tanto veder subire Fantozzi? Forse la maggioranza degli italiani si identifica nei megadirettori ansiosi di ridicolizzare il prossimo senza il minimo rimorso perché tanto nessuno verrà ad aiutarli. Questo è il mondo. Questo è ancora il mondo, ma a me non fa proprio divertire. È triste. In altre culture cinematografiche i reietti trovano la loro dimensione e s’impongono. Qui no, nell’Italia dei furbetti e voltagabbana, c’è solo la statica derisione.
Fantozzi è solo. Non ha nessuno da cui rifugiarsi per trovare un po’ di forza e reagire. Fantozzi è abbandonato a se stesso e il mondo, consapevole, si accanisce contro di lui. Non c’è un Marty McFly sbarcato dal Futuro che oltre a insegnargli ad avere fiducia nelle proprie capacità, gli spiega come menar le mani. Non c’è una Mary Poppins che lo istruisce sul prendere la vita con più leggerezza concentrandosi sull’amore per la propria famiglia. Fantozzi convive con le atroci sghignazzate quotidiane. Derelitto in un mondo di sadiche pecore che si nascondono dietro il fetore di volgari sciacalli.
Il ragionier Ugo Fantozzi (Paolo Villaggio) |
Il prof. Guidobaldo Maria Riccardelli (Mauro Vestri) e il ragionier Fantozzi (Paolo Villaggio |
Il ragionie Ugo Fantozzi (Paolo Villaggio) e la sig.na Silvani (Anna Mazzamauro) |
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