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venerdì 15 gennaio 2016

La grande scommessa predilige la verità

La grande scommessa - Mark Baum (Steve Carell)
La crisi economica del 2007 poteva essere evitata. Chi poteva, se n'è fregato. Chi l'ha compresa, si è arricchito. La grande scommessa (2015, di Adam McKay).

di Luca Ferrari

I pochi hanno guardato. I ricchi sono temporaneamente caduti. Moltissimi di tutti gli altri sono finiti male. Molto male, e stanno ancora cercando di rialzarsi. Erano i primi anni del terzo millennio. Mentre guerre fantocce distraevano l'attenzione della popolazione occidentale, i piani alti di Wall Street sommavano, moltiplicavano e si spartivano. Sommavano e sommavano ancora. Poi un bel giorno il castello non resse più ed esplose. Qualcuno però lo aveva compreso e ci aveva investito pure. La grande scommessa (2015, di Adam McKay).

Non sono dei santi, antieroi o chissà quali altre nobili figure cavalleresche. Banalmente, il mondo economico stava per implodere e loro lo avevano capito prima di tutti. L'Armageddon non era fantascienza o la sceneggiatura per un buon film, era davvero reale e loro ci hanno puntato sopra. Si sono beccati sberleffi e risate, ma alla fine sono stati i loro conti a fare festa. Per milioni e milioni di persone della middle class invece, è stato dramma totale con la perdita della casa e del posto di lavoro.

Wall Street, 2005. Michael Burry (Christian Bale) è un geniaccio anticonvenzionale della finanza. Non usa giacca e cravatta. Nel suo ufficio ascolta heavy metal a tutto volume e gira scalzo con pantaloni corti. Rispetto al resto del mondo fa una cosa davvero unica: legge i documenti. Legge i numeri. Li analizza e dunque è in grado di vedere quello che sarebbe visibile a chiunque se si prendessero la briga di metterseli sotto gli occhi. Micheal è sicuro: il solido e apparentemente invulnerabile mercato immobiliare americano sta per crollare, e perciò è pronto a investire miliardi sul suo crack.

A dispetto della perplessità del suo capo, inizia ad andare di banca in banca a proporre la creazione di un mercato di cosiddetti “credit default swap” per scommettere sul dissesto finanziario. La risposta ovviamente è favorevole. Nessuno crede a questa ipotesi e anzi. Dinnanzi ai premi annuali stabiliti, per i grandi istituti di credito sembra l'affare del secolo. La notizia finisce all'orecchio del perspicace investitore Jared Vennett (Ryan Gosling) che inizia a sondare l'ambiente, fino a proporre la cosa al gruppo capeggiato dall'incazzoso trader Mark Baum (Steve Carell).

Terzo pezzo del mosaico, i giovani investitori Charlie Geller (John Magaro) e Jamie Shipley (Finn Wittrock). Stufi di sentirsi ridicolizzati dall'Alta Finanza, con l'aiuto dell'esperto Ben Rickert (Brad Pitt), ormai ritiratosi dal mondo dei pescecani in doppiopetto, entrano anche loro nel mercato dei suddetti CDS. Sono i primi mesi del 2007 e la crisi finanziaria sta per scoppiare. Una crisi che ancora oggi, aldilà delle patinate parole politiche, sta ancora facendo macelli.

Film intenso La grande scommessa. Ottimo il cast (Gosling incluso), ma più che Christian Bale, a salire in cattedra è Steve Carell (Una settimana da Dio, Foxacatcher, Freeheld). Il suo personaggio è un'anima ferita. Sopra le righe e riflessivo. Sboccato e concentrato. Si nutre di Wall Street ma è stato segnato da un grave lutto e la sua dolce metà Cynthia (Marisa Tomei) è lì a dargli forza. È cinico e allo stesso tempo diverso. Sta dalla parte del mondo sbagliato e lui lo sa, ma ha degli scrupoli. Non basta. E lo sa benissimo anche lui.

È difficile vedere La grande scommessa senza scomodare la comodità della propria anestesia cerebrale. “La verità è come la poesia. Non frega niente a nessuno” viene detto durante il film. Non lo so. Sarà perché da più di 20 anni io scrivo poesie ma per quanto amara sia, voglio “Matrixianamente” conoscere in quale realtà sia capitato. E se attorno al mio collo c'è una catena invisibile, beh, voglio saperlo perché è solo questione di tempo. Prima o poi qualcuno verrà a reclamarla. E la stringerà. Eccome se lo farà!

La grande scommessa è stato prodotto dalla Plan B Entertainment fondata proprio da Brad Pitt. È indubbio che molto di quello che viene raccontato non avrà fatto piacere a certi signori con cui è probabile anche la stessa società abbia rapporti ma alla fine è solo un film e verrà dimenticato in fretta, soprattutto la sua lezione. A meno che... Già, a meno che. Se anche un solo spettatore questa sera, invece di guardarsi qualche stupido talk show, inizierà a documentarsi e leggere qualcosa di un po' più serio, magari tra duemila anni i suoi pro-pro-pro-nipoti lo ringrazieranno.

Raramente mi dilungo sulla colonna sonora. Questa volta non posso esimermi d ciò. Molti i pezzi a me familiari, a cominciare dall'immortale Master of Puppets (Metallica), dove quel laconico e imperativo obey your Master indica chiaramente la direzione del gregge. Ma ancor più che il potente metal della band di Frisco, è il cantautore canadese Neil Young a lasciare il segno. Verso la fine della pellicola, ecco infatti partire l'immortale Rockin' in a Free World.

La prima strofa sembra essere stata scritta apposta per questo film (trattasi in realtà di una canzone anti-bellica del lontano 1989): “There's colors on the street/ Red, white and blue/ People shufflin' their feet/ People sleepin' in their shoes/ But there's a warnin' sign on the road ahead/ There's a lot of people sayin' we'd be better off dead/ Don't feel like Satan, but I am to them/ So I try to forget it, any way I can -

“Ci sono colori in strada.
Rosso, bianco e blu.
Gente che si trascina a stento, gente che dorme con le scarpe ai piedi
C'è un segnale di pericolo più avanti sulla strada
C'è un sacco di gente che dice che ci vedrebbe bene morti
Non mi sento Satana, ma per loro lo sono
E allora cerco di dimenticarli in ogni modo possibile”
...
Ed è esattamente ciò che è stato fatto. Se non direttamente colpiti, li abbiamo dimenticati tutti. Ce li hanno fatti dimenticare tutti. Il bang è passato e non tornerà mai più. Ne siamo certi! Anche le Wall Street GordonGekkiane hanno le loro convinzioni, ma non ce le faranno mai sapere fino a quando non sarà nuovamente e tragicamente tardi. Troppo pessimista? Che ci volete fare. Ho 39 anni e scrivo ancora poesie. Guardo La grande scommessa e prediligo la verità.

Guarda il trailer de La grande scommessa

La grande scommessa - Michael Burry (Christian Bale)
La grande scommessa - Ben Rickert (Brad Pitt)
La grande scommessa - Jared Vennett (Ryan Gosling)

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