Florence - McMoon (Simon Helberg), Florence (Meryl Streep) e St. Clair (Hugh Grant) |
di Luca Ferrari
Passione e impegno munifico da una parte, corde vocali sgangherate e troppe bugie dall'altra. Si potrebbe riassumere così l'impegno musicale della benestante newyorchese Florence Foster Jenkins (Meryl Streep). Una vita dedicata alla nobile arte delle sette note e allo stesso tempo una scarsa attitudine al canto. Nonostante il ben pagato circo di bugie attorno alle sue capacità, Florence comunque si butta. Sale sul palco, rischia e canta. Florence (2016 di Stephen Frears).
Produrre spettacoli musicali e opere teatrali dove si esibisce il devoto marito St. Clair Bayfield (Hugh Grant). Raccogliere fondi per concerti musicali come per il Maestro Arturo Toscanini (John Kavanagh), va bene, è sempre un'emozione ma cantare. Oh si, forse è tempo di riprendere confidenza col palco. Florence è decisa e subito vengono organizzate audizioni per il pianista che la dovrà accompagnare. La scelta ricade sul minuto Cosmé McMoon (Simon Helberg), dal tocco delicato.
La gola è arrugginita ed ecco dunque arrivare il maestro Carlo Edwards (David Haig, il mitico “sfigato” Bernard di Quattro matrimoni e un funerale) per rimetterla in nota e sondare il feeling col giovane pianista. Prova dopo prova, nota (stonata) dopo nota, arriva il giorno del debutto alla Carnegie Hall. Una performance che resterà scolpita tanto nell'udito dei presenti quanto sulla pagina della stampa, sebbene dalla critica diametralmente opposta.
Florence (di Stephen Frears) è l'emblema di come un film non dovrebbe essere visto. Tutti a incensare Meryl Streep senza di fatto comprendere quasi nulla della sua performance a causa del doppiaggio. Analogo discorso per Hugh Grant, sornione e raffinato, ma privo del suo accento inglese. Diverso il discorso per il giovane Helberg (il mitico Howard Wolowitz della serie cult The Big Bang Theory) le cui buffe espressioni facciali dinnanzi alle esibizioni canore lo rendono oltre modo comico.
Quattro nomination alla 74° edizione dei Golden Globe, la cui cerimonia si svolgerà l'8 gennaio 2017 al Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills, California, Florence è in lizza come Miglior film commedia o musicale (il cui premio andrà di sicuro al "veneziano" La La Land), quindi Meryl Streep, Hugh Grant e Simon Helberg rispettivamente candidati come Migliore attrice, attore e attore non protagonista in un film commedia o musicale.
Per sua stessa ammissione pigro come pochi, Hugh Grant è un attore che avrebbe potuto lasciare molto più il segno. Londinese classe '60, è stato l'eroe sentimentale di commedie cult come il già citato Quattro matrimoni...(1994) e Notting Hill (1999). Nessuno lo potrà mai dimenticare nei panni del cinico seduttore nella saga di Bridget Jones e in seguito Primo Ministro in Love Actually (2003) dove si esibisce in un balletto epocale nella residenza di Downing Street sulle note di Jump (for My Love) delle Pointer Sisters.
Ottimo coprotagonista Simon Helberg. Vederlo alle prese col culturismo nonostante il fisico gracile ne fa un nerd d'altri tempi, e ancor di più scoprire che il suo personaggio (realmente esistito), in parallelo alla carriera musicale si sia cimentato come giurato in concorsi della suddetta disciplina. Su Meryl Streep c'è ben poco da aggiungere. Interpreta alla grande una donna che non è la classica riccona sprovveduta. Forse non troppo critica verso se stessa ma comunque decisa a rischiare e mettersi in gioco dinnanzi al mondo.
Dopo il biopic sul ciclista Lance Armstrong, The Program (2015), il veterano regista di Leicester classe '41, Stephen Frears (Eroe per caso, The Queen - La regina, Tamara Drewe - Tradimenti all'inglese) dirige una storia dal semplice contenuto cine-umano. Florence è una commedia piacevole il cui successo è merito soprattutto dei tre principali interpreti che non per una sceneggiatura senza troppi sussulti. Un film ideale da godersi tra una fetta di panettone e una cioccolata calda in questo poco innevato inverno 2016.
Ottimo coprotagonista Simon Helberg. Vederlo alle prese col culturismo nonostante il fisico gracile ne fa un nerd d'altri tempi, e ancor di più scoprire che il suo personaggio (realmente esistito), in parallelo alla carriera musicale si sia cimentato come giurato in concorsi della suddetta disciplina. Su Meryl Streep c'è ben poco da aggiungere. Interpreta alla grande una donna che non è la classica riccona sprovveduta. Forse non troppo critica verso se stessa ma comunque decisa a rischiare e mettersi in gioco dinnanzi al mondo.
Dopo il biopic sul ciclista Lance Armstrong, The Program (2015), il veterano regista di Leicester classe '41, Stephen Frears (Eroe per caso, The Queen - La regina, Tamara Drewe - Tradimenti all'inglese) dirige una storia dal semplice contenuto cine-umano. Florence è una commedia piacevole il cui successo è merito soprattutto dei tre principali interpreti che non per una sceneggiatura senza troppi sussulti. Un film ideale da godersi tra una fetta di panettone e una cioccolata calda in questo poco innevato inverno 2016.
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