Fino a prova contraria - l'investigatore Ron Lax (Colin Firth) |
di Luca Ferrari
Simpatizzanti delle atmosfere gotiche e occulto. Adolescenti alle prese con esistenze complicate e gusti non conformi alla massa. Quanto basta per venire accusati, incriminati e condannati per il triplice omicidio di tre bambini. Sono i bersagli più facili e la massa non perdona. Sempre pronta a colpire il diverso senza scomodarsi a cercare il male nei posti più impensabili. Dentro casa. Devil’s knot – Fino a prova contraria (2014, di Atom Egoyan).
È un tranquillo pomeriggio come altri nella cittadina di West Memphis. Christopher Byers, Stevie Branch e Michael Moore, tutti di otto anni, vanno a fare un giro in bicicletta. È pomeriggio. Non torneranno mai più a casa. Verso sera intanto un uomo sporco di sangue (e di fango) entra in un locale. Non sarà mai trovato né cercato. Le indagini si concentrano subito su tre adolescenti: Damien Echols, Jessie Misskelley Jr. e Jason Baldwin, inchiodati da un bambino scampato all’eccidio che li indica tutti quanti raccontando anche dettagli. Un bambino che poi ritratterà tutto, inclusa la fantasiosa storia della madre.
Il bigottismo imperante chiede degli assassini, possibilmente diversi. Così è. Tutti sono contro di loro. Tutti meno uno. L’investigatore privato Ron Lax (Colin Firth). Offre la propria disponibilità a supportare gli avvocati difensori. Per lui è una questione morale. È fermamente contrario alla pena di morte. E poi non crede nemmeno alla colpevolezza dei tre imputati.
Tra le famiglie colpite da questa immane disgrazia, il patrigno di Chris, John Byers (Kevin Durand) ha un coltello sporco di sangue di cervo, di cui però non sa spiegare come ci sia finito sangue umano (non suo). Dell’altra, la mamma di Stevie, Pamela Hobbs (Reese Whiterspoon) in principio punta il dito contro i tre presunti satanisti. Si comporta come una tipica WASP. Arriva perfino a farsi battezzare per affrontare il Demonio, poi però lei stessa comincia a guardare oltre. Osserva impotente le falle del processo. Guarda suo marito con sospetto. Comincia a pensare che quei tre magari saranno un po’ strani, però non fa di loro degli spietati assassini.
Fatti realmente accaduti. Il regista canadese Atom Egoyan porta sul grande schermo l'incredibile storia dell'incarcerazione per 18 anni dei cosiddetti Tre di West Memphis. Devil’s knot – Fino a prova contraria non racconta solo un fatto di cronaca americano gestito in modo allucinante dalle istituzioni giudiziarie e dalla polizia. Allarga la prospettiva dentro un mondo che non è per niente cambiato e che ancora oggi (af)fonda le sue radici sull’emarginazione e l’abuso dei più deboli.
Nel Medioevo bastava avere i capelli rossi per essere accusati di stregoneria e bruciati, oggi basta credere in una religione per essere etichettati come terroristi e torturati. Quello che non segue la massa è ancora visto male. Un ostacolo che deve essere spazzato via per non intaccare lo status quo. Il diverso fa porre delle domande. Sforzi che il gregge non vuole affrontare. Il diverso deve essere allontanato. In un modo o nell’altro. Punto e basta.
Succede durante l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta e nel mondo del lavoro. È sempre successo e continuerà. Un capello un po’ più lungo. Un gusto artistico più estremo. Un abbigliamento che non rispecchia il piattume della società locale. Un’ideologia che non si conosce se non per sentito dire (spesso) da organi d’informazione ignoranti e di parte. Il mondo è pieno di innocenti. E prima che nuovi Christopher, Stevie e Michael vengano uccisi e altri Damien, Jessie e Jason vengano etichettati e sfregiati per sempre, bisogna elevarsi. Tutti.
Fino a prova contraria - Stevie e sua madre Pamela Hobbs (Reese Whiterspoon) |
Fino a prova contraria - i tre bambini |
Fino a prova contraria - al centro gli imputati: Jason Baldwin (Seth Meriwether) e Damien Echols (James Hamrick) |
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