Fury (2014, di David Ayer) |
by Luca Ferrari
L'onda sta arrivando e noi siamo lo scoglio che la spezzerà, sentenzia il tenente Don Collier detto Wardaddy (Brad Pitt) dinnanzi alla nuova minaccia nazista che di lì a poco dovranno affrontare e piegare. Lui comanda un carro armato con a bordo i fidati Gordo (Michael Peña), il religioso Bibbia (Shia LaBoeuf) e il grezzo ma non meno leale Coon-Ass (Jon Bernthal). A questi si è unito l’acerbo ex-dattilografo Norman (Logan Lerman) presto ribattezzato Machine. Incapace in principio di uccidere chiunque.
Dalla guerriglia urbana "stradaiola" di End of Watch - Tolleranza zero (2012) alle macerie belliche, David Ayer dirige Fury (2014).
È la sporca II Guerra Mondiale. Wardaddy ha combattuto ovunque. Ormai resta solo l’ultima meta da conquistare: la Germania, ma di ritirarsi i nazisti non ci pensano proprio. Chi avesse queste vergognose inclinazioni o non volesse mandare il proprio figlio a fare il suo dovere, viene impiccato dalle SS senza troppi problemi. Hitler ha dichiarato la guerra totale. Militari o meno, uomini, donne o bambini, sono tutti precettati a imbracciare un fucile e respingere gli invasori.
Wardaddy è uno che sa il fatto suo. È suo dovere svezzare il giovane Norman fino a obbligarlo a sparare a morte. Allo stesso tempo però, è prodigo anche di gentilezze. Entrato in una casa di una città appena occupata, si dimostra cordiale verso due donne senza la minima intenzione di violenza. E anzi, quando arriva il resto dei commilitoni, ne prende le difese alzando con i suoi la voce. È lì che Norman incontra Emma (Alicia von Rittberg) con la quale già sogna una vita insieme d’amore.
La battaglia però non ha tempo per l’amore, perché come dice Don: gli ideali sono pacifici, la guerra è violenta. Eccoli allora di nuovo in marcia. Sulla canna del loro carro armato c’è la scritta Fury. È tempo di una nuova difficile missione. Raggiungere un incrocio e far fuori corazzati anticarro. Tutto sembra procedere per il meglio fino a quando una mina sul loro cammino spacca uno dei cingolati. A peggiorare le cose, l’arrivo di una colonna nemica. Che fare? Wardaddy non è uno che si ritira e non ha certo intenzione di cominciare ora...
Presentato in pompa magna dalla stampa estera come uno dei miglior film di guerra degli ultimi tempi (non che ce ne siano stati assai e di particolare valore), Fury poggia un po’ troppo sul carisma cameratesco di Brad Pitt, per altro perfettamente in grado di dare credibilità al ruolo accentuando forse un po’ troppo l’odio antinazista che inevitabilmente rimanda al “bastardo senza gloria” Aldo Raine, tenente anch’esso.
Ben amalgamato il resto della truppa, sebbene un po’ scontata la figura di Bibbia. Soldato credente sempre pronto a far la morale a tutti, con lati anche umoristici. Se dopo l’ennesima presa, lui se ne sta seduto a leggere il Sacro Verbo, i due compari se la spassano a turno con una ragazza del posto. Un finale poi che puzza tremendamente di 300 Snyderiano, con quella ripresa che via via dal basso si solleva verso l’alto lasciando sotto di sé i tanti caduti che si sono sacrificati per sconfiggere il Serse di turno (Adolf Hitler).
Fury – Don Collier detto Wardaddy (Brad Pitt) |
Fury – Trini Garcia detto Gordo (Michael Peña) |
Fury - Boyd Swan detto Bibbia (Shia LaBeouf) |
Fury – Emma (Alicia von Rittberg) e Norman Ellison detto Machine (Logan Lerman) |
Fury – (in alto da sx) Coon-Ass, Wardaddy, Bibbia, Machine e Gordo |
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