Irrational Man - Abe Lukas (Joaquin Phoenix) |
di Luca Ferrari
Sofisticato. Dotto. Intellettuale. Un po’ spocchioso. Woody Allen è tornato. La sua nuova musa cinematografica, Emma Stone, è di nuovo davanti alla telecamera. Irrational Man (2015). Pochi personaggi, una semplice storia e il sottofondo di jazz onnipresente. Passioni sopite e in piena ormonale. Filosofia in abbondanza su cui (s)ragionare e un movimentato mare statico di parole dove sguazza l’impura ed egoista attività umana. A volte controcorrente, alle volte insieme alle foglie che vi ballonzolano solitarie a cuscino d'aria.
Brillante, dannato e grassoccio. Fiaschetta alcolica sempre dietro. Idealista, giramondo e donnaiolo un tempo. Oggi depresso e rassegnato a una vita di niente. Il suo nome è Abe Lucas (Joaquin Phoenix), professore di filosofia, in arrivo al Brailyn College di Rhode Island). Il nuovo acquisto suscita subito pettegolezzi. È un solitario ma dall’aurea di “bello” e dannato. La sua collega Rita Richards (Parker Posey), seppur sposata, ne vuole subito una succosa porzione.
A interessare lo svogliato docente però è la testa della brillante studentessa Jill Pollard (Emma Stone), quest’ultima non certo immune al suo dolorante fascino esistenzialista. Parla di lui ancora prima di assistere alla prima lezione. Il fedelissimo fidanzato Roy (Jamie Blackley) sente già aria di minaccia. Mai una scenata però, anche se è fin troppo evidente l’interesse della ragazza per il maschio più maturo.
Abe è un uomo stanco. Deluso dalla vita e dai suoi stessi insegnamenti. Si è avvicinato al sole e si è scottato. Ha provato a fare la sua parte nel nome dei diritti e della libertà ma si è schiantato al suolo e il solo compagno fedele a cui si sente legato è più di un goccetto di qualche whisky. Poi un giorno qualcosa cambia. Per caso irrompe una nuova prospettiva. Un’azione che non sembra avere alcuna controindicazione. L’apparenza della presunta verità. Soggettiva.
Irrational Man piacerà ai devoti di Woody Allen. Un film da salotti borghesi dove poter parlare a voce alta per dare sfoggio della propria cultura filosofica salvo poi non essere in grado di fare nulla di concreto nella propria vita, o quasi. È la prassi. Pochi scorci di novità e quanto al coinvolgimento emotivo, giusto una tiepida tazza di te senza nemmeno qualche realmente gustoso biscotto casereccio.
Se Chritosph Waltz poi è ormai schiavo del suo ruolo da cattivo, Phoenix è sulla buona strada in quello del mezzo sbandato, stralunato o comunque del reietto. The Master e Vizio di forma (2012 e 2015, entrambi di Paul Thomas Anderson), Her - Lei (2013, di Spike Jonze) sono lì a ricordarcelo. Il fratello del compianto River ha trovato la sua dimensione realistico-cinematografica. Qualcosa che si sposa alla grande con la poetica anticonformista e distaccata del suo ultimo regista per l’appunto.
Emma Stone è pura bellezza. Fresca e giovanile. Diversa dal precedente ruolo Alleniano interpretato al fianco di Colin Firth in Magic in Moonlight (2014), questa volta l’ex-fidanzata di Spider-Man è combattiva solarità. È attratta dal lato oscuro ma non si lascia fagocitare nel perverso gioco di qualche dissociazione o distacco mentale. È sempre lei a comandare il gioco. Vuole comandarlo. Lei è la forza. Vuole portare la sua passionale vita nelle affascinanti tenebre di Lukas, non il contrario.
Woody Allen ha 80 anni. Ha il diritto di fare quello che vuole. Da un film di Woody Allena c’è sempre qualcosa da imparare. Con Irrational Man potrebbe aver trovato una coppia da riprovare sul set. Joaquin Phoenix ed Emma Stone si completano. Sarebbe interessante però vederli a ruoli inverti, con l’ex-Commodo spensierato e felice e la rossa Emma incastrata in qualche cunicolo mentale su cui è sbiaditamente parcheggiata senza attese né (in)certezze.
Irrational Man - Jill Pollard (Emma Stone) |
Irrational Man - Abe (Joaquin Phoenix) e Jill (Emma Stone) |
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