Il palazzo del Viceré - Lord Mountbatten (Hugh Bonneville) e Muhammad Ali Jinnah (Denzil Smith) |
1947, la II Guerra Mondiale è finita. A Delhi viene inviato un nuovo Viceré, l'ultimo, Lord Louis Mountbatten ((Hugh Bonneville). La Gran Bretagna ha infatti concesso l'indipendenza alla sua colonia indiana. C'è un problema. Un ma. Tensioni interne sono sul punto di esplodere. I musulmani indiani si vogliono staccare. La tanto sudata libertà è sul punto di implodere. Basato su fatti reali, è uscito sul grande schermo Il palazzo del Viceré (2017, di Gurinder Chadha).
Il mondo è cambiato. Hitler e il nazismo sono un pallido ricordo. L'epopea del colonialismo europeo è sul viale del tramonto. Stati Uniti e Unione Sovietica sono i due grandi blocchi con e contro cui bisogna schierarsi. La Gran Bretagna è pronta ad abbandonare il subcontinente indiano dopo oltre tre secoli di dominio e oppressione. La tanto attesa libertà però si sta trasformando in un bagno di sangue.
Il leader musulmano Muhammad Ali Jinnah (Denzil Smith) vuole a tutti costi una propria nazione, il Pakistan, libero e indipendente. Per il corrispettivo hindu, Jawaharlal Nehru (Tanveer Ghani) e il mahatma Gandhi (Neeraj Kabi) invece, tutto questo è inammissibile. Lord e Lady Mountbatten (Gillian Anderson) non si comportano da conquistatori ma nulla serve a evitare l'inevitabile. La divisione è già scritta. È stata scritta da secoli. Loro non possono fare nulla, solo andarsene e lasciare quel mondo che non è più il loro, né britannico, al proprio destino.
Le differenze si acuiscono sempre di più, in ogni strato sociale. Anche nello stesso Palazzo dove risiedono i Mountbatten, definito dalla signora “più sfarzoso di Buckingham Palace. Nel giogo della politica d'interesse, esodi e ideologie, ecco sgorgare una pura tenera storia d'amore. Jeet (Manish Dayal) e Aalia (Huma Qureshi) sono entrambi impiegati nel Palazzo. Indiani, lui di fede hindu e lei musulmana. Si conoscevano già da quando l'uomo curò in carcere il padre di lei, Ali Rahim Noor (Om Puri). Adesso però la situazione è cambiata e devono essere divisi.
La Storia fa il suo corso. Mountbatten dialoga con tutti ma non c'è niente da fare. Downing Street è lungimirante e sa bene cosa deve fare per il proprio tornaconto. La Storia fa il suo corso e sotto i suoi cingoli spietati non c'è tempo né amore per nessuno. Va in scena il più grande esodo della Storia. Quella che doveva essere una festa comune si trasforma in una lotta fratricida. Un qualcosa che in troppe parti del mondo conosciamo bene e che ancora oggi, a distanza di settant'anni, si ripresenta spietato e devastante.
Non ho idea (al momento) quanto Il palazzo del Viceré (2017, di Gurinder Chadha) incasserà in Inghilterra, India, Pakistan e nel mondo. Ciò che so con estrema certezza è che non potrà mai aspirare agli incassi dei tanti e scandenti remake Holliwoodiani. Questi sono lungometraggi che insegnano. Il palazzo del Viceré è un film che ha che fare con la storia della stessa, Gurinder Chadha (Sognando Beckham, Matrimoni e pregiudizi, Paris je t'aime), regista britannica nata in Kenya ma di origini indiane.
Io la mia parte l'ho fatta subito. Primo giorno di programmazione e subito in sala al cinema, come sempre arrivato in anticipo per avere la mia postazione preferita. 106 minuti di cine-viaggio dove il passato rimanda all'attualità di un presente poco attento a imparare dalla Storia. 106 minuti di un fatto non troppo conosciuto in Europa ma i cui effetti, come sempre, siamo stati noi attori con interesse a creare.
Divide et Impera. Lo sapevano i Romani, lo sapevano i Britannici. Lo sanno bene anche i politici contemporanei. Hindu e musulmani si sono massacrati ma siamo davvero nella posizione per poterli criticare? E noi cosa stiamo facendo? Alziamo muri, ogni giorno. Ci stanno provando. Partiti ignoranti xenofobi e patetiche falangi fasciste cercano ogni giorno di sventolare la bandiera della separazione ma sappiatelo bene: perderete. Avete sempre perso, e perdete ancora!
Divide et Impera, funziona ancora. Una legge non scritta a prova di ideologia e millennio. Il palazzo del Viceré (2017, di Gurinder Chadha) racconta la storia vera di piani occulti, uomini utilizzati per scopi superiori (ricchezza e potere) e il consueto, inevitabile-voluto sacrificio di innocenti che pensando si agisca per il loro interesse, seguono leader interessati a ben altro. Oggi usciremo tutti da Il palazzo del Viceré per festeggiare. Domani saremo ancora lì fuori, abbandonati e soli a contemplare le catene che ci siamo stretti da noi.
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